Bartali diminuisce il distacco da Koblet e Schaer vince la tappa a Perugia di Vittorio Varale

Bartali diminuisce il distacco da Koblet e Schaer vince la tappa a Perugia ORO NI ACME DELLO S PO R Bartali diminuisce il distacco da Koblet e Schaer vince la tappa a Perugia Gino primo sul traguardo di montagna dei Mandrioli attacca nella salita successiva, ma è raggiunto dalla Maglia rosa - Kubler passa terzo in classifica generale - Oggi riposo (Dal nostro inviato speciale) . Perugia, 8 giugno. Per coprire i 185 Km. della tappa da Arezzo a Perugia, i corridori hanno impiegato cinque ore e mezzo, ma essa, ha interessato soltanto per una Dentino di minuti — quanto durò l'attacco portato da Bartali alla Maglia Rosa sulla salita che porta al valico di Montccoronaro (20 Km. circa dopo il Passo dei Mandrioli) —, questo attacco era previsto. Ieri Bartali era stato attardato da vari incidenti, uno dei quali la caduta al piede della salita al Muraglione, gli aveva impedito di lottare ad armi pari, allorché Koblet partì per. andare a vincere' lassa il suo secondo minuto della giornata. Un colpo piazzato Di fronte alla bellisima corsa compiuta dal suo giovane rivate, era naturale che da varie parti giungesse a Bartali l'eco delle campane a morto del suo predominio di « scalatore alato ». Lui stesso dovette sentirsi mortificato pel risultato della tappa, e conseguente perdita di altri 2 minuti in classifica. Per quanto la sua popolarità sia sempre vasta, per quanto ora lo si consideri l'unico italiano che possa compiere il miracolo di risalire lo svantaggio e di battere Koblet, certo Bartali ieri ■ sera dovette avvertire la necessita di un gesto forte, di un gesto audace, che non soltanto rispondesse all'invocazione delle moltitudini, che in lui ravvisano una specie di « eroe » popolare, ma che di fronte a lui stesso lo riscattasse delle mortificazioni finora subite da parte del giovane avversario. E come gli doveva- certo esser giunta all'orecchio la notizia che Koblet accusava dolori alle gambe per avere adoperato un «rapporto» troppo alto sul Muraglione, e come certo dovettero pure riferirgli che allo stesso Koblet il dottore del Oiro aveva praticato due iniezioni di penicillina con' tro la foruncolosi — cosa che d'abitudine pt.ovoca debolezza in chi vi ricorre —, così Bartali decise di approfittare delle circostanze, e di affrettare tempi. «Se non l'attacco oggi che deve ancora smaltire la stanchezza della tappa di ieri — certamente dovette dirsi il fiorentino — quando l'attaccherò t Mica dopo la giornata di riposo a Perugia, che farà più bene a lui che a me ». Per piazzare il progettato « colpo » con serie -probabilità di riuscita, bisognava però che Bartali agisse di sorpresa. Koblet ha già mostrato troppe volte, in questo Oiro, di essere in grado di rispondere a qualsiasi dimostrazione di forza, perchè Bartali potesse illudersi di piegarlo in tal guisa. E poiché Guerra doveva aver raccomandato al proprio pupillo di star bene attento sui Mandriali, che lì certamente Bartali avrebbe cercato di fuggire, oltre che di guadagnare il minuto, così lo stesso fiorentino accortamente pensò che non sui Mandrioli ma un poco più in là, c'era il posto adatto per attaccare Koblet di sorpresa, una salita per la ' quale neanche Guerra è mail passato, e che nelle cartine distribuite ai corridori appare appena come .un dentino in confronto di quella che la precede. Polvere terribile Prima di arrivarvi, il toscano s'era già assicurato il minuto di abbuono in cima ai Mandrioli (con che, il suo titardo dalla Maglia rosa, scendeva 6 minuti e 12 secondi). L'ascesa, al valico era stata iniziata dal gruppo che in formazione compatta aveva percorso i primi 50 km. La strada s'innalza fra i boschi sempre più fol ti e sempre più neri, dapprima asfaltata e poi, negli ultimi 4 chilometri, terribilmente polverosa pei lavori di riassestamento, che vi si stanno compiendo. A mano a mano che si saliva, la folla e il caldo aumentavano. L'aria era rovente eotto il sole di mezzogiorno, la moltitudine si faceva sempre sdcsasmspiù fitta, lasciando aperto .uno a e stretto spiraglio pel passaggio della corsa. Il disordine era al colmo. Era un pittoresco disordine da festa campestre, che aveva invaso le radure dei boschi dove comitive facevano merenda, e che dilagava sulla strada, rendendola brulicante come una piazza il giorno di mercato. Seguir la corsa, cercar di vedere qualcosa di ciò che avveniva nel gruppo dei corridori, che si era frazionato in vari tronconi, è stata una impresa alla quale tutti i giornalisti dovettero rinunciare, e noi con essi. Mica vogliamo farci linciare dalla folla e tanto meno vogliamo danneggiare i corridori col lasciarceli venir addosso per vederli in azione: che sarebbe capitato di noi se oggi avessimo impedito a Bartali di arrivare primo ai 1173 metri d'altitudine del Passo dei Mandrioli t Uno sforzo superbo Perciò non ci rimane altro da fare che lasciar il campo libero a quegli invasati, e affiancarci al giudice di arrivo Garrone che, pur sballottato di qua e di là, riusciva a gridare i nomi dei corridori man mano che, sbucando nello stretto corridoio lasciato dalla folla, gli passavano davanti: 1°, alle 13 precise, Partali, seguito da Kubler a una diecina di metri (mezzo minuto di abbuono, sufficiente per prendere il 3° posto in classifica a Martini), e poi la Maglia rosa, seguita da SerSc Coppi, da Brulé e altri in fila. Per lunga e tortuosa che fos se la successiva discesa, le condizioni stradali molto migliori facilitarono il raggruppamento dei corridori, che all'inizio della salita a Verghereto e di là al valico di Montecoronaro, potevano assommarsi a una trentina. Gli altri seguivano a brevi distanze, ed avrebbero certamente ripreso anch'essi fra qualche minuto, se dopo un paio di curve non si fosse verificato l'attacco di Bartali Fu un attacco brusco, veramente imprevisto. Il fiorentino era partito dalla terza postelo' ne, drizzandosi sui pedali, buttando la bicicletta di qua e 'di là, quasi storcendone il manu brio. Proprio niente di bello come bellezza di stile e armonia nello sforzo, ma quanto potente, ma quanto veloce! Gli bastarono 10 pedalate per sopravvanzare tutti e portarsi in testa; e con altre dieci si avvantaggiò talmente che egli era già scomparso dietro la curva e la Maglia rosa non era an- qdfo cara riuscita a riprendergli quella trentina di metri perduti cosi rapidamente. Il duello che si credeva concluso ieri sul Muraglione, si era riacceso; adesso la lotta fra i due era aperta, dichiarata, faceva alzar in piedi gli occupanti nelle vetture che precedono o seguono la corsa Dall'alto di una curva, guardammo giù e vedemmo che Koblet, possata la sorpresa^ inseguiva poderosamente Bartali, e guadagnava terreno Adesso Bartali s'era risieduto sul sellino, e a testa bassa- con tinuava a spingere, come volesse bucare la montagna, entrarvi dentro, lui e la sua bicicletta. Più composto, con la schiena appena piegata e le braccia tese sul manubrio, la Maglia rosa aveva risposto all'attacco e stava mandandolo a vuoto. Tre chilometri almeno durò quella lotta, quanti bastarono a Koblet per riagganciarsi alla ruota di Bartali. Trecento, poi cento metri indietro, veniva Kubler. Anche lui era uscito dal gruppo al momento dolio scatto 'del fiorentino, ma ci impiegò molto più tempo prima di rientrare nella ristretta avanguardia; nel frattempo s'era visto Koblet vincere il traguardo a pre¬ ; ¬ mio posto al valico di Montecoronaro (metri 861); e Bartali dietro. A grandi svolte la strada scendeva nella valle del Tevere; ancora fra i boschi passavano i ciclisti ma le vociferazioni della folla erano cessate, adesso un grande silenzio ne accompagnava la corsa. Kubler riuscì a riportarsi coi primi due; per vari chilometri li vedemmo andar velocissimi dietro la maglia gialla del fiorentino; poi scorgemmo che Bartali gesticolava, e poiché di lì ad un attimo l'andatura cadde di botto, comprendemmo che l'invito del fiorentino a continuare la fuga non era stato raccolto dai due svizzeri. Peccato. Peccato davvero che lo spirito combattivo di Bartali non abbia trovato rispondenza né nella Maglia rosa né nel suo connazionale. Arrivano i ritardatari A quale tappa magnifica avremmo potuto assistere! Invece, invece ci toccò veder ritardatari farsi sotto ai tre dell'avanguardia, ci toccò veder il gruppo ritornar di sessanta uomini almeno; ci toccò veder Volpi fuggire in di scesa e guadagnare terreno, ci toccò veder uscire dal gruppo alcuni volenterosi e buttarsi alla caccia dei fuggitivi; ci toccò veder il groaso fare come tante altre volte in simiti circostanze, cioè disinteressarsi di chi si trovava avanti. Allora noi, come ripicca, lasciammo gli Assi al loro destino, e corremmo avanti, a veder come si mettevano le cose per la vittoria di tappa. Volpi era stato raggiunto prima da Fazio, e poi da Schaer e da Zampieri, ed assieme afferrarono al volo sacchetti del rifornimento a San Sepolcro (Km. 108). Di li un minuto passarono Serse Coppi e Pasquini. In quanto al gruppo degli Assi, il suo ritardo era già di 4 minuti abbondanti e da quel momento non fece che aumentare: all'arrivo era salito a 10. Che i sei fuggitivi li precedessero di tanto al traguardo, proprio non glie ne importava. Con tenti loro, contenti tutti, contenti specialmente i sei che si erano raggruppati ma che prima della salita in cima alla quale sta Perugia, nuovamente si frazionarono. A Fazio saltò la catena, ma avanti che rientrasse nell' avanguardia Schaer era già fuggito. Veloce, disperata fu la caccia che gli diedero Serse e Zampieri, mentri! Volpi e Pasquini subito avevano ceduto; tanto il fratello di Fausto che Zampieri (il corridore più piccolo del giro, con due polpacci enormi e una testa così grande che lo chiamano « Panettone ») si prodigarono per Aacciuffare lo svizzero. Tutto fu inutile; l'ex-Maglia rosa era stpstla scatenata; voleva vincere una tappa e ci è riuscito, arrivando primo con l'22" di vantaggio sui primi inseguitori, e poi tutti gli altri, come si legge nell'ordine di arrivo. Vittorio Varale Schaer sorride mentre taglia vittorioso il traguardo

Luoghi citati: Arezzo, Perugia, Verghereto