Cani feroci a Villa Borghese

Cani feroci a Villa BorgheseCani feroci a Villa Borghese Roma, 12 giugno. « Le mostre canine al Madison Square Garden sono dieci volte più importanti, diceva Herbert Williams, cinofilo americano, ma lo scenario di questa è impagabile. Credo che ciascuno di :ioi immagina i Campi Elisi del cani come un luogo slmile a questo giardino. Ad un laghetto come questo, sotto questi salici, si abbeverano i levrieri dell'oltretomba». Successo di folla Senza dubbio Roma ha offerto per la mostra dei cani il suo giardino più bello, nel cuore di villa Borghese; bisogna scrivere che l'assessore Manlio Lupinacci è riuscito ad assicurarlo ai cinofili malgrado l'opposizione' del Municipio più cinofobo d'Italia. Il giardino del lago è di solito la roccaforte di guardiani pronti ad affibbiarvi tremila lire- di multa solo che la museruola del vostro cane appaia leggermente di sghimbescio. Per due giorni questi personaggi poco amabili sono scomparsi dalla scena. I bracchi hanno scavato fosse profonde nei prati che a primavera occhieggiarono di viole, L'anno prossimo, temiamo, i cinofili saranno ricacciati allo zoo fuori dall'ombra deisalici e degli olmi, lungi dallestatue secentesche, dalle fontane, dai sentieri erbosi che vellutano il passo. I campi Elisi non si addicono a questo mondo. Per questa volta comunque registriamo un successo di folla quale non si verificava da parecchi anni. La mostra in sè invece, se la consideriamo con l'occhio dell'amatore, non ha offerto molto. Roma è tagliata fuori dai buoni al levamenti del Nord e il popolamento canino della capitale avviene, com'è stato detto, su piccole basi « artigiane ». Gli esemplari più notevoli appartenevano ad espositori svizzeri, coscienziosamente venuti da Zurigo e da Berna; abbiamo visto per la prima volta In Italia un bull terrier cane di media taglia, bianchiccio, dagli occhi gelidi e dal imimi iiiiiiimniimmmmmimmimimi stella. provinciale che, pur circoscritto nello spazio, ha una sua compattezza intrinseca bene risolta nella solida tessitura della narrazione. * * Tutt'altro impianto narrativo in Via^roio nella notte (Bompiani) di Sloan Wilson: è una specie di cronaca che si svolge con il ritmo di un soggetto da film, e che proprio da quella sua nudità estrema, da quella voluta povertà di aggettivi e di situazioni — cosi che pare uno schema che attenda una realizzazione in immagini su uno schermo — trae gli effetti più impensati. E' la breve storia di una piccola unità da carico americana, fabbricata in serie e malissimo armata ed attrezzata, che nell'ultimo anno di guerra f<* la spola nel Pacifico, da una base all'altra; e del suo equipaggio, una accozzaglia di uomini scelti in base all'ordine alfabetico, e che a poco a poco riveleranno le loro diverse per sonaKtà Non succede quasi nulla: una tempesta e un attacco aereo con il salvataggio degli uomini di una petroliera incendiata sono tutto 11 contributo alla guerra della S.V. 126 e dei suoi uomini. Tutto il resto è noia, attesa, solitudine, incomunicabilità sostanziale dei cuori umani, dolore; e la guerra appare tanto più inutile ed assurda, e assurda la morte e la vita, ed i rapporti umani fragili ed effimeri e casuali. Di vero, pare che non resti altro che la solidarietà fra gli uomini, quando c'è. Così lo scrittore americano si ritrova, percorrendo una strada molto meno logica e ragionata, di fronte allo stesso muro bianco di Camus, sotto un cielo altissimo e vuoto, in cui trema la luce Incerta di quell'unica a. gr. |sto dej Texaa al tempo dei ! pellerossa, e che ciascuno la forza prodigiosa: si legge nelle riviste specializzate britanniche che il bull terrier mette regolarmente a terra i cani lupo più forti. Abbiamo visto un bull dog inglese rarissimo: si chiama Apollo. stazza» 24 chili e grandi macchie color arancio pezzano il suo manto di latte.- Cani di questo tipo si possono acquistare all'estero per 500 dollari. «Adesso — ci diceva la padrona di Apollo — ce ne sono tre come lui a Mailandia! ». Speriamo che si moltiplichino. Gli esperti si confessano amareggiati dal vedere rappresentata la razza del bull, in Italia, solo dai, piccoli francesi: si tratta di cani emotivi ma stupidi con qualche carattere degenerativo nella struttura ossea. Uno di es si, particolarmente ammirato alla mostra, appartiene ad Ingrid Bergman; il suo nome è Strombolicchio. CI è sembrato ancora meno sveglio degli altri, forse a causa della lontananza della padrona, ospite di Capri. I french bull dogs si nutrono di carezze, La moda romana parla in favore dei boxers, dei lupi e dei doberman. Sui 400 cani esposti, oltre 200 appartenevano a questi tipi feroci, qua si che a Roma si viva fra : banditi, come in un avampo sto del T pellerossa, chieda una garanzia di difesa personale alla propria bestia. Nelle settimane passate due o tre gare di cani poliziotti suscitarono un interesse difficile a credersi. Un « poso massimo » Natalia Perrone, la più fragile amazzone d'Italia, è comparsa al giardino del iago con un doberman al guinzaglio, una nera belva dallo sguardo inquieto. La marchesa di Torreoca aia si lasciava trascinare da un danese enorme, la cui mo le era superata solo dagli ottanta chili di Arri, il favoloso alano tigrato che i tecnici considerano il « peso massimo » nazionale. Ansante, dietro un altro alano, abbiamo visto il senatore Mole. Il bestione stava immobile a un capo della corda; d-Ui'allro capo il senatore, la. consorte del senatore e i figli dei senatore sembravano •mp.'gr.ati in una gara di tiro alla fune, « Come hanno qualificato 1) suo cagnolino, senatore ? » abbiamo chiesto a Mole. H parlamentare frontista ha avuto un pallido sorriso. « E' solo un cucciolo — ha risposto —; l'hanno qualificato promettente ». Con la morbidezza intonata alle caratteristiche di un'attrice, Vivi Gioì esponeva una coppia dì pechinesi. La signora Nathan esponeva 1 suoi dalmati, quei curiosi cani bianchi picchiettati di nero che sono rari da noi, mentre in America pullulano nelle caserme dei pompieri e appaiono molto sui carri del fuoco. TJn intero stand era riservato ai levrieri italiani della contessa Ajò Montecuccoli sono bestioline scheletriche di un bel color lavagna, vivacissimi e tremuli, il cui allevamento, trascurato da decenni, sta ora ritornando in onore. Decadenza piena purtroppo, nel rampo dei cani da caccia. Scomparso il bracco italiano, pochi e mediocri i setters, i pointers, ì retrievers. Nove cani da caccia su dieci erano bracchi tedeschi: belle bestie, ma « confezionate », negli allevamenti per la caccia generica, senza nessuna specializzazione, capaci di tutto ma mediocri In tutto. Un uomo che veniva dalle montagne di Avezzano e che ci presentarono come il più grande cacciatore d'Abruzzo scuoteva malinconicamente la testa. Era secco e alto; nei suoi occhi neri passava un'ombra di sdegno. « Sono venuto con la speranza di comprare uno spinone, diceva e guardate che roba. Se continuiamo di questo passo, andremo a pernici coi boxers ». 1

Persone citate: Arri, Camus, Garden, Herbert Williams, Ingrid Bergman, Manlio Lupinacci, Natalia Perrone, Sloan Wilson