Cuore e sentimento di Francesco Argenta

Cuore e sentimento IjA CHI MMX ALITA» TE 31 MI X I L E Cuore e sentimento Le donne sconoscono la legge penale; obbediscono ad un loro codice, si inchinano ad un solo giudice. Ma è una licenza che la società non consente Non si sarebbe potuto fare un posto più'largo alla donna ed ai problemi che involgono lo studio della sua personalità psicofisica, nella successione dei temi che saranno trattqti al Congresso internazionale di criminologia che si terrà a Parigi, dal 10 al 18 settembre, e che sarà, dopo la bufera della guerra, la prima assise mondiale delle forze messe in moto dalla «elenco nella lotta contro il delitto. Da un ottavo ad un quarto Il fenomeno della criminalità femminile si presenta al termine di ogni conflitto con carattere di incubo, con valori moltiplicati e crescenti, con aspetti paurosi ed abbrividenti. Prima' del 1915, la delinquenza femminile era, quantitativamente, valutata ad un-ottavo, circa, di quella maschile: il dodici per cento della : criminalità generale. Nel corso della guerra e nell'immediato dopoguerra, in tutti i paesi provati dal conflitto,' il rapporto è passato da un ottavo ad un quarto; la percentuale, sul totale, è salita, in qualche paese, dal dodici al trenta. Oggi le statistiche non ci consentono di misurare con esattezza l'entità delle variazioni che sono intervenute nel fenomeno dopo il recente conflitto: quasi dappertutto, le statistiche sono lacunose ed imprecise, abborracciate e parziali: è come se un inopinato travaglio si sia frapposto alla speditezza dei computi; quasi un senso di pudore: il pudore di mettere in luce la realtà di un male che si è venuto, di certo, aggravando; che, sotto la spinta del disordine morale cagionato dalla guerra e dalle sue conseguenze', si è venuto allargando, come per cerchi, a dimensioni più vaste. Ma dove non giungono le statistiche, soccorrono le cronache. E le cronache ridondano, purtroppo, con una cadenza vertiginosa e fatale, di piccoli e grossi fatti delittuosi che hanno per protagonista la donna. Se rimangono immutati, o quasi, taluni caratteri qualitativi (la donna conserva il primato nei venefici (53 per cento), negli infanticidi (94 per cento), nei reati d'abbandono di infante e di maltrattamento ai minori (59 per cento), nonché, naturalmente, negli aborti (79 per cento), a delineare, attualmente, la gravità del fenomeno interviene <il fatto quantitativo. Un esempio sempre valido Benonchè il problema non va visto materialmente, alla semplice stregua delle cifre. Vi ha chi, per spiegare il pauroso gonfiarsi delle cifre, ha affermato che la guerra ha disancorato la donna dai tanti e vieti pregiudizi che ne inceppano i movimenti in seno all'aggregato sociale; che il suo esplodere turbinoso in atti più o meno accentuatamente delittuosi è il prodotto o la conseguenza del suo anelito di liberazione, del fatto che la guerra ha spezzato le catene onde andava da secoli avvinta. E può essere vero sotto qualche aspetto, ma si tratta di una mèra ipotesi, secondo la generalità dei sociologi e dei psicologi, un'ipotesi che è contrastata e confutata dalla realtà obbiettiva. La donna è, per sua natura, passiva: essa non anela, affatto, all'indipendenza: gli stessi movimenti femministi che hanno per postulato e per mèta l'emancipazione della donna non sono che delle « reazioni cumpensatrici», le quali confermano l'innato e costituzionale bisogno della donna di porsi sotto la protezione e la direzione dell'uomo. L'esempio della moglie di Carlyle è di una validità che stazioni antisociali, i suoi atti criminosi. Questi ultimi anni non sono trascorsi invano per la scienza. Nel campo penale è in corso una grossa e sostanziale evoluzione. I/idea della pena-castigo ha fatjto il suo tempo e invece delle misure sopraffatrici e vendicatrici, inutilmente afflittive ed espiatorie, i più avvertiti fra i cultori delle discipline penali van proponendo un sistema di misure che adegua e perfeziona Yesperimento fatto dal Belgio con le sue leggi di difesa sociale. E se per i criminologi i due poli opposti della concezione della delinquenza, e quindi della metodologia nello studio di essa, rimangono il punto di vista dell'antropologia criminale che ammette Una costituzione delinquenziale, e quello sociologico, secondo il quale la delinquenza è un fenomeno sociale di individui normali, per quanto riguarda la criminalità femminile gli studiosi sono tutti d'accordo: Collocare la criminalità femminile sullo stesso piano di quella maschile è un errore marchiano: il fenomeno ha, apparentemente, gli stessi aspetti, le stesse caratteristiche, ma ha una genesi profondamente diversa. La criminalità della donna è intimamente legata alle leggi biologiche che governano e tiranneggiano l'organismo femminile: esplode o si dipana secondo direttrici costanti: l'amore e la maternità. Ne deriva, cosi, per i proZani, una orar» .confusione di valori: l'aborti, un delitto condannato dalla natura prima ancora che dalla morale, finisce col perdere, agli occhi del criminologi, il suo carattere di delitto contro la vita potenziale di un essere; il furto si scolora nelle nebbie di un delitto sessuale ma¬ non tramonta. Ella era una donna assai fiera è fu, tuttavia, la più docile schiava del suo balzano e crudele marito. Lo sposò quando era oscuro e povero; mise a sua disposizione tutta la sua fortuna perchè. potesse lavorare in pace, senza preoccupazioni. Egli la ripagò cacciandola dal suo studio, costringendola a cucirgli gli abiti ed a riparargli le- scarpe, confinandola, infine, a Kragenputtock, dove il clima era orrido e micidiale per lei. Per dei mesi, Carlyle non le rivolgeva la parola; la faceva assistere, invece, impavido e compiaciuto, ai suoi flirts con le dami dell'aristocrazia. E tuttavia, mai una rampogna si levò dalla donna: « ...se il mio padrone — scriveva —i non ha una parola nè uno sguardo per me, che cosu posso io fare se non rodermi e disperarmi in segreto1!». Amore e maternità Quando la moglie morì, Carlyle si ravvide, fu ghermito dal rimorso: riconobbe che negli anni di oscurità e di miseria ella era stata un cuscino fra lui e la sventura. Ora, questo capita anche nel tempo presente, così turbinoso, così carico di inquietudine e di disordine. Le mogli alla Carlyle sono strepitosamente più numerose delle Santippe, giacché . tutte le donno sono portate a far da cuscino fra l'uomo che amano ed i pericoli e l'infelicità che su di questo possono incombere. E vi sono portate per la loro natura, la loro costituzione, il loro fondo biologico. A questo fondo biologico bisogna rifarsi — sostengono, oggi, i criminologi — anche nella valutazione delle deviazioni che possono caratterizzare il comportamento della donna, le sue manife¬ IIIEIllllMIMIIIMIIMItlil.lll IIIIIMIIIIIIIII scherato o palliato; l'incendio ha i caratteri distintivi di una reazione che è lievitata o sollecitata dalla nostalgia; l'anonimografla (in cui le donne eccellono, come insegnano le cronache) con tutte le variazioni ingiuriose e diffamatorie che la costellano e la materiano, non è che un assalto anòdino, suggerito dalla tipica fralezza femminile, nella illusoria persuasione che il meccanismo non sarà scoperto, la macchinatone delittuósa andrà impunito. Una celebre sentenza Discende da tutto questo, secondo i criminologi, ' che non c'è alcuna correlazione fra i fatti delittuosi imputabili all'uomo^ ed i fatti delittuosi che sono imputabili alla donna. I critèri che possono presiedere alla valutazione di essi han da- essere diversi. Il codice, così come è stato elaborato e come si presenta per le sue pratiche .applicazioni, è fatto per gli uomini, non per le donne. Le donne, nel loro soggettiviamo irriducibile (ed è un soggettivismo che le spinge, talora, su un pericoloso piano inclinato; che le fa ruzzolare nell'immoralità e nel delitto, solo che le assista la convinzione che l'atto a cui sono votate è giusto, è ineccepibile secoìido la loro particolare morale) ripudiano la legge mascolina, respingono la legge scritta: per esse il codice è il cuore; il giudice, cui sentono dt sottomettersi o di obbedire, il sentimento. Ora, tutti gli sforzi dei criminologi sono volti ad affrancare la donna dal servaggio ad un sistema normativo che non tiene conto della sua natura; sono indirizzati a salvarla dal pericolo di essere inabissata nel male. Ed è, • in concreto, un compito che llIllllIllllltllJIIIIIIIIIItlllllIIMMIfIltlMllllltllllllM spetta allo Stato codesto: allo Stato, che deve intervenire con delle misure di difesa sociale pronte agili ed intelligenti se non vuole veder contestata la legittimità del potere punitivo del quale si avvale. Come codice il cuore, come giudice il sentimento, si è detto: questa l'opinione 0 la convinzione della generalità delle donne. Sfa la società e l'organizzazione giudiziaria che la presidia è d'accordo? Molti dei delitti che si verificano, anche e, soprattutto, per parte delle donne, discendono dalla necessità, dalla fatalità, dall'automatismo, ma a questo oscuro e complesso novero di fattori non è mai estranea la società? E di questo la società è convinta? Sono convititi 1 giudici cui è demandata l'applicazione della legge? La celebre e nobile sentenza pronunciato dal presidente Magnaud non- hà avuto, ancora, alcuna imitazione. Una donna aveva rubato del pane per sfamare i suoi figli e se stessa: portata, in stato d'arresto, dinanzi al tribunale di Chàteau-Thierry, il presidente Magnaud l'assolse: « Attesoché —■ egli scrisse nella sentenza — certi stati patologici hanno spesso consentito di assolvere come irresponsabili gli autori di /urti compiuti senza necessità (e il magistrato voleva accennare, evidentemente, alla teoria dei cleptomani usciti indenni dall'avventura giudiziaria che era finita per toccare loro), questa irresponsabilità deve, a più forte ragione, essere ammessa in favore di coloro che hanno agito soltanto sotto l'irresistibile impulso della fame... ». E' un mònito che conserva una drammatica attualità, che do-vrebbe assurgere alla definitività, ferma, di un canone. Francesco Argenta iElll]IIJti;MlllMtltllllIllMlll!1111lllt!IEIiMIIIli1IU

Persone citate: Carlyle

Luoghi citati: Belgio, Parigi