Einaudi in lieto colloquio con ministri e deputati

Einaudi in lieto colloquio con ministri e deputati Einaudi in lieto colloquio con ministri e deputati 1 1700 ospiti -Orlando si lamenta per la tardezza di Nitti e Sceiba s'intrattiene con un vecchio "nemico,, - Donna Ida a tavolino con le deputate Roma, 2 giugno. ' Verso, le cinque e mezzo un tendone di nuvole temporalesche s'allargò sopra i giardini 'del Quirinale, mentre l'orizzonte intorno era tutto chiaro e brillava il sole sui Castelli, nel grembo dei Colli e sui pi ni del Granìcolo ; e qualche minuto prima delle sei, quando i primi ospiti ■ arrivavano sul piazzale del palazzo, venne giù . l'acquazzone. Sembrò un dispetto personale delle potenze celesti (qualcuno notò poi che in un ricevimento di quasi duemila persone, che oltre al Governo, ai deputati, di' senatori, alle alte cariche dello Stato imprendeva anche personaggi per vario modo . illustri■ e amici del,Presidente detta ' Repubblica, non c'èra un sacerdote ), un dispetto celeste accoppiato a quello terreno • organizzato ' dal partito comunista, che ■ aveva indetto un comizio di popolo a San Giovanni per le sei e mezzo. Tavolini ohe volano Con ammirevole rapidità, agli ordini militari del comm. Carbóne, segretario generale della Presidenza, inservienti e camerieri' trasportarono nei saloni al primo piano i banL chi dei bar e i tavoliHetti già disposti-, nel giardino con tovaglioli™ e piattini di paste e tazzine e posate; e colla medesima rapidità, cessato l'acquazzone dopo dieci minuti e ritornato il sole, tutto fu rimesso come prima; tavolini, banchi, bottiglie, arredi, baristi e camerieri ridiscesero, nel giardino. Einaudi ■ tornò -giù anche lui e si portò davanti alla palazzina del Caffè. L'inizio ufficiale del ricevimento fu indicato dalla banda dei carabinieri, che incominciò a suonare Finnb di Mameli. Parecchi dei presenti si misero sull'attenti;, ma , la maggior parte dei parlamentari, o perchè non se ne fossero accorti o perchè non ci hanno ancora fatto l'abitudine, continuarono 'a ■ chiacchierare e a passeggiare finché anche quei disciplinati si dettero il riposo da sé. L'invito diceva: «abito da passeggio », ed era' interessante vedere come questa formula era stata interpretata. Il sindaco di Roma e il senatore angolani, forse perchè in rappresentanza del. Comune di Roma, erano in giacchetta nera e pantaloni rigati-e colletto duro a due punte, gli altri s'erano sbizzarriti a vestirsi come per. un tè o' per una scampagnata; vestiri grigi, verdi, gialli, marroncini. Qualcuno aveva preso la faccenda un po' troppo sotto gamba; un giornalista monarchico, era addirittura senza cravatta con il colletto detta camicia colorata rovesciato sulla giacchetta, ■ forse per dispregio verso questa repubblica che calpestava con le duemila scarpe dei suoi parlamentari il verde araldico dei prati dell'antica reggia. In compenso il repubblicano Pacciardi lo vedemmo passare preso in mezzo da juna coorte di bellissimi ammiragli colla sciarpa turchina a tracolla. Mentre gli ospiti più importanti si avvicinavano lentamente e già gremivano il piccolo cortile prospiciente il palazzetto del Caffè, altri uscivano dalla ressa e si perdevano turisticamente per i giardini e si affacciavano ai viali serrati da altissime siepi di bosso traverso le quali la luce del sole presso ai tramonto filtrava grata e preziosa. Bellissimi giardini, e di "non immaginata ampiezza -questi del Quirinale, disegnati dall'archi tetto Carlo Moderno sotto Paolo. V Papa, e rimaneggiati all'inglese sotto Gregorio XVI : ogni Papa i;i lasciò qualche cosa di sontuoso; Pio VI costruì la grande terrazza affacciata sulla città che si avvalla sotto, ai piedi di gigantesche muraglie, e risale rossa e gialla fino alla cupola di San'Pietro e ai pini di Monte Mario e del Gianicolo. Giungono fra i. primi a fare omaggio al Presidente e si seggono intorno a lui ad un tavolino il Presidente De Gaspori, i vice-Presidenti del Senato e della Camera Mole e Martino. Con passo straordinariamente leggero, come trasportato dalla brezza del crepuscolo ohe gli. agita intorno al viso la profetica barba e i candidi sopraccigli, giunge D'Aragona. Lo segue il maresciallo Bastico, tittto fasciato dai nastri di molti ordini: cavallereschi, dai quali pendono, e gli ondeggiano ai fianchi, croci, smaltate ai bianco e d'erro. .Arrivano; l'uno accanto àtt'allro, Orlando e IfiUi, la giovanile impazienza del primo male acconciandosi alla veneranda lentezza di passo del secondo; e De Gasperi e Molò cedono il posto ai due illustri vecchioni. Poi ar riva l'onorevole De Nicola; si avvicina sorridente e ritroso e con larga parlata napoletana rifiuta di sedersi sulla.poltroncina che gli offre il vice-Presidente del Senato: « Prima il Senato.— modula — poi i senatori ». Ma a questo punto il cronista potrebbe dire come il. poeta, «'chi potrebbe ricordare tutti ì nomi, elencare tutti gli eroiT ». Ogni tanto i giornalisti si additano qualche figura fra le più note, personaggi di cui la cronaca si occupa in questi giorni: Spataro, Togni, Cocco Ortu presentatore, della domanda di inchiesta parla meritare, il collerico senatore Tonello vestito di verde, con le mani ingombre del bastone, del cappello e di un fascio di giornali, e il ciuffo ai capelli pepe e sale sugli occhi. «Perchè non t'acqueti?» Sceiba, in un crocchio di giornalisti protesta perchè non ci sono signore. Anche Orlando giudica eccessiva questa austerità che bandisce le donne dal Quirinale: « E' un ricevimento tipo San Graal-», dice. Ma a poco a. poco una diecina di signore arriva nel cortiletto, un'altra diecina è apparsa nel giardino. Dicono sia -avvenuto questo. Dopo avere fatto gli inviti, millesettecentosettanta in tutto, si è -pensato che'ad invitare anche le signore gli ospiti sarebbero stati Al dóppio, troppi.in tem po di economie. Tuttavia non si poteva chiudere la porta in faccia alle deputate ed' alle giornaliste; qualche' aìtra signora ha violato là congegna; e allora hanno mandato a chiamare dònna Ida,.che è scesa vestita cosi semplicemente come stava nel suo ■ appartamento e ha radunato a un tavolino attorno a sé una diecina di signore. Passando accanto al tavolino e tendendo l'orecchio mi rendo conto, che la conversazione di queste .si. gnqre è molto seria. Odo la deputata angolani vronuveia re parolone di questo calibro: « Sacrosanta 'quitti di rivendicazioni », « cantieri di riqualificazione ». / militari fanno tavola a parte; c'è quella dell'Esercito, ouella della Marina, quella dell'Aviazione. Il generale Marazzani, capo della Casa militare del Presidente, riferisce gerarchicamente al comm. Carbone: a Stia tranquillo, i militari li ho presentati tutti io ». Alla tavola dell'Esercito un generale, con voce vibrata, dice al comandante del plotone dei corazzieri che è necessario mettere fuori tutti i cavalli sauri dal plotone. Il coman dante del plotone, sull'attenti, assicura che di sauri al plotone non ce n'è più, sono stati tutti sostituiti da cavalli bai. € Ce n'è ancora di sauri, li ho. visti io », afferma il generale. Sceiba fa come il sole e si trasporta da un angolo all'altro portandosi intomo un sistema planetario di giornalisti curiosi; ad un certo momento ha un amabile battibecco con Ciccio Longo, suo amico d'infanzia e nemico politico; « Per- ...fdie non vi mettete tranquilli una buona volta T » gli dice. « Lo dicevo l'altro giorno ad uno dei più grossi dei vostri agitatori: ma come, ti sei agitato per cinquantanni, hai fatto fame e.prigione, adesso che potresti stare finalmente tranquillo, chi f 'o ffa fa». Longo è uno- dei pochissimi della sparuta pattuglia dell'estrema ohe si è riuscito a radunare qui, perchè l'assenza del gruppo per via del comizio non avesse l'aria di uno sgarbo; dei parlamentari vediamo Giolitti, Platone, Berlinguer con la giovanissima moglie. Chi si allontana dal gremì to cortiletto e s'inoltra nel va sto .prato delle palme, ove sono sparsi i piccoli tavolini, trova un'aria modesta di sagra campestre. Seggono ài 'tavolini personaggi timidi, o che vogliono godersi in pace, la fresca sera odorosa della pioggia recente, ufficiali subalterni al seguito dei generali e degli ammiragli, qualche tipo solitario curioso soltanto delle statue antiche, dei giochi d'acqua, della meridiana di Urbano Vili. Una giornalista straniera si arrischiò tutta sola oltre il, piazzale dell'Altalena e il piazzale della Paulonia per il viale dei Leoni e il viale delle Rose finché si imbattè in ^lilllltlMIIMiMWIII1MLMllLITll»:iMlllMi::ilMMMM un corazziere che, non coni' prendendo bene ohe cosà cercasse, le indicò molto discretamente dove potesse nasconderai per qualche attimo; e restò meravigliato di vedere la sua cortesìa malissimo accolta dalla signora che gli voi ] tò bruscamente le spalle. Vicino all'atrio"1 d'ingresso, sulla terrazza affacciai {scuderie, la-burniti'BsTL_ ■Uteri suonava un pianissimo di qualche sinfonia classica, un pianissimo cosi in sordina che ' tcvflarrivare tutt'al più aipecchie di qualche inserte- curioso affacciato alle finestre del primo piano. ■ Paolo Montili

Luoghi citati: Comune Di Roma, Roma, Stia