Italiani che vanno a Parigi per la stagione di mezza estate

Italiani che vanno a Parigi per la stagione di mezza estate Ili (jUABTO irOBA DELLA GLORIA Italiani che vanno a Parigi per la stagione di mezza estate _ Un lattante d'eccezione - La faccia di suo padre, Rossellini, è ritenuta meno interessante - Anna Magnani in scialletto - La romana vuol recitare in francese - Ruggeri al teatro Michel: sala piccola, grandi applausi (Dal nostro .corrispondente) Parigi, 13 giugno. Il mese di giugno è il mese dei grandi arrivi. Parigi appartiene ai. forestieri: dico ai forestieri perchè nessuno è veramente straniero qui; tutti si trovano a casa loro, bianchi e neri, poveri e ricchi. E dopo un giorno girano con piena ' confidenza per les Ohamps Elysées. Lia completa conquista forestiera avviene in luglio e in agosto, quando arrivano le grandi carovane dei viaggi a buon mercato e "gettano le tende sui boulevard^ e aU l'Etoile; Parigi, allora, scompare sotto l'invasore e il turista là guarda dalla collina di Montmartre come una città vinta. Il ballo sulla zattera A maggio, a-giugno, invece, arrivano le avanguardie, i turisti illustri, .i grandi nomi, gli uomini-"d* le donne celebri. Le case patrizie si aprono per qualche festa, i teatri danno le ultime novità prima del riposo estivo. Non ci sono più gli splendori di un tempo; parve una gran cosa, net giugno di due anni fa, che un'portoghese, del quale tutti ormai hanno dimenticato il nome (si chiamava Carvalho o qualcosa di simile), offrisse un ballo mascherato alla società parigina su uno zatterone ancorato nella Senna tra Pa- lazzo Borbone e Piazza della Concordia. Ma quel tanto di splendore che il tempo e il fisco permettono ancora, avviene tra la fine.di maggio e il principio di luglio. La città partecipa alla festa, la città con le sue vie, le sue piazze, i suoi negozi, teatri e luoghi di divertimento, e non la massa dei cittadini che pensa ai proprU affari e al proprio lavoro. Quest'anno, per esempio, la place Vendóme si è messa la maschera per festeggiare il proprio duecentocinquantesimo anniversario. Per una volta, Parigi ha mancato di gusto: a baraccone costruito intorno alla base della famosa colonna sulla quale sta .Napoleone, vestito da romano, rom'pe' l'elegantissima prospettiva disegnata dal grande Mansart, l'autore degli Invalidi e di Versailles, Varohitetto di Luigi ,XIV. Non è bene ricordare i due secoli 'è mezzo di una piazza, guastando la sua perfetta armonia con impalcature, drappeggi e luci false. Dall'Italia, chi viene per la grand-saison parigina? Vengono prima di tutti Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, ■ annunciati da un fracasso pubblicitario che raramente si era verificato. Robertino, come lo chiamano famigliarmente i giornali popolari il figlio di Rossellini e della Bergman è, in questo momento, il bambino che incu¬ riosisce di- più il pubblico francese. Le sue prime fotografie valgono almeno quanto le prime fotografie del principino Carlo d'Inghilterra: forse di più, essendo i suoi genitori più gelosi della sua immagine che non Elisabetta e Filippo d'Edimburgo di quella del principino. Questi diventerà un giorno Carlo III. Il nome non sembra fortunato, perchè Carlo I Stuart fini sul patibolo al tempo di Cromwell e Carlo II fu rovesciato senza violenza; ma la. Casa Reale d'Inghilterra si sente cosi salda da sfidare la superstizione dei nomi. E Robertino diventerà Roberto II, continuatore di una dinastia cinematografica ohe si annuncia prospera-e felice. Anna Magnani ha preceduto a Parigi di qualche giorno i genitori di quel popolare lattante: vorrebbe venire a recitare in francese in un teatro di prosa. Certamente i fotografi corrono anche intorno a lei, che è una specie di pretendente alla gloria della famiglia RosselliniBergman; e la sua espressiva fisionomia, chiusa in uno scialletto che lascia cadere sulla faccia qualche ciocca di capelli in studiato disordine, incuriosisce i lettori dei settimanali a grande tiratura. .Ma direi che l'ordine delle precedenze, ossia dell'interesse popolare, è questo, per ora: prima viene Roberto II, seconda sua madre Ingrid, terza la pretendente Magnani e ultimo Roberto I. Rossellini è il protagonista, il centro di tutto, la vicenda cinematografica e amorosa: eppure, a loro come faccia incuriosisce assai meno degli altri tre. Un grande attore Con molto coraggio Ruggero Ruggeri ha voluto venire a Parigi proprio nel grande mese per recitare in italiano. Diciamo subito che purtroppo la sua nobile maschera non riesce a interessare, non dico quanto l'innocente faccia di Roberto II, ma nemmeno quanto gli occhi stravolti e la testa spettinata di Anna Magnani. Il confronto è forse ingiusto. E' difficile paragonare il linguaggio universale del cinema e il linguaggio nazionale di un attore di prosa; è difficile concorrere, quando si recita Pirandello, Platone e Andrejev, con attori che muovono sentimenti elementari, curiosità istintive delle folle. Il teatro italiano è in decadenza: Ruggeri è l'ultimo di una serie di grandi attori che ebbero una fama internazionale. Il cinema italtano invece ha conquistato il pubblico francese e il pubblico mondiale in cinque anni. Il suo declino, sempre annunciato dai maligni, naturalmente in prevalenza italiani, in realtà non I sembra imminente. Attraver so il cinema la Francia, e credo anche il resto del mondo, ha ripreso conoscenza dell'Italia povera, spiritosa, viva, che si nascondeva dietro la politica fascista. Il teatro non può dare niente di tutto cid: è assai più universale in teoria, ma rimane legato alla lingua in pratica; è più convenzionale,, più difficile, meno attraente. Ecco perchè non vediamo fotografie del nostro grande attore sui giornali parigini; ecco perchè la stampa, il pubblico e perfino i critici,-si interessano molto meno di lui che non dei giovani e fortunati campioni dei cinema. Quelli del «Tour » Ruggeri ha esordito con una mediocre commedia di Luigi Pirandello : c Tutto per bene », che al secondo atto gli permette di spiegare tutte le qualità della sua recitazione straordinariamente sobria, .anche nei momenti di più alta drammaticità. I pochi francesi che erano nella piccola sala del teatro Michel, restavano colpiti da quella sobrietà, così lontana dall'enfasi, che comunemente viene considerata come una caratteristica fondamentale degli italiani e degli attori italiani in particolare. Alla fine applaudirono molto, con vero entusiasmo. E' bene dunque, che il mese dei grandi arrivi porti a Parigi anche questo nome; ma bisognava preparare meglio, in una città tanto distratta, tanto piena di divertimenti e di spettacoli, la rentrée di un attore che venne per t'ultima volta nel 1925 e recitò {'Enrico IV, quando la fama di Pirandello si avvicinava al culmine. (Trascuriamo ii rapido passaggio di Ruggeri pochi mesi fa con la compagnia italiana che diede, tra le altre cose, un Edipo re, ove il vecchio attore faceva la parte stupenda ma marginale di Tiresia). Il teatro italiano, se vuole affrontare il pubblico parigino e proprio nel pieno della stagione, deve organizzare abilmente i suoi spettacoli, richiamare l'attenzione e cercare con pazienza gli spettatori colti,., che.,possano interessarsi a una commedia recitata nella nostra lingua e capirla almeno approssimativamente. Un' altra cosa è necessaria: si tratta soltanto di un particolare che sembrerà secondario ma che basta a guastare una serata. 1 francesi non sono abituati a sentire le battute di una commedia, prima dal suggeritore e poi dagli attori. Sui loro palcoscenici il suggeritore non c'è, o la sua presenza è così discreta che nessuno se ne accorge. I nostri attori facciano uno sforzo di memoria o di udito: imparino perfettamente la parte, oppure esercitino l'orecchio ad afferrare un bisbiglio leggerissimo, del quale il pubblico non deve^ avere la minima percezione. Rossellini, l a Magnani, Ruggeri: l'Italia a Parigi, in questo mese, è tutta qui. Ma verrà l'estate, verrà il Tour e perfino la dinastia dei Roberti cadrà dal suo trono. La curiosità popolare si sposterà allora sui nostri ciclisti e, con molta modestia, mi toccherà forse spiegare di nuovo ai centralinisti del telefono, ai portieri d'albergo e ai poliziotti di frontiera, che purtroppo, fra il nome del celebre Bartali e il mio, c'è la differenza decisiva di una vocale, Domenico Bartoli Anna Magnani a Parigi riceve un omaggio di rose (Telef.) I Rossellini a Capri prima di partire per la Francia IiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiM^