Coppi cade si ferisce e si ritira Bartali vince dopo una lotta superba

Coppi cade si ferisce e si ritira Bartali vince dopo una lotta superba Ili DRAMMA DEL "€JIRfr D?ITALIA„ FRA IìE DOLOMITI Coppi cade si ferisce e si ritira Bartali vince dopo una lotta superba Koblet, che conserva la maglia rosa, Kubler e Robic protagonisti della lotta sui colli (Da uno del nostri inviati) Bolzano, 2 giugno. Da due o tre giorni non ai faceva altro che dire (o scrivere) : « Ah, vi lamentate che il Oiro trascorra con una certa monotonia e che nessuna emozione, nessun brivido esso dia all'infuori delle solite fughe di questo odi quel corridore di secondo rango in prossimità dei traguardi di tappa? Aspettate venerdì, aspettate la tappa delle Dolomiti, e ne vedrete delle belle! ». Cosi stuzzicato, il destino è stato non soltanto generoso (di colpi di scena oggi ce ne ha largiti parecchi — e «no proprio non ci- voleva) ; ma anche maligno. Alle moltitudini che null'altro chiedevano che di poter accendersi-di entusiasmo nel leggere sui o-iornaH o nell'udire alta radio le vicende della tappa-chiave, esso ha risposto sì, soddisfacendo ' le le- pittime impazienze degli sportivi con l'offrirgli una corsa assai combattuta è movimentata, ma contemporaneamente li ha beffati in modo oltremodo crudele, con una cattiveria da nessuno meritata. E' ormai nota a tutti la drammatica avventura di Fausto Coppi, ohe tutti prevedevano irresistibile protagonista della tappa dei tre colli e che invece ora giace ferito e martoriato in una cameretta dell'ospedale di Trento. La sua corsa, volta a vincere per la quarta volta il Giro d'Italia, si è infranta in una banale caduta avvenuta in pianura, molto prima delle salite, mentre il gruppo procedeva senza troppo allarmarsi alla caccia di De Santi fuggito' in partenza. Sono passate più di dodici ore dal momento in cui vedemmo Fausto Coppi pallido e sanguinante, venire adagiato sull'autoambulanza che chiude la marcia del Giro e, con l'assistenza del dott. Cam'pi e del signor Zambrini, che è uno dei dirigenti della Bianchi, di cui il popolare corridore veste i colori, dirottare dal percorso della gara e dirigersi veloce, mente verso Trento, a quel pun to distante una cinquantina di chilometri. Sono passate tante ore, eppure il nostro spirito è ancora turbato. Allorché, stamattina presto eravamo partiti da Vicenza sotto un sole ben presto dileguatosi per l'accumularsi delle, prime nubi scendenti dui Nord eravamo si propensi ad accet- ma la strada era ancora in appena dolce pendenza. Dei cento corridort partiti, almeno una ottantina formavano il gruppo che, avvicinandosi a Primolano (km. 65) era stato ancor più distanziato dai solitario fuggitivo. L'incidente avvenne un cinque chilometri prima di questa località, in un tratto di strada asfaltata e abbastanza larga, fra l'erta pendice del monte alla destra e la sponda dello schiumoso Brenta alla sinistra. Il nostro Zannoni, che è stato dirottato alla volta di Trento, nelle colonne qui di fianco avrà fatto la cronaca esatta dell'accaduto, raccogliendone i particolari dalla viva voce della vittima. La corsa proseguiva. Quelli Che erano in testa neppure si erano accorti dell'incidente. Aspettavano che da un momento all'altro Coppi li raggiungesse, e ripigliasse il suo posto nel gruppo. Ma Coppi non sarebbe tornato nè presto né tardi; non sarebbe più rientrato nella compagnia dei suoi avversari che sono anche suoi amici nelle uguali per tutti traversie della corsa; chissà per quanto tempo ne rimarrà lontano. La notizia dell'incidente era già volata avanti; ad un certo punto incrociammo Serse che scendeva velocemente, per recarsi al capezzale del diletto fratello, anche noi avremmo voluto fare come lui, ma un alt-o dovere ci chiamava, no dovevamo seguire la corsa, noi tare ed a gustare tutte le emo¬ zioni che ci avrebbe offerto la corsa, ma davvero non prevedevamo che. di li appena due ore non un colpo di. scena dei soliti che usano regalare queste competizioni sportive, sebbene un vero e doloroso dramma umano avrebbe incatenato la nostra attenzione. Già appena ricevuto il "via", un corridore era schizzato avanti come ' il sasso lanciato da una fionda; era De Santi che a Bassano {km. 34) aveva già 8' di vantaggio sul gruppo. Era evidente che gli Assi non si preoccupavano molto di questa sfuriata. Avevano capito che si trattava d'una bravata del triestino; forse il modo di non trovarsi subito nelle retrovie una volta cominciata la grande salita i Dopo Bassiano hi corsa sfilò, sotto II Grappa, si inoltrò traf, le montagne sempre più alte, ddCuggdlccslqgBnpbtpp\im f, dobbiamo raccontare la corsa. E dispiace che proprio la drammaticità dell'incidente di Coppi forzatamente proietti un'ombra sulla pur degna e generosa impresa compiuta dagli altri atleti — che hanno dato vita oggi a una corsa delle più emozionanti che noi ricordiamo. Cerchiamo di raccontare alla svelta come essa si è svolta e come, alla fine, la tappa si sia coronata di questi tre fatti salienti: 1) .Magnifica e meritata vittoria di Bartali al traguardo di Bolzano e.sua avanzata dal.7° al. 2° posto, della classifica; 2) Koblet — secondo in volata dietro il fiorentino — mantiene il possesso della Maglia rosa dopo essersi rivelato arrampicaore di classe; 3) crollo di Ro\ic ohe, dopo esser passato in ■està -sui due. primi colli e sfiondo sul terzo,'ed aver 'fatto marte della ridottissima pattuglia di tesia, alle porte di Bolzano cede per un improvviso collasso e in pochi chilometri perde più di 13' indietreggiando al 13o posto della classifica. Fantastico inseguimento Anche un'estrema concisione è oggi doverosa nel racconto della corsa. E' giocoforza che esso sia contenuto in un quadro che, pure non trascurando gli elementi essenziali, non esorbiti nello spazio. A giornata di eccezione, un sistema di eccezione. Prendiamo gli uomini migliori, vediamo come si sono comportati sui tre colli e nel vertiginóso finale su Bolzano. Sul passo di Rolle (m. 1970, primo traguardo della montagna) una volta ripreso e superato De Santi, cinque corridori dominarono tutti i rimanenti, ed erano Robic, Koblet, Rossetto II, Cecchi e Bartali. I primi tre vi passarono in fila; i due toscani in ritardo di poche decine di secondi. Di corridori che in seguito riuscirono a riportarsi nella €Zona Gesarini» della tappa, e che non abbiam nominati, ve ne fu uno solo: Kubler. Passato lassù' due minuti e mezzo.dopo i primi, lo svizzero riusci a ritornare all'avanguardia a 40 chilometri da Bolzano, coronando un inseguimento che ha del fantastico. Ci spiace per gli altri corridori che non troveranno qui il loro nome, ma oggi dobbiamo badare soltanto ai primi. La lotta era ormai dichiaratamente impostata fra i cinque uomini : Robic — che era partito all'assalto suda prima salita — Bartali, la Afaglia rosa, Vittorio Rossetto e il sempre giovane Cecchi. Ma non rimasero sempre insieme. Già nella rovinosa discesa su Predazzo, percorsa sotto la pioggia scrosciante, Koblet aveva dovuto lasciare la compagnia a seguito di - una doppia foratura, e ridursi a inseguire con almeno 3' di ritardo dalla pattuglia dei quattro Con lui, nel tratto fra Predazzo e Canazei, cioè al piede del Pordoi, vedemmo che c'era anche Kubler. Fu quello, uno dei due spettacolosi inseguimenti coi quali oggi la Maglia rosa ha confermato le sue qualità di grande campione. Metro per metro egli riusciva a guadagnare terreno, a superare l'uno dopo l'altro almeno otto corridori che gli erano passati davanti. Allorché i quattro del l'avanguardia cominciarono a salire al Pordoi — che coi suoi 2240 metri è il traguardo più alto della tappa — egli non era che a trecento metri da essi, e dopo alcuni chilometri li riprende, poco dopo che Bartali aveva dovuto cambiare una ruota. Fango, pioggia, neve Anche la salita al Pordoi avvenne in uno scenario da tregenda: fango e pioggia contro i corridori, e freddo che ne tn tirlzziva le membra, e neve sui bordi della strada e nubi nere e basse nel cielo. Frammezzo a una folla enorme, Robic vinse lassù il suo secondo traguardo e ancora Koblet gli era alla ruota Terzi, a 18 secondi, venivano Bartali e Rossetto. Cecchi era scom¬ parso, e da quel momento non ritornò pia coi primi. Adesso i quattro. si erano buttati nella discesa su Arabba (km. 198); poi avevano lasciato la strada che porta a Cortina, e si apprestarono a superare il Giogo di Campolongo e poi il Valico di Gardena (metri 2121) avanti di gettarsi nella.omonima valle. , Ogni tanto, la lotta cambiava fisionomia; dapprima fu Koblet a dover cambiare per la terza volta una ruota; poi venne avanti di curva in curva la voce che Kubler, in ritardo al Pordoi di 2', stava oom* piendo uno straordinario inseguimento, e si avvicinava sempre più. Ecco infatti i passaggi per il terzo traguardo sul Passo di Gardena: 1. Bartali, seguito a pochi metri da Robic; -a 10" Rosscllo, a:2ff',;KuM6rJ a 40" X*MW. La discesa è fatale al savonese, per un guasto al < manubrio, che . gli impedirà di difendersi come pur potrebbe; e per un momento, un lungo momento, pare fatale anche per la Maglia rosa, che perde terreno fino a venir raggiunta dai ritardatari Cecchi, Ronconi e' Pedroni. Ma poi si rimette; ha mangiato e bevuto; la "cotta" gli passa e in Val Gardena si avvicina a Kubler. Durante gli ultimi 60 km. è tutta una serie di inseguimenti staccati, • che si combattono alla disperata. La Maglia rosa insegue Kubler, quésti insegue Robic che, a sua volta, è stato staccato di forza da Bartali. Ma al fiorentino scoppia una gomma nei pressi di Ortisei (km. 236). Egli viene superato dal francese, che cosi rimane solo, in testa a tutti. Mancano poco più di 30 km. all'arrivo. Ma i due svizzeri si sono riuniti e sempre sotto la guida instancabile di Koblet si portano sul fiorentino. E via tutti e tre sulle peste del francese, che a 17 km. da Bolzano viene raggiunto, e esattamente a 11 chilometri dal traguardo -viene staccato per le note ragioni. Sarà la volata sulla pista di terra.battuta che deciderà della vittoria di tappa. Koblet, crede che ci siano solo da percorrere i tre quarti di giro; attacca sul rettilineo opposto e passa, arrivando primo al traguardo dòpo viva e continua lotta con Bartali e Kubler; ma il fiorentino continua nello sforzo, ha capito che la Maglia rosa si è sbagliata, e ad onta della ■ tardiva ripresa di Koblet resiste, e vince la seconda volata, quella buona. Vittorio Varale Ordine di arrivo della Vicenza Bolzano (Km. 971): 1. Banali, In ore 9,o'51", alla media di km. 29,935 (tempo agli effetti della classifica ore 8,58'51"); 2. Koblet, stesso-tempo (agli efletti della classifica: ore 8,59'21"); 3. Kubler, id.; 4. Ronconi, a -2 V."; 5. Fedronl, id.; 8. Pezzi, Id.; 7. Pagllazzl, a 5"7"; 8. Zampini, ld.; 9. Rossello Vitt., ld.; 10. Magglnl a 5'22"; 11. Martini; 12. Wellenmann; 13. Zampierl; 14. Barduccl; 15. Magni; 16. Fornara; 17. Franchi; 18. Rossi; 19. Giudici; 20. Laureai, tutti col tempo di Magglnl 22. Bevilacqua, a '9'56"; 27. Robic a 13'35" (agli effetti della classifica generale: a'll'5"). Gran Premio della -Montagna Passo Rollo.(m. 1970):-1. Robic, alle ore 12,6'; 2. Koblet, id.; 3. Rossello Vittorio, ld. Passo Pordoi (m. 2239): 1. Robic, alle 14,10'; 2. Koblet, a 5"; 3. Bartali, a 12". Passo Gardena (m. 2121): 1. Bar tali, alle 15,32'; 2. Robic, ld.; 3. Ros sello Vittorio, a 10". Classifica del Gran Premio dalla Montagna dopo 11 7» traguardo: 1. Koblet, p. 23; 2. ROblC, p. 21; 3. Bartali, d. 13. Olas8ifloa generale: 1, Koblet, in 61,34'45"; 2. Bartali, a 5'42"; 3. Martini, a 741"; 4. Kubler, a 8'15' 5. Pedroni, primo degli lndlpen denti, a 11'07"; 6. Pezzi, a 12'34": 7. Magni, a 12'50"; 8. Magginl t 14'51"; 9. Fornara, a 15'45"; 10. Bre sci, a 17'37"; 16. Robic, a 18'50"; 17. Peverellt, a 23'; 18. Wellenmann G., a 23'09"; 21. Astrua, a 24'53 22. Cecchi, a 27'16";23. Schaer, a 28'15". Bartali fotografato subito dopo l'arrivo della tappa Vicenza-Bolzano, mentre gli agenti lo difendono dall'entusiasmo degli ammiratori. (Telefoto)