L'angosciosa festa dei mutilatini di guerra

L'angosciosa festa dei mutilatini di guerra L'angosciosa festa dei mutilatini di guerra L'invocazione di De Gasperì: "Alzate i moncherini al cielo perchè la Provvidenza benedica lo sforzo di chi lavora per la pace,, -1 bimbi erano lieti, i grandi piangevano Roma, 18 maggio. ■ iVon voleva piangere la signora De Gasperi perchè era una festa; questa strana festa di ottocento « pettirossi »; ma il suo cuore di mamma non ha retto alla commozione profonda di fronte a quei due piccoli moncherini. che, in gesto riconoscente di umiltà, le porgevano un fascio di bianche gardenie. E Andrea Insebrini, bresciano, di sei anni — sènza le. mani, senza la gambetta destra — aveva anche lui gli occhi lucidi, ma .di gioia, perchè per i mutilatini della guerra, era proprio una festa questa di oggi, nella quale si inaugurava la Casa del Piocolo Mutilato per accogliere ottocento innocenti vittime italiane dell'ultimo conflitto. Il « papà dei pettirossi» Il verde degli alberi, dei prati e delle siepi del Foro Italico, i vivaci colori delle bandiere e dei pavesi issati da tronco a tronco, soprattutto quei piccini vestiti a festa, schierati lungo la facciata della loro nuova casa, la semplice solennità della Messa al campo officiata mentre il vento leggero che scendeva dai colli scompigliava i capetti del celebrante, mons. Misuraca, tutti quei commossi, alti personaggi intorno a quel modesto santo che è don Gnocchi, tutto dava, insomma, l'impressione di una vera festa. C'erano De Gasperi con la consorte, e la moglie di Sceiba, i ministri Pella, Gonella, Marazza, Lombardo, Spataro, Aldisio, i sottosegretari Andreotti, Malvestiti, Clerici, MaZtntoppi, Martini, il Nunzio Apostolico, gli ambasciatori di Argentina, Panama, Uruguay, l'avv. Carbone per il Presidente della Repubblica, e tutte le personalità civili e militari della capitale. La « Pro Infanzia Mutilata », nata dalla bontà fattiva di don Gnocchi e riconosciuta in Ente, giuridico, ha cosi aperto oggi, nella ex-scuola di preparazione poditioa, il suo ottavo istituto dopo quelli di Torino, Genova, Parma, Pessano, Inverigo, Erba, Cassano, sei per i maschietti e due per le bambine. In essi tro vano alloggio, istruzione, cure e conforto i « pettiróssi » italiani, la nostra più penosa eredità della tragedia bellica: i ragazzi mutilati per bombardamenti di guerra guerreggiata, scoppi di ordigni abbandonati. Qui essi vengono preparati alla vita. La tragedia più opprimente di queste creature, consiste nel perseverare, anzi nel continuo rinnovarsi della propria sciagura e della propria sofferenza: ogni due anni circa, infatti, i monconi si sformane a causa della crescita e impongono nuovi e complicati interventi chirurgici. Quando poi, superata l'adolescenza, si affacceranno alle soglie della giovinezza, li attende, ultima e tormentosa, la battaglia della vita, nella quale dovranno amaramente sperimentare la propina condizione di inferiorità, rispetto ai coetanei, nella lotta per l'esistenza e nella conquista di un posto netta società. Tristezza e sorrisi Sono 15 mila i nostn « pettirossi » — come li ha battezzati don Gnocchi — e ad essi, oltre la direzione generale di assistenza pubblica del Ministero dell'Interno e l'Opera invalidi di guerra, provvede l'ente creato con scarsi mezzi, con enormi sacrifici e con meravigliosa abnegazione da don Gnocchi, che è oggi, per tutti, il loro papà. Così stamane, mentre per i mutilatini era giorno di festa, sul volto degli intervenuti si leggeva, tristezza e commo¬ zione, che pure si doveva mascherare con sorrisi forzati di fronte atta spensierata gaiezza dei fcimbi. Per questo c'erano motti occhi lucidi quando il « romanino » Fulvio Castellani, reggendo con i moncherini un foglio,' lesse parole di ringraziamento; per questo donna Francesca De Gasperi, prima di tagliare il nastro teso attraverso il portone, non seppe frenare le lagrime di fronte ai braccini mozzi che le porgevano i fiori del ringraziamento e si portò poi al petto, maternamente, la creatura segnata da un destino tremendo; pev^tfuesto il Presidente del Consiglio, nel suo breve dire, ha rilevato che «queste innocenti creature non sono un grave mònito soltanto, per la generazione che passa, ma lo song, soprattutto, per le generazioni future: bisogna che la guerra non torni più ». E con voce piana, quasi una invocazione, ha concluso: « Alzate i vostri moncherini verso il cielo per dire alla Provvidenza di benedire lo sforzo di coloro che lavorano per la pace ». 11 i 11 i 111111111111 ! 11 > 11 II 1111 f 111111 11HIT1111H111 i 1 Mentre personalità e autorità visitavano la nuova casa, i «pettirossi* facevano già sentire il cinguettìo gioioso di spensierati giochi, all'ombra di fronzuti alberi che Circondano il loro ridente asilo.

Luoghi citati: Argentina, Genova, Inverigo, Panama, Parma, Roma, Torino, Uruguay