L'uomo-mitraglia in gabbia

L'uomo-mitraglia in gabbia L'uomo-mitraglia in gabbia Senza pistole.:inumano non.vai più niente - Anche le bella ragazze se ne disinteressano - Agitato, loquace/ ''edrrótto à tutto,, - Tra giovinastri e pregiudicati, il colonnello che fu ad El Alarhein (Dal nostro inviato .speciale) i Modena, giugno. Dentro la Córte d'Assise hanno messo una' *granàè:"trappola, e dentro la trappola è Unito, fra una decina di topi minori che si avvicendano secondo 1 giorni, l'« uomo mitraglia». La gabbia degli imputati, chiusa anche In alto col- filo spinato e fermata per giunta da' due grate di ferro, somiglia davvero a una trappola per topi, che trenta gatti-carabinieri vigilano continuamente. Sparatoria dal tetto Queste precauzioni .eccezionali sono state prese- soprattutto per l'« uomo mitraglia », che una volta tentò di fuggire dal treno In corsa sbattendo le manette in testa al guardiano, e prima era stato catturato nella campagna mantovana dopo una lunga sparatoria notturna: coi carabinieri, di sotto, che avevano circondato la casa e ora avanzavano lentamente e lui, sopra 1 tetti che saltava dal cornicione al comignolo e intanto seguitava a sparare con due pistole, come fanno nei film 1 gangsters 0 i cowboys. Sprangate in casa, la madre, le sorelle e Romana, la fidanzata, —'< alcune delle donne dì Mitraglia —, aspettavano, sicure che anche quella volta 11 loro eroe si sarebbe salvato dileguandosi nella nebbia. A Bondeno di Gonzaga, come in qualsiasi altro paese della Bassa padana, le donne amano, non ' meno furiosamente degli uomini, le pellicole d'avventure. Quella notte del novembre 1947 invece, Ivo Daollo fu colpito al petto e al collo in modo piuttosto grave, e troncò la sua carriera di < uomo mitraglia» che era durata quasi due anni, avendo per teatro di operazioni le campagne e le strade del Mantovano, del Modenese, del Bolognese con qualche puntata nel Veronese e nel Milanese. Quando lo'catturarono non aVeva ancora compiuto vent'anni. Adesso egli sconta col suoi molti delitti — l'uccisione d'un carabiniere il ferimento di un autista, le rapine, i furti di bestiame, di formaggio, di vino, le violenze, ect. — la fama nera di cui un tempo si era compiaciuto e insieme quell'abitudine al gioco micidiale, all'avventura tenuta sul filo estremo del rischio e del cinismo che dominò la vita delle nostre campagne nell'immediato dopoguerra. Tutte cose che prima di. indignare, ora annoiano soltanto a ricordarle. Nell'aula del Tribunale viene ogni giorno molta gente per vedere l'« uomo mitraglia » del 1945-'47, e non mancano neppure, vicino alla gabbia, certe ragazze mantovane o modenesi dagli occhi aggressivi, dai capelli nerissimi, di carbone, vestite di rosso fiamma o di giallo zabaione, ohe hanno lasciato la bicicletta; o la motocicletta del moroso, giù in piazza, presso il « circolo della biella », — il caffè che aduna 1 fanatici del motore. Ebbene queste ragazze dal petto e dai fianchi rigogliosi, in lotta con le camicette, guardano Mitraglia, guardano la Corte e, tutto sommato, s'annoiano anch'esse. Senza le pistole in mano Mitraglia non vale più niente. E' un meccanico smilzo (faceva l'autista, e il camion fu la prima causa delle sue scorribande notturne), malvestito, agitato, loquace, con due battetti sul volto lungo e olivastro. Con molta buona volontà, può somigliare a un Montgomery Clift appiedato, «doppiato»-, nel dialetto della Bassa, o meglio a una recluta pugliese, tra galante è lamentosa, che sia capitata in mezzo a una gente sanguigna e positiva. Le avventure di Daolio appaiono meschine, si lamenta del chiasso che gli han fatto attorno, ammette 1 furti ma nega di aver ucciso o ferito chicchessia. La perizia del medico dice che Mitraglia è figlio di un alooollzzato e di una prostituta di paese, la quale tentò di buttarsi sotto il treno con una bambina in collo. Da piccolo andava a mendicare; erano in undici fratelli, quattro sono morti di tubercolosi, e una sorella di sedici anni pare abbia già preso la strada della .madre. Mitraglia ha imparato a leggere e a scrivere in carcere per poter controllare il memoriale che aveva dettato a un compagno di cella. E In quel suo scartafaccio, — il pedaggio che i fuorilegge italiani pagano alla letteratura — un tratto solo convince veramente: quando egli racconta come, da bambino, fu allogato per garzone presso certi contadini («i miei padri », 11 chiama) e una notte che doveva badare a una vacca che partoriva, egli si addormentò, e fu risvegliato dal grido del vitellino, e corse fuori della stalla, spaventato per quel miracolo della vita. In seguito, la notte e le grida e la vita degli altri non lo spaventarono più. Nel '43 Daolio fa l'autista dei tedeschi, gli ruba un carico di rame, compra un camion, nuovi furti, poi si mette in società con un astuto pregiudicato incontrato in carcere (questo luogotenente occhialuto adesso lo accusa) e seguitano a « lavorare » con più regola. < SI andava a rubare qua e là — spiega— io sono corrotto a tutto, mi mancano 1 verbi in testa ». I ricettatori lo spedivano in giro, < sei un eroe » gli dicevano, abbracciandolo. Dentro la . gabbia Daollo si agita e perde veramente i verbi in due occasioni: quando difende il fratello minore, ohe fu iln gregario della sua banda, e quando accusa il « colonnello» di essere stato il capo della trafila, il principale responsabile della propria rovina. Il colonnello, un vero colonnello della riserva, siede sull'ultimo banco, discosto dagli altri imputati, e respinge con dignità ogni calunnia. Si mette * sull'attenti appena incomincia a parlare e ha sempre cura, prima di rivolgersi alla Corte, di aggiustarsi la giacca a doppio petto grigio, il candido colletto, la cravatta '.urchina. Uno strano caso L'altro giorno, per dimostrare un tuo alibi, 11 colonnello scattò e con l'indice teso gridò che a quel tempo lui era a Roma. Il tono era esclamativo, certo sproporzionato, ma 1 contadini in aula non fiatarono, 1 carabinieri voltarono la testa, anche Daolio chinò la sua. A quel secco comando parve che la provincia dei caporali, degli attendenti, delle reclute tornasse a mettersi sull'attenti. Non si capisce infatti come questo ex ufficiale di sessantanni, alto e severo che combattè valorosamente coi suoi carri armati a Giarabub e a El Alamein, sia potuto finire in questa trappola, In mezzo a giovinastri scamiciati e semianalfabeti, a mercanti dall'occhio furbo, a pregiudicati induriti. Dicono che sia diventato ricettatore per smania di ricchezze, per ambizione di comando, per scarso intuito psicologico, e l'abbiano trascinato sempre più in basso prima 1 suol errori e poi 1 ricatti altrui. Il processo è lungo e confuso, ci sono centootto reati da accertare, dieci mila fogli dattiloscritti da leggere, e il caldo è grande dentro l'aula. Questo monotono duello tra l'« uomo mitraglia » senza più pistole e il colonnello senza più onore non desta ormai che uno scarso interesse. H torpore estivo impedisce a tutti, per fortuna, di riflettere a lungo su questi fatti, sul significato penoso di certe promiscuità. Vediamo passarci sotto gli occhi l'ultimo romanzo a fumetti del dopoguerra, e sbadigliamo. Giorgio Vecchietti italiani più 11 prof. Marmet c'ii Colmar. Quantunque la tisiologia riguardi un solo' aspetto" della tubercolosi è cioè quello che colpisce 1 polmoni, è per lo più della, tubercolosi in generale che.il Convegno si è occupato intrattenendosi dn modo specifico sulla convenienza o meno della vaccinazione antitubercolare preventiva. Il relatore prof. Azzi, direttore dell'Istituto di igiene di Torino,' ha illustrato i lusinghieri successi ottenuti da quel popoli nordici che tale vaccinazione applicano obbligatoriamente. La mortalità per tubercolosi che ogni anno colpiva da ottanta a novanta persone su centomila abitanti, è discesa a 33. Gli Stati Uniti d'America sono già all'avanguardia con 27. La scuola medica italiana pur essendo in gran parte d'accordo sull'importanza della vaccinazione antitubercolare preventiva è fortemente divisa da una incertezza: se sia preferibile usare 1 bacilli vivi attenuati o i bacilli morti. Intanto si fa ben poco. Il prof, Azzi è per la teoria dei bacilli vivi da inoculare non prima dell'età di un anno (eccettuati i casi di bambini nati da genitori tubercolotici) e su sog getti dalla reazione cutetubercolina negativa. Voto del Convegno è che la questione sia profondamente studiata in sede sociale. in iiiiiiimmmiii iiiiiiiiiiiiiiiiii TORPORE O9 ESTATE ALLE ASSISE

Persone citate: Azzi, Daolio, Giorgio Vecchietti, Ivo Daollo, Mantovano, Montgomery Clift, Veronese

Luoghi citati: Bondeno, El Alamein, Giarabub, Gonzaga, Roma, Stati Uniti D'america, Torino