Leopoldo pellegrino a Roma di Delio Mariotti

Leopoldo pellegrino a Roma TRA I MOLTI OSPITI DEL GIUBILEO Leopoldo pellegrino a Roma Giunge con la consorte, principessa de Réthy, senza far chiasso, senza destare soverchie curiosità Solo il Vaticano, per l'udienza pontificia, lo accoglie da re - La polemica provocata dalle sinistre - Un comunicato ufficiale: "E' venuto con l'unico scopo di rendere omaggio al Santo Padre, >9 (Nostro servizio particolare) Roma, 12 giugno. Non passa domenica o giorno di festa che in questa. Roma del giubileo, in uno dei tanti rioni intorno alle antiche chiese o basiliche, si accendano di sera le girandole dei fuochi d'artifizio e razzi multicolori illuminino il cielo accompagnati dal festoso crepitare dei mortaretti e dall'alto rimbombo delle esplosioni. Dal Pincio e dal Gianicolo, dal colle del Quirinale a Monte Mario, i romani che frescheggiano si iiiEiiiMiiiiiiiiiniiiiitii iiiiiiiiii ninnili additano il cielo tinto di rosso, di verde e di giallo e dicono " li fochi ". Così ieri sera dal terrazzo del Pincio si scorgeva un bagliore Iridato nel cielo detta parte del Tevere a Ponte Milvio, e qualcuno disse che " li fochi " erano per re Leopoldo del Belgio, giunto quella stessa mattina a Roma in compagnia della moglie, la bella principessa -de Réthy; ma altri, ridendo dissero che i razzi e le girandole erano per "Santa Pupa", quella inesistente santa ohe secondo i romani protegge " li regazzir.i " dalle cadute e da altri malanni. Picf^g^cchiQ,.. ' in verità a Ruma di monarchi, di capi di stato e di governo, di personaggi dell'arie e' della scienza ne giungono tanti che non c'è vetturino di botticella il quale non possa raccontare di averne portato qualcuno a spasso nella zona dei Fori 6 suU l'Appia antica o addirittura a mangiare fettuccine in Santa Maria in Trastevere o a bere una tfojetta* di vino dei Castelli nelle osterie tra Campo dei Fiori e Palazzo Farnese. Smaliziati e cordiali sono i romani, caldi di fronte al buon vino e alla cucina succulenta, freddi dinnanzi ai re. E può capitare com'è successo sere fa in una osteria romana di Pavione, che uno alzò il bicchiere al passaggio dell'ambasciatore americano James Dunn dicendo «Bevo all'ambasciatore », e Dunn sorris» togliendosi il grigio cappello a lobbia. Perciò solo i giornalisti e i fotografi di ogni agenzia italiana e straniera sudano e si danno da fare alla il IMIM II 1111111 i I II I Il 111111111111 i i 1111111:11 caccia dei personaggi, escogitano strattagemmi, passano nottate in bianco, nervosi e allucinati, al servizio di un pubblico del mondo intero che non conosce « Santa Pupa » nè la filosofica stanchezza dei romani. Ecco perciò anche re Leopoldo, volutamente giunto come pellegrino, non ha sollevato eccessivo scalpore. Alla stazione, ieri, attorno ai due personaggi regali discesi dalla carrozza letto che li aveva trasportati da Ginevra, era un piccolo crocchio di persone che non destava curiosità, che si lasciava urtare dai facchini e fotografare da due o tre fotografi saltellanti come cavallette. Di personalità italiane nessuna era presente, e solo rappresentante del Belgio era l'ambasciatore presso la Santa Sede, signor Alexander Paternotte de la Vaillée con'alcuni compiti funzionari d'ambasciata. Non era presente nemmeno l'ambasciatore belga presso il Quirinale, e ciò per significare ufficialmente che a Roma re Leopoldo era come pellegrino per le pratiche giubilari e non quale sovrano, poiché sovrano egli non è ancora ritornato ad esserlo di fatto, e secondo il protocollo italiano e le convenzioni internazionali gli onori spetterebbero oggi al reggente Carlo se a questi venisse in mente ima è un paradossale pensiero) di prendere la via di Roma. Viene dunque fatto di domandarsi: Roma ospita un re o un privato pellegrino? Per il Vaticano Leopoldo è re; per il Quirinale egli non è che un pellegrino, e tale, pellegrino e' turista, rimarrà a Londra o a Parigi, finché con solenne investitura non avrà ripreso in mano lo scettro del Belgio. Ecco perchè, nonostante che sulla torre dell'orologio del Quirinale sventoli la bandiera ad annunciare la presenza in sede, del Capo della Repubblica Italiana ima Luigi Einaudi era oggi a Caprarola, una cinquantina di chilometri dalla capitale, ancora leggermente indisposto); Leopoldo Bassonia-Coburgo e la consòrte non varcheranno la soglia del Palazzo tra il lampeggiare degli elmi e delle sciabole dei corazzieri. Attacchi di giornali . Che per lo Stato della Città del Vaticano l'ospite sia re con tutti i crismi lo conferma il comunicato diramato dalla Santa Sede dopo la visita fatta stamane da Leopoldo al Pontefice che così suona: all Sommo Pontefice Pio XII ha ricevuto in udienza privata Sua Maestà Leopoldo II re dei belgi, il quale è venuto con l'unico scopo di rendere omaggio al Santo Padre — come già hanno fatto specialmente in questo Anno Santo innumerevoli fedeli d'ogni grado e nazione. Egli è stato accolto paternamente e intrattenuto per circa mezz'ora da Sua Santità. Dopo l'udienza del sovrano è stata introdotta la consorte signora principessa De Réthy nella biblioteca privata di Sua Santità e successivamente sono stati ammessi l'ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede e il seguito del sovrano ». E' la prima volta che un comunicato del Vaticano relativo al ricevimento di un alto personaggio assume un carattere polemico, il quaie nel caso specifico significa una valutazione politica e di portata non puramente locale. La Segreteria di Stato del Vaticano non muove passi che non siano attentamente studiati e il motivo di ta¬ ni mimili ni limimi i m le comportamento in occasione della visita di Leopoldo è da ricercarsi nell'interpretazione ohe la stampa romana di estrema sinistra ha voluto darne. Infatti è stato scritto st-xmane su uno di quei fogli che « Leopoldo in tende pr"ma del suo ritoi no al trono, tul quale è s'nto chiamato da una esigua maggioranza del paese, ricevere l'alta approvazione d-t Vaticano tanto da apparire aglx occhi dei cattolici belgi un sovrano ben visto dalla Chiesa. Il viaqgto a Roma di Leopoldo vuole essere quindi una riabilitazione del sottrano agli occhi dil mondo, un gesto compiuto dal Vaticano per su'vare ''un,cu mq^ narchìà i ■ittoliia d'KifOfai'. Pallida, vestita di nero Nel pomeriggio l'Osservatore Romano pubblica due accesi trafiletti contro i comunisti e nel primo intitolato "Le biscie" dice: "Se Leopoldo avesse avuto l'incondizionato appoggio del Vaticano, quale bisogno avrebbe di ulteriori approvazioni? ". E nel'secondo intitolato: "A capofitto!", incalza: " Si tratta di meschine congetture della stampa frontista. Sfidata per ben due volte a spiegare la fonte di tutto l'atteggiamento, i «com- llllllllllllllillll!lllll!llllllllllllllllll"llllllllllll pugni-» si sono trincerati nel silenzio più assoluto' e obbrobrioso!". Questa è l'eco più. risonante della sommessa visita di Leopoldo a Roma, salvo le discrete notizie di cronaca dei giornali pomeridiani che si limitano a riferire come la signora De Réthy fosso ancora più affascinante stamane nel cortile di San Damaso allorchè, pallida nell'accollato vestito nero, il capo coperto da un ricco velo a pizzi antichi di Fiandra, è passata compuntamente tra le alabarde delle guardie svizzere per seguire insieme all'augusto marito i sediari in casacca rossa che procedevano verso gli appartamenti papali. . Per il resto a Roma non si levava altro rumore per la presenza di Leopoldo. I vetturini delle " botticelle " sono pronti a portarlo sull'Appia Antica, ai Fori o all'osteria. Nella quieta zona dei Parioli, dove la coppia regale alloggia nella rustica villa affittata da Lady Berkeley all'ambasciatore belga, Paternotte, le balie continuano tranquillamente a portare a spasso rosei bambini in carrozzella, ignare della polemica sui " diritti divini " di Leopoldo tra il Vaticano e le Botteghe Oscure. Delio Mariotti