Bizzi batte in volata a Livorno i compagni di fuga Rossella e Peverelli

Bizzi batte in volata a Livorno i compagni di fuga Rossella e Peverelli CRONACHE DELLO S O Bizzi batte in volata a Livorno i compagni di fuga Rossella e Peverelli Gliassi staccati di 5'- Bartali con Coppi e Robic, nonostante le ferite - Oggi il Giro arriva a Genova attraverso il Bracco (Dal nostro inviato speciale) Livorno, 26 maggio. Ieri sera e ancora stamattina prima della partenza, tabella della terza tappa alla mano, domandammo a più di un personaggio autorizzato: « Mi dica, è un percorso faticoso, di quelli che si chiamali duri, come per dire severo e impegnativo oltre il normale t ». Ci rispondevano che la tappa era breve, la più breve, dopo la Ferrara-Rimini del 6 giugno, di tutto il Giro; neanche 150 chilometri; proprio non poteva in nessun modo rassomigliare a quella di ieri. « Soltanto — aggiungevano — soltanto troveremo un po' di polvere dalle parti di Volterra. Ma per non prenderla, vi consigliamo di andare avanti ai corridori, molto avanti. Sarà una cosa di pochi chilometri ». Tre ore nel polverone Accidempoli! Di polverone ne avemmo per quasi tre ore; ed era un polverone di marca Cougnet, quello che l'ex-capo dell'organizzazione del diro aveva la specialità di saper scovare sui percorsi più impensati e di propinarlo ai corridori e a tutti quelli che seguono i corridori. Un polverone proprio coi fiocchi; e poiché il percorso si svolgeva tutt'altro che in pianura come ci avevano detto ma saliva e scendeva per scavalcare gli innumerevoli poggi della Val di Pesa prima, della Val d'Elsa poi e infine del Volterrano, andò a finire che ne venne fuori una tappa faticosa anzichenò, una tappa che per quanto discretamente combattuta da alcuni concorrenti, fnèntre ancora una volta gli assi stavano a guardarsi, in definitiva risultò percorsa alla media piuttosto modesta di 'SI chilometri e rotti. Mica con questo che si voglia diminuire il successo di Bizzi — che ha avuto la soddisfazione di vincere al cospetto de' suoi concittadini — e neppure negare ogni merito al savonese Vincenzo Rossello ed al lombardo Peverelli che assieme a lui entrarono allo Stadio di Livorno e ne furono battuti in volata, avanti che, con cinque minuti e mezzo di ritardo, facesse la sua apparizione il grosso, in cui c'erano tutti gli assi, maglia rosa compresa. Vogliamo solo dire che, se la corsa riusci faticosa e piuttosto lenta per tutti, fu principalmente perchè i corridori risentivano ancora degli sforzi sopportati nella tappa di ieri Una lotta a fondo si sarebbe potuta impegnare solo nel caso che Bartali, ancora malconcio per la caduta causatagli ieri da un incauto guidatore di automobile, avesse palesato fin dal principio di non trovarsi 'in condizioni di difendersi da un attacco, o da una serie di attacchi portatigli da chi ha interesse ad approfittare d'ogni occasione pur ai infliggergli .qualche ritardo in classifica. Quando, stamattina alle 9, ci recammo alla villa che Bartali si è fatta costruire in un'amena posizione d'oltr'Arno, lo trovammo a letto, che giocherelldva col suo secondogenito, un bel biondino con due occhi all'acqua marina che sono uno splendore. Robic primo a San Casciano Senza dire una parola, appéna vistici entrare nella calmerai Bartali sollevò un lembo del. lenzuolo per mostrarci il lato sinistro del corpo — la coscia, il fianco, il braccio, lacerati nella terribile caduta di ieri. — Fra poco verrà Colombo a cambiarmi le medicazioni — disse — chissà che male. Oli dicemmo qualche parola di incoraggiamento; girammo dall'altra parte del letto per sviare la sospettosa vigilanza del bimbo che al primo lampo del fotografo s'era impaurito e adesso si copriva il viso con un giornale e si turava le orecchie per non vedere e non sentire ti secondo « pum.! ». . — Si, certo che partirò — rispose il campione alla nostra domanda. — Ma non sono sicuro se potrò resistere nel caso m'attaccassero a fondo. Con queste ferite, capirà... Tre ore dopo, giusto in tempo perchè la partenza venisse data con l'abituale puntualit mitiche Bartali, coperto di fasciature, arrivava alle Cascine sul camioncino giallo della sua ditta, e assieme agli altri 104 corridori si lanciava verso Livorno. Neanche mezz'ora dopo, vgCadcrpCsFpfapmscsfPmvscnngspcdfdgcIstmsèpmsisfifrlsodccVSzse1Idove la strada prende a salire ttddcsrdgtcpdd1nrgTc3vtvsiaaRcthfiRrircsssdfiscqrvtppd verso San Casciano, pia il gruppo appariva frazionato. Con la fida « millequattro » lo avevamo preceduto, e dall'alto di una curva come da un balcone vedevamo venir su i corridori. In testa appariva una pattuglia di otto o dieci, con Coppi che tirava via alla svelta. * Ci siamo — pensammo. — Fausto è partito all'attacco perchè Gino deve essere in difficoltà. Dio l'aiuti ». Ma si trattava di un falso allarme. Coppi non era affatto partito all'attacco. In quel momento ci era apparso alla testa del gruppetto soltanto perchè allora allora aveva risposto a uno scatto congiunto del francese Lauredi assieme a Pasotti e a Rossello, e nell'immediata rincorsa qualcuno aveva potuto agganciarsi alla sua ruota. Di li a poco si accese un'altra scaramuccia, e nuovamente il grosso si frazionò: c'era da andare a guadagnare non so più quale premio su a San Casciano e Robic partì in volata. Ci riuscì, precedendo una lunghissima fila di corridori; e Bartali non era fra gli ultimi, sebbene proprio dietro a Coppi, come per dirgli: < Bada che sono qui; bada che non sono ancora morto ». Insomma, diciamolo . subito senza aspettare la fine della tappa, insomma Bartali si è rimesso, Bartali ha subito mostrato agli avversari che non è ancora scoccata l'ora in cui potranno averlo alla loro mercè. hi discesa a capofitto Eppure nel gruppo c'era sempre chi, per calcolo o per istinto, oggi pareva che godesse a stuzzicare il vecchio leone ferito. Bastava che qualche impaziente abbozzasse una fuga e subito Coppi correva a riprenderlo, continuando nell'azione. Ma ogni volta, benché sorpreso al pari degli altri, ogni volta il fiorentino rispondeva a ritornava dopo qualche chilometro sui primi. Dopo quasi due ore di corsa ci eravamo lasciati dietro la Val di Pesa e le sue bellezze Senonchè, avvicinandoci alla zona di San Gimignano, la strada asfaltata cessò di colpo e cominciò il tormento della prfupvincabveuuluetcgtfpmSlgtnpdmzdsamcgepsaipdtrtsIcglpsacsslripvd11111 ] m 111111111 ; 11111 [ i m11 ì il 11 ■ 111 m i : 1111 ( 11111 polvere e cominciò pure Za serie delle forature. Ce ne furono tante, ce ne furane troppe. Nello spazio di pochi chilometri vedemmo due volte la vettura della "Frejus,, intenta a soccorrere Kubler — che pei foruncoli dai quali è afflitto non avrebbe davvero bisogno di queste altre disavventure; e forò anche Bartali; e forarono altri, e Corrieri fece un volo giù da una scarpata uscendone malconcio anche lui. Un altro che stava male era OrteZH;, per quanto l'andatura non fosse micidiale, non ce la fece più a rimanere nel gruppo, e scomparve nelle retrovie. Al traguardo lo aspettarono fino all'ultimo minuto del tempo utile; arrivò che il cronometrista se ne stava andando. Stasera Ortelli ha richiesto alla giuria di essere rimesso in gara, ma non si vede come tale concessione gli possa venir riconosciuta. A causa del polverone si poteva veder poco della corsaj però supplivano i motociclisti a portarcene notizia, e anche le segnalazioni della R.A.I. colle sue piccole stazioni portatili furono utili ai giornalisti. In questo modo apprendemmo che c'era stata una fuga coi fratelli Rossello e il romagnolo Pezzi come protagonisti e che Còppi, come già nella prima parie della tappa, era stato il più sollecito pompiere a spegnere quel principio di incendio; in questo modo sapemmo che, proprio in vista dell'altura su cui è posta Volterra (chilometri 80),.il minore dei Rossello era nuovamente scappato e veniva su da solo. Ci fermammo ad aspettarlo. Il savonese passò con 55 secondi di vantaggio su una lunga fila che, con Coppi, Bartali, Robic, Schaer nelle prime posizioni, contava almeno una settantina di uomini. Poi, giù a capofitto nella discesa, anch'essa ignobilmente polverosa. A questo punto, pur arrischiando di andare a rompersi l'osso del collo, tre corridori riuscirono a sfuggire dal gruppo e ad avvicinarsi al fuggitivo. Era Bonini (che poi cadrà), era Bizzi, era Peverelli quello che al « Tour » a mo¬ ! i i 1111111111111:11111 m 11 f 111J [ i : 1111 j 11m f ■ 11 ■ i i j ■ : 1 l n e l o i i e i a e e a ù i i i ¬ menti perdeva un occhio per la caduta giù àall'Iseran, ma non per questo si fa prendere dalla paura. Dai e dai, Bizzi e Peverelli raggiunsero Rossello, e con lui proseguirono pei restanti settanta chilometri che mancavano a Livorno. Schaer in pericolo Ohe fece il gruppo alle loro spalle? Dapprima ci fu qualcuno che cercò di buttarsi alla caccia; ma la polvere sollevata dalle automobili impediva di vedere un metro più in là della propria ruota. Poi subentrò una specie di rassegnazione: nessuno degli assi pensò che valesse la pena di forzare per inseguire quei tre; semmai, spettava alla Maglia rosa di passare all'azione, se non voleva perdere il suo bene. Il distacco era di tre minuti a Ponte Oiìiori (km. W)> di cin- ?ue al bivio di Cecina (km. 16); continuando ■ così, certo la pattuglia avrebbe guadagnato altro terreno, e a Livorno uno dei'tre avrebbe potuto benissimo trovarsi al primo fosto nella classifica, giacché loro ritardi rispetto a Schaer variavano dai T25" di Bizzi ai 7'SO" di Peverelli. Ancora un colpetto negli ultimi-quaranta chilometri (finalmente si era ritornati sulla strada asfaltata); ancora uno sforzo, e coll'abbuono di un minuto da guadagnare nella volata c'era la probabilità che il pieveloce dei tre — come dire Bizzi — da stasera sarebbe stato Maglia rosa Ma nel finale venne fuori la reazione di Schaer e détta sua squadra. Nell'ultima ora di corsa si assistette al duello fra la pattuglia che fuggiva e i bleu-arancione che si alternavano in testa al gruppo perchè il ritardo fosse contenuto. In testa, specialmente Bizzi era spettacoloso. Ormai il livornese conta 84 anni; è vero che recentemente egli ha vinto U giro a tappe del Marocco, ma l'epoca sua migliore appartiene senz'altro al passato anche se si tratta di un passato ricco di vittorie e di soddisfazioni. Uno scarto in curva dove c'è un ponte in costruzione a pochi chilometri da Livorno lo mandava a gambe levate; ma sebbene pesto e sanguinante, pochi minuti bastarono al « morino » *pér~ ritornare coi primi, e di li a poco, davanti ai suoi concittadini in delirio, ecco Bizzi attaccare Peverelli sul rettilineo opposto all'arrivo, entrare primo nell'ultima curva, e resistere facilmente al ritomo di Rossétto. Esattamente cinque minuti e mezzo dopo entravano in pista i sessanta e più uomini del gruppo: Schaer era riuscito dunque a conservare il possesso della maglia rosa, ma il pericolo da lui corso è stato grave e domani egli dovrà stare bene attento se non vorrà che una spiacevole sorpresa lo attenda a Genova. Vittorio Varale Ordine di arrivo: 1. Bizzi (Guerra), che percorre 1 148 chilometri della tappa Firenze-Livorno In ore 4.40'M" (media Km. 31,850); 2. Rossello Vlnc. a 5 m°trl; 3. Peverelli. a lo metri; 4. Zanazzl R., a 5'31"; 5. Pagliazzi: 6. Logli; 7. Sforacchi; 8. Soldanl; 9. Martini; 10. Baroni. Seguono, con lo stesso tempo di Zanazzl, altri 58 corridori fra 1 quali Leoni, Bartali, Brescl, Fausto Coppi, De Santi, Dupont, Koblet, Kubler, Magni, Magglnl, Robic, Pasotti, Pedronl (primo degli indipendenti). Classifica generale: 1. Schaer (Svizzera, Arbos), In ore 17,36'56"; <2. Martini (Taurea), a 30"; 3. Bizzi (Guerra), a 54"; 4. Pedronl (Frejus). a l'30"; 5. Peverelli, a l'58"; 6. Brescl, a 2'38"; 7. Rossello Vlnc, a 2'39"; 8. Magglnl Lue, a 2'4S"; 9 Astrua, Coppi F. e Magni, a 3'2S"; 12. Bartali, a 3'39"; 13. Kubler e Robic, a' 4'18' 111 : j ■ 111111 ! r 11111111111111:11111 : i « 1111 i 11 r 11 [ 111111 s ■ i Bizzi, che ha alla destra Del Cancia, festeggiato dalle sue bimbe dopo la vittoria ottenuta a Livorno davanti a Vincenzo Rossello ed a Peverelli (Telefoto) Dal nostro inviato speciale) verso San Casciano pia il polvere e cominciò pure Za se