Martini primo a Firenze e Schaer nuova maglia rosa

Martini primo a Firenze e Schaer nuova maglia rosa NACHE DELLO S P O Martini primo a Firenze e Schaer nuova maglia rosa Coppi e Bartali in ritardo - Lo svizzero ha vinto anche il traguardo di montagna sulla .Raticosa - A Koblet la tappa volante - Gino e Robic caduti nel finale (Dal nostro Inviato speciale) Firenze, 25 maggio. Avevamo previsto giusto: la seconda tappa è risultata oltremodo difficile per le salite che si dovevano superare, e per le cattive condizioni delle strade nella sua parte finale, e ha dato luogo a una lotta cosi vibrante, e combattuta con tale piglio garibaldino che all'arrivo abbiamo visto a più d'un corridore, appena aceso dalla bicicletta, piegarglisi le ginocchia e adagiarsi sull'erbetta dello Stadio per ripigliare fiato dopo il gravoso sforeo compiuto. Attesa all'arrivo Ma uno di essi, che più di tutti gli altri oggi si era prodigato con ammirevole generosità, e avrebbe pur avuto diritto di filarsela subito all'albergo per ritemprarsi in un bagno tiepido e affidarsi alle ristoratrici manipolazioni del massaggiatore, uno di essi mi ca se ne andò via subito dolio Stadio, ma, col viso ancora tutto impiastricciato di polvere e la maglia stracciata in più punti per una caduta, se ne stava sotto il palco del cronometrista ad aspettare. Cosa, o chi, aspettava il corridore svizzero . Fritz Schaer della squadra dell'Athos (maglia arancione, e blu), adora allora arrivato secondo nella volata a tre con Martini e Pedroni, e vinto dal toscano per lo spazio di neanche una ruota t Aspettava nientemeno che gli dicessero ufficialmente se, dato il ritardo con il quale stavano arrivando i corridori che ieri l'avevano preceduto al traguardo di Salsomaggiore, dato il minuto da lui guadagnato due ore avanti per essere arrivato primo sulla vetta della Raticosa, e dato anche l'abbuono d'altro mezzo minuto pel suo secondo posto a Firenze, aspettava che gli dicessero che davvero egli era balzato al primo posto in classifica, che davvero era lui, da stasera, la nuova Maglia rosa, e non più Conte o altri del primo gruppo di ieri., andati perduti — come prevedevamo — nel corso della violenta lotta sull'Appennino, e poi sulle poi verosc e traditrici alture dei dintorni di Firenze. E quando l'annuncio gli fu dato, e quando gl'infilarono l'emblema del Migliore, aveste visto come gli brillavano gli occhietti arrossati per tutta la polvere presa, e quasi rimpiccioliti dalla fatica e dotta pena, sopportate, non solo per vincere il primo traguardo della montagna, ma anche, più di tutto, in vista della méta^J allorché rimasto con Martini e con Pedroni soli superstiti della lotta, per ben due volte fu colpito dalla sfortuna, ed entrambe le volte seppe risalire la corrente contraria, e riprendere i suoi avversari. Ben gli sta, dunque, la maglia rosa sulle quadrate spalle: è una specie di torello venticinquenne appena, non nuovo alla nostra corsa a tappe, e dotato di tali buone qualità, da lasciar supporre che non tanto facile sarà, per chiunque, di riprendersi, in quattro e quattro otto, il primo posto in classifica, nel quale da oggi si è insediato con mezzo minuto di vantaggio su Martini, e più di tre su Coppi e Bartali. Gli assi sorpresi Toh, guarda di chi si parla: si fa il nome di Bartali, si fa il nome di Coppi, degli « osai » insomma, dei celebri arrampicatori, dai quali pur oggi era lecito aspettarsi qualche prodezza, giacché la seconda parte della corsa era difficile e faticosa, e il signor cronista non ne ha neppure fatto cenno nel tessere l'elogio dello svizzero. Ci parli subito di loro, ci dica in ftetta e con la massima chiarezza: — Hanno avuto delle disgrazie, per le quali sono stati esclusi dalla lotta e dai primi posti, oppure hanno . battuto la fiacca, e ben gli sta se all'arrivo sono arrivati con due minuti di ritardo e Robic addirittura con tre? ' Certo che lo diremo; ci hanno qui mandato apposta, ma la narrazione precisa, seppur spedita e veloce delle vicende della corsa nella sua fase cruciale la facciamo poi; adesso alla domanda più urgente rispondiamo che disgrazie non hanno fermato i due campionissimi (salvo una caduta e una fora tura di Bartali alle porte di Firenze che gli fecero perdere la compagnia di Coppi e di Magni); sono stati sorpresi, invece, dalla rapidità, dalla risolu tezza e dalla violenza della battaglia, impostata fin dai primi dislivelli dopo Bologna da una pattuglia di dieci, por- i u o e i a cer lù a^J e lu e in a : noe, à, n no o go re a: a » ia or e a o zci io li e o a n c na elle la ano mi a di re aeu la ai na fatisi all'avanguardia fin dalla via Emilia; più tardi, cioè dalla Raticosa in avanti, ben cercarono di riportarsi sui fuggitivi; gli guadagnarono molto terreno, arrivando a meno di un minuto e mezzo da essi; ma gli mancò il cuore nell'ultimo sforzo. Ho impressione che Coppi abbia di proposito voluto restituire a Bartali la prova di « non collaborazione » ricevuta a Varese, e andò a finire che, se qualcuno della loro compagnia riusci a scappare avanti fino a raggiungere lo svizzero {non furono soltanto Martini e Pedroni, ma anche altri come vi diremo), essi rimasero indecisi quel poco che poi diventò tanto, se non gli permise più di riportarsi all'avanguardia, e dovettero accontentarsi di rimanere nella polvere delle vetture ed arrivare a Firenze, che già l'amico Fritz era Maglia rosa. Naturalmente essi diranno ch'è inutile forzare fin dalle prime tappe, per correre dietro ad avversari destinati presto o tardi a scomparire dal comando della classifica; noi siamo dello stesso avviso, ma questo non può obbligarci a sminuire o addirittura ignorare la corsa degli altri, in attesa del « dies irae » destinato a sommuovere la classifica dalle fondamenta al tetto con l'ordine d'arrivo a Bolzano... Perchè oggi davvero si è vi sta una bella corsa anche se gli Assi non vi hanno brillato; alla ribalta si sono successivamente portati dei corridori, dimostratisi combattenti risoluti e pugnaci, tali da farci presagire, per le prossime tappe montagnose, emozioni non me no piacevoli di quelle oggi provate. Caccia agli abbuoni Naturalmente, che fosse una prodezza quella di Sforacchi, il quale, pel gusto di passar primo nella sua città, partì in volata avanti Reggio Emilia (km. 60) e vi riuscì, guadagnando una grossa forma di formaggio e dodicimila lire, se fosse una prodezza proprio non si può dire, giacché la sua fuga non fu presa sul serio, e fu lasciato che avvantaggiasse continuamente (dal minuto di Reggio ai quattro minuti di Modena, è qui altro grosso formaggio come premio). Ma avanti del passaggio a Bologna (km. 118), dov'era posta la prima tappa volante del Giro, con relativi abbuoni di tempo, la sua fuga s'era bell'e sgonfiata per merito di una decina di uomini che, schizzati via di sorpresa dal grosso, lo avevano raggiunto. Nella volata, la meglio spettò allo svizzero Koblet davanti a De Santi; ma noi non ci interessammo tanto di questo episodio, quanto del ritardo che già avevano accumulato gli assi, e che si cifrava in quattro minuti. * Niente paura —• ci dicem mo — adesso pieghiamo verso l'Appennino; faremo a ritroso la strada della Raticosa e della Futa che i tedeschi presero di corsa sotto la spinta della Vili Armata, e vedrai che sulle salite i fuggitivi saranno ripresi ». Che dispiacere veder le proprie previsioni crollare co me un castello di carta; ma anche che piacere veder una bella corsa come la seppero impostare i cinque migliori del gruppo in fuga! Erano rimasti all'avanguardia i due svizzeri Koblet e Schaer, e gli italiani Pagliazzi, Castellucci t Zampieri; la lunga, non ripida ma estenuante salita al passo della Raticosa (m. 968, km 173) lì aveva dapprima liberati dei loro compagni di fuga, poscia, nell'ultimo tratto, ne de lineò maggiormente i valori cosi che, sparito Pagliazzi per foratura, lassù i passaggi avvennero in questo ordine: 1. Schaer alle 15,10; 2. Koblet a 3 metri; 3. Castellucci a 32'' 4. Zampieri a 42". Passò del tempo avanti che apparissero gli altri; ma essi già avevano guadagnato molto terreno. Ecco i distacchi dal primo: a l'40" Bartali e Robic, a l'53" Coppi, a 2' Kubler, a 2'10" Vittorio .Rossetto, Peverelli e Pedroni, a 2'30" Magni, Bresci, Martini e altri Ormai la corsa era entrata dsmttarardpFccditRaroanvsnldvr- nella zona delle salite e delle i a l . o o a ò n . a a r o n difficoltà, e vi sarebbe rimasta per i 70 chilometri che rimangono da percorrere avanti di giungere a Firenze. Quanti cambiamenti vi sarebbero avvenuti, di quali emozioni sarebbe stata prodiga? Fu davvero una bella lotta, ardente e senza respiro. Schaer riesce in discesa a liberarsi del suo connazionale, e da solo prosegue verso il passo della Futa. Dietro a lui il gruppo, chiamiamolo degli assi, si ricompone e lo insegue a meno di due minuti. Erano rimasti in cingile soltanto; erano, naturalmente, Bartali, Coppi e Robic, ai quali erano riusciti ad agganciarsi i due * grigiorossi » Kubler e Pedroni. Ma, o che Schaer avesse messo le ali, oppure che la loro reazione non fosse adeguata alla velocità dello svizzero, fatto sta che parecchi ritardatari non tardarono a riportarsi in loro compagnia, che verso il duecentesimo chilometro veniva a contare una quindicina di componenti. lnrAnimi eccitati La strada va su e giù, a groppe e a balze; lo sforzo era grave per tutti i ciclisti. Possibile che si dovesse continuare così fino a Firenze? Ma prima che la compagnia si ingrossasse ancora, già cingue corridori erano sfuggiti alla benigna vigilanza dei « capi » ed erano, a varie riprese, andati a raggiungere Schaer. I loro nomi? Eccoli: Martini, Bresci, Pedroni^ Pezzi e Froslni. La corsa era dunque nuovamente entrata in un'altra fase, destinata tuttavia a non durare a lungo. Qualche foratura (Pezzi e Bresci), la durissima salita del Pratolino frammezzo a una folla urlante, che appena lasciava ai corridori lo spazio per passare, sminuzzavano la avanguardia, riducendola al solo svizzero e alla coppia Martinl-Pedroni. Le emozioni non erano ancora finite: in una curva difficile, Schaer ruzzola a terra e perde trecento metri. Insegue, sta per raggiungere i suoi avversari, allorché una nuova foratura ne arresta l'impeto. Eppure riuscirà ancora a riagganciarli prima della discesa su Firenze, a dell'arrivo sulla terra, battuta dello stadio. Della volata già stato detto: e buon per Martini che abbia avuto l'accortezza di entrare per primo in pista e condurre in testa l'ultimo giro e l'ultima curva, che II ritorno di Schaer fu talmente veloce che ancora venti metri e sarebbe passato. Dopo l'arrivo isolato di Bresci, ecco apparire (a due minuti giusti dai primi) Coppi, Magni e qualche altro. Ma Bartali non c'era; non c'era Gino che pur le ultime notizie davano, a trenta chilometri dall'arrivo, anche lui nel gruppo degli inseguitori. La folla che gremiva lo stadio trepidava per la sorte del beniamino non solo di Firenze, ma anche vanto del ciclismo. Che gli era successo? In base a serie testimonianze, il fatto — del quale stasera si parlava molto e che avrà forse un seguito —. il fatto si sarebbe svolto così. Nel trattò accidentato del percorso fra il Pratolino e Le Croci (sul culmine del primo Còppi, Bartali e Robio passarono nettamente primi della loto compagnia), il biancoceleste forava. Mentre egli si buttava ■ all'inseguimento, Bartali e Robio erano naturalmente partiti come due palla di cannone, ma il loro sforzo era ostacolato, da una macchina del seguito, forse involontariamente, ma in modo tale che, purtroppo, causava la caduta di entrambi. Prima che Bartali e Robic in quel bailamme potessero rimettersi, Coppi era già passato. Per colmo di sfortuna, il fiorentino doveva fermarsi ancora una volta per cambiare una ruota; ciononostante riprendeva il francese, e lo superava nella discesa su Fiesole. Stasera gli animi erano alquanto eccitati, ma il riposo e la facile tappa di domani (148 km. da qui"a: Livorno) certo riporteranntì^à- serenità nell'ambiente del Giro le cui vicende, come si vede, oggi sono state ben più emozionanti di ieri. Visorio Varale Sulla Raticosa primo traguardo della Montagna: Schaer bàtte Koblet e guadagna 1' di abbuono (Telefoto) atisi all'avanguardia fin dalla difficoltà e vi sarebbe rima Martini festeggiato all'arrivo a Firenze (Telefoto)