A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina

A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina L'ispettore Brun insieme all'uomo che era stato condannato a morte in luogo del vero colpevole, è passato ieri da Torino - Si reca a Milano ad incontrare Gino Corni, l'altro'italiano del quale egli riuscì a stabilire l'innocenza Diventare celebri per esser riusciti ad assicurare alla giustizia il numero più alto possibile di ricercati, è comprensibilmente la méta di tutti 1 poliziotti : meno comprensibile è che lo stesso obbiettivo possa esser raggiunto col fare uscire di carcere i detenuti. Eppure, è con questo secondo sistema che Jean Pierre Brun ha raggiunto la fama di miglior segugio di Francia. Il nome di questo ispettore di Nizza — dall'aspetto modesto, quasi insignificante — è conosciuto anche da noi per la parte preponderante da lui sostenuta nelle indagini che portarono alla liberazione, di Gino Corni, il soldatino italiano, ingiustamente condannato per omicidio in Provenza. Ieri, M. Brun era di passaggio a Torino, diretto a Milano per assistere alle nozze di una sorella di Gino Corni. Lo ab-r biamo visto scendere di macchina, insieme ad un signore e a una signora, e ci siamo intrattenuti con lui rievocando episodi di quel caso famoso IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIUIIIIIIIIIIIIIU Anche questo signore, Garacione — diceva ammiccando — amico di Gino Corni: l'ha onosciuto in carcere quando ra condannato a morte...». L'ispettore sa per lunga praica come trattare con i giornalisti: dopo la battuta ad efetto, tace e sorride. Ma poco dopo, a turno dalla bocca dei re, ecco una delle storie più trabilianti di questo dopoguerra, la storia di come Brun abbia salvato un italiano dalla ghigliottina. . Nizza, 1945: la polizia cerca affannosamente Giuseppe Garaccione, quarantenne, da Apricale, accusato di aver messo nelle mani della Gestapo 'israelita dott. Semamà. L'ispettore Brun è incaricato delle indagini: si apposta per ettimaner davanti alla casa del ricercato, dove vivono la moglie e due figli; si'nasconde per giorni nella loro sofitta, poi nella loro cantina. Tutto inutile. Brun si sposta a Marsiglia, gira tutti i bistro del Vieux Port: ancora nesuna traccia. Comincia a girare di. carcere in carcere, ad nterrogare tutti i capi e le spie della Gestapo; e di volta n volta, è sempre più disorienato.. Nessuno ricorda Garaccione. Brun affronta Schultz, chtecistriqutednBala faddcalAclDddaDstlaccomcpCA1 inmciiiliiiiiiiiisilitiillltlitiiiiliiiiiiiitiiiiiilfiiliiillllli che fu dittatore di Nizza: al tedesco, sembra che a denunciare il dott. Semamà siano stati due francesi. L'ispettore rintraccia l'amante di uno di questi e da lei riesce fìnalmcn te a sapere il nome del vero delatore: un ragazzo di 17 anni, Daniel Averbouch, Partito per arrestare uno, Brun si trova ad inseguirne un altro: consiglia il Garaccione a costituirsi — cosa che egli fa — e, diligentemente, va a dare un'occhiata negli archivi della polizia per vedere :;e per caso non esista1 un dossier sul lAverbouch. Secondo e più clamoroso colpo di scena: Daniel Averbouch risulta condannato a morte a Nizza, fin dal '45, per aver consegnato ai tedeschi il dott. Semamà! Due condannati a morte, a distanza di un paio d'anni, nella stessa citta, per lo stesso crimine. La stampa francese insorge contro un simile caos, solo In minima parte spiegabile colla confusione dell'immediato dopoguerra; come già per Gino Corni, lo stesso presidente AurioI si interessa della cosa; 1 giurati di Aix en Provence infine, udita appena la testimonianza di Brun, assolvono colla formula ampia l'italiano, llil«liitiiiittiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiìiiiihi senza nemmeno ritirarsi In camera di consiglio. Dell'Averbouch, fuggito — sembra — in Belgio, non si hanno più notizie. Ma ai coniugi Garaccione poco importa; hanno riaperto la loro pescherà a Nizza ed eccoli ora in . viaggio coll'lspettore a salutare i parenti di Torino e di Calosso d'Asti, e ad assistere ad una festa familiare di Gino Corni. Due italiani che tanto devono a M. Brun; dice Garaccione: « è 11 mio secondo padre, perchè mi ha salvato la vita». Ma il piccolo ispettore si schernisce, stringendosi nelle spalle: «Né per Corni nè per Garaccione ne aiIlllMII*IlilSlllIIIlIIIIIIillllII1IIIIJIIlllllllìlllll" per tanti altri non ho nessun merito; &e»t seulcmcnt le ho* aard, ìe seul Dieu de nona detectivea ». Un motociclista si uccide cozzando contro un tram Ieri sera, verso le 23,30, un motoscooter che percorreva a tutta velocita corso Giulio Cesare, all'altezza di corso Brescia, andava a cozzare 'In pieno contro una vettura del tram n. 15. Il motoscooter si incastrava sotto 11 tram; 11 guidatore, trasportato al Martini, decedeva quasi immediatamente. E' stato identificato per Giuseppe Cortese, di 39 anni, abitante in via Lemle, 16. llllllllIllllliMtlllIIIIIIIIIIIlllIlllllllltlllIlllllllllI L'Ispettore Brun (a destra) colla signora e II slg. Garaccione, l'uomo che fu condannato a morte