La mostra di piante e fiori catalogo illustrato della primavera

La mostra di piante e fiori catalogo illustrato della primavera - L'inaugurazione a palazzo reale durante una schiarita La mostra di piante e fiori catalogo illustrato della primavera Erano le undici in punto — e, guarda caso, non pioveva, com'è tradizionale e immancabile alle inaugurazioni — quando il prefetto Carcaterra, seguito dal vice-sindaco Casalini e dal rappresentante del Tribunale, avv. Burzio, comparve sotto l'androne fiorito dell'ex-palazzo reale; e di buon passo, uno sguardo al cielo burrascoso, un altro alle belle signore che gremivano il portico, varcò la soglia d'un favoloso giardino d'Armida. ■ In questo modo apri i battenti, ieri mattina, 7'86.a Mostra del Fiore, organizzata da Giuseppe Batti,'presidente àéti'Associazione- orticola piemontese, col concorso del dott. Bertolotti, presidente della C.omv^issione tecnica municipale e di centottanta floricultóri che rappresentano, ciascuno ■ nel propria campo, /'olito della, categoria. ' Pia ohe una Mostra,'.,Cern¬ ora un catalogo illustrato del- ia Primavera; si va dal nonti scordardime all' orchidea, quasi chi dicesse dall'ago al milione; e ogni pagina ha i suoi colori e i suoi odori, che chiamano il pubblico come voci, facendolo oscillare da un'aiolà all'altra. Quanto, quanto pubblico. Si procede a stento in un bazar di corolle: qui si allineano le bizzarre calceolarie dai lobi tigrati, o svettano i morbidi pennacchi del lupino poliflllo {coltivatore Musso, di Chivasso);. la un'intera parete celebra le virtù del garofano, il più condiscendente dei fiori, che si piega à tutti i capricci della moda e a tutti i desideri del produttore, vestendosi in mille modi, semplice >o doppio, liscio o sfrangiato, garofano Ester, che le nozze di Elisar betta resero celebre, garofano Franca Eicardi, garofano giallo Ghersi; più in là ancora, una vistosa troupe di ortensie in tutu rosa e azzurro, che sembrano pronte per una danza di cui la signora Panetto sarà la regista. Si volta la pagina e lo spettacolo cambia. Eccoci nel reparto caciee, un mondo di aculei che sta tra. Z'aitimale e il vegetale: foglie blindate, lance in resta, grovigli di tentacoli; quella specie di cupola si chiama echinocastus grisonl; quelle torri fortificate sono le euforbie brasiliane, il cui fiore è fecondato dalle « sfingi », grandi farfalle notturne. Ma lasciamo queste piante drammatiche e certamente pazze, per recare i nostri omaggi a colei che rimarrà sempre, con facile retorica, la regina del fiori e una delie poche regine capaci di conservare il trono: la rosa. Ma le rose della Mostra non hanno nulla in comune con quelle, fatte d'ingenua mussolina, che crescono alla ventura negli orti; queste sono piante nate da matrimoni di ragione, come bestie di razza e ciascuna col suo pedigree sotto forma di cartello; su cui è scritto uh nome quasi sempre femminile, Lady Sylvia, IAlette Mallerin, Frau Karl Druschtki (destino bello e crudele, per una donna che ebbe la sua ora di celebrità, poter dire: «Ho vissuto per dare il nome a una rosa »). Anzi uno degli espositori, il signor Giaco-masso — padre di ciroa duecento varietà di rose mi prega di trovargli una madrina per due specie ?iuove, una (HaKo-aurora, l'altra rosaindiano, che gli costano, complessivamente, quattordici anni di fatica. Cos'è successo in questi quattordici anni"! Oh niente. Ci sono state appena tre guerre e hanno scoperto la bomba atomica. Ma per questi uomini sbrigativi e asciutti, che sfidano la natura gingillandosi con le specie e di una cosa ne fanno un'altra, il tempo non conta. Per. farcene un'idea, - entriamo nel salone dei "capolavori" (usciti dalle serre di Gandino e Vogliotti) e sfogliamo rapidamente il romanzo della Cattleya. Ognuna di queste piante, oriunde della Columbia e del Venezuela, dà uno, due o al massimo tre fiori; ma quando? In capo a otto anni se è normale, in capo a sédici se è ibrida, come la nuova Brasso Cattleya dai lobi sfrangiati di un delicatissimo lilla o l'enorme Anturium andreanum, che splende come vernice fresca. Questi mirabili prodotti della scienza botanica, tirati su con pran pena fra termometro. e calorifero, mettono sgomento. Anche perchè, diciamolo, costano, un occhio della testa. Penso che i nostri nonni, brava gente, avevano inventato il-linguaggio dei fiori: mughetto, civetteria; iris, cuore tenero, ciclamino, gelosia e così di seguito. Il che doveva facilitare parecchio l'espressione dei sentimenti, da parte di gio. vanotti timidi o illetterati. Anche oggi i fiori hanno un linguaggio, ma in ci/re; Provate, difatti, a inviare alla donna amata un gentile bouquet composto di mammole selvatiche {amor sincero), primule gialle (purezza) e gaggie (eternamente tuo); essa capirà difficilmente che il vostro amóre è puro e fedele. E forse telefonerà a un'amica: «71 Tale è incredibile.' Mi ha mandato dei fiori di campo. Se vedessi, invece, che meravigliose orchidee ho ricevuto dal giovine C.!ì>. Ripristiniamo, quindi, il linguaggio dei fiori, che rimetterà in voga quelli umili, alla portata di tutte le borse. c g. mneorasrosiszosul'Elediditrterafaripiorprandevrstl'vaocamICMMpLloDnotdi cheandisgiuvecte tuntoll'oza Mdoni o unnato censpbamape«Dcoatve sameni nea cuagMoginle dodasodrpaSaailLcstambitasi Faditivmtel illllllllllllIillllllllllMISIIIllIITlIt lìllllMlMI Bimbi estatici, davanti a fantasmagoriche « anthurium » aillllllIUUIIilMIIIIIIIIIIlilllllllllllllllllllilllllllllllllllllllllllllMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItllllllllllll

Luoghi citati: Chivasso, Columbia, Gandino, Venezuela