Ultime fasi del duello tra Bartali e la maglia rosa

Ultime fasi del duello tra Bartali e la maglia rosa oronaome: o Ultime fasi del duello tra Bartali e la maglia rosa Gino è guarito dai suoi disturbi - Koblet correrà a fine sta gione per una nuova casa italiana - Oggi la Perugia-Aquila (Dal nostro inviato speciale) Perugia, 9 giugno. I fatti più importanti della giornata di riposo che il Giro s'è preso, in questa bella, linda e tranquilla città dominante, dall'alto di un colle, i dolci clivi dell'Umbria, sono forse sfuggiti all'attenzione dei più. Essi sono: 1) l'aprivo a Perugia, fin da ièri sera, del signor Paschetta, dirigente del Centrò sportivo italiano; 2) la decisione presa da Koblet di impegnarsi a partecipare alle corse classiche italiane della seconda metà della stagione non solo, ma soprattutto a quelle dell'anno venturo per conto idi una ditta milanese — che potrebbe anche non essere la « Guerra » di cui ora, sotto la maglia rosa, Koblet così brillantemente rappresenta i colori. Non mancherà l'occasione di sottolineare la notevole importanza che dal puntò' di vista sportivo avrà il fatto di vedere il giovane Asso 'zurighese alla testa ai una squadra italiana -e delle benefiche, ripercussioni che esso apporterà alle nostre corse tanto bisognose di « uomini nuovi »; per intanto diamo alla svelta qualche particolare sulla venuta del messo romano, rilevandone le interpretazioni alle quali èssa può dar luogo. E' un fatto che Bartàli raccoglie su di sè la schiacciante maggioranza dei voti dei « tifosi» sportivi perchè-a vincere il Giro sia lui, superstite alfière del ciclismo italiano, e non già il giovane' straniero pressoché sconosciuto avanti che, vincendo la tappa - di Locamo, si portasse al comando della classifica e che tre giorni dopo, rivelandosi scalatore di classe sulle prealpi vicentine, s'imponesse all'attenzione generale come un avversario pericoloso per lo stesso Coppi sulle salite. Qualcuno, mettendo in relazione l'arrivo ■ a Perugia del signor Paschetta con lo spirito religioso di Bartali, arriva ad affacciare l'ipotesi che il messo romano si sia interessato perchè Bartali, nel Giro dell'Anno Santo non debba giungere a Roma battuto. Naturalmente questa è una ipotesi che gli sportivi non possono nemmeno raccogliere. Davvero che una manifestazione popolare qual'è il Giro e cara indistintamente a tutti gli italiani non merita di essere guastata da un deprecabile inserimento in essa di elementi estranei allo sport da qualunque parte essi provengano; e ai riguardo c'è da osservare che la venuta del messo romano e i suoi colloqui perugini hanno lo scopo di stipulare gli ultimi accordi con 4 promotori per l'udienza che ti Pontefice concederà giovedì a tutti i protagonisti del Giro, e se la presenza del signor Paschetta è stata contemporanea a certi lavorìi di corridoio nell'albergo di questa o di quell'altra squadra, trattasi di pura casualità, non essendo un mistero per alcuno che, avviandosi alla fine, è consuetudine nelle corse a tappe la stipulazione di accordi e di intese nelle quali il ruolo di occasionali alleati per la difesa del primo in clas sifica, o per l'ultimo tentativo di buttamelo giù, è appunto riservato ai corridori delle squadre che non hanno più voce in capitolo. Tutto ciò non significa tuttavia che Bartali sia ridotto a sperare nell'intervento in extre mis di forze estranee che gli risparmino ancora domani al a o a e à i d 3 ; l l'Aquila e doménica a Campobasso l'umiliazione di non aver potuto risalire il distacco verso Koblet. Che ieri egli non sia riuscito a liberarsi in salita dell'avversario non vuol dire che non debba ancora rinnovare il tentativo nelle due ultime tappe di montagna — dopo le quali il percorso sarà tutto in pianura per - arrivare a Roma. Il disturbo fisico che lo affliggeva all'inizio del Giro è avviato verso la guarigione; il morale è tutt'altro che in ribasso; oggi egli ha trascorso la giornata, si può dire, in famiglia, in compagnia dei genitori e del suo consigliere spirituale don Bruno Franci; dopo cena si è anche trattenuto a scherzare con l'attore Ninchi; e con i suoi amici si è compiaciuto di ricordare che proprio all'Aquila quindici anni fa riportò la sua primo vittoria fra i professionisti vincendone la tappa; perchè, al postutto non si deve ritenere Bartali ancora valido e pugnace, tutt'altro che rassegnato alla sua sorte, bensì in vigile guardia che un attimo di debolezza del l'avversario o una sua mossa sbagliata gli consentano di attaccarlo, sia con le sole sue forze oppure con l'ausilio di quelle de' suoi occasionali alleati? Anche Learco Guerra, un lontano giorno del '30 uestiua la maglia rosa allorché al piede della salita di Macerata, dove finiva la tappa, fu visto crollare di schianto, colto da una « defaillance » senza rimedio causata dal caldo e dai reiterati attacchi portatigli dagl avversari da lui fino allora dominati. Mica che si auguri altrettanto a Koblet, il Signore ce ne scampi e liberi, ma tutta la storia delle corse à tappe è ricca di colpi di scena del genere. Piuttosto c'è da esprimere ancora una volta la mortificazione di vedere il ciclismo italiano, una volta privato di Coppi, costretto a riversare sul solo Bartali tutte le sue speranze. Coppi e Bartali sono i prodotti — i magnifici prodotti — della generazione di anteguerra; ma, tolti essi, che un po' troppo leggermente avevano indotto a proclamare il ciclismo italiano «ti primo del mondo», ma tolti essi, chi rimane a degnamente rappresentare questo ciclismo adesso nella nostra corsa a tappe, domani nel « Tour »? Adesso che Coppi è assente e Bartali ad onta della sua sorprendente resistenza è costretto a rimanere sulla difensiva e solo si spera nel miracolo di una sua resurrezione, adesso ci si accorge che dietro la facciata di due insegne cosi illustri non vi era che la mediocrità, se un Kubler qualsiasi riesce a tenerli tutti dietro di sè come si può vedere dalla classifica. .. , Vittorio Varale Lo svizzero Koblet (a sinistra) alle prese con i fotografi durante la sosta dèi Giro a Perugia '(Telefoto)

Luoghi citati: Campobasso, L'aquila, Macerata, Perugia, Roma, Umbria