LE GRANDI FAMIGLIE

LE GRANDI FAMIGLIE LE GRANDI FAMIGLIE Chi percorre i sotterranei dcll'Escurialc, trova scendendo di cripta in cripta, una straordinaria raccolta di sepolcreti. Vi sono tombe isolate, e quasi messe in un canto; altre raggruppate e ammassate per età, per rango, per sesso dei defunti: alcune nude lapidi, le più cospicue con marmi colorati, fregi àurei, statue oranti o supine. La luce, che nella cappella dei re di Spagna è morbida e diffusa, si offusca, per i personaggi minori, nelle gallerie, sino alla penombra. L'impressione che si prova uscendo dalla . lettura delle Grande* familles' di Marcel Drouon, non è molto dissimile da quella del visitatore dell'Escuriale provveduto dell'abitudine alla meditazione. Morti e ■ funerali a iosa, nelle Grande! familles e nel suo sèguito, La chute des corps (Parigi, ed: Julliard, 1950, frs. 450), lezzo di cadaveri, una società in putre fazione. E non si tratta di eroi ■ immaginari, di fantastiche-vicen de. Autorevoli critici francesi, hanno parlato di romanzi chiave, e fatto nomi, o accenni, assa? chiari. Il poeta celebre, ac-cademico di Francia, la cui agonia apre Les grandes familles, è da riconoscere in Paul Valéry, 0 piuttosto in Henri De Rcgnier?- Il ministro dal ciuffo argenteo è Paul Boncour? Il com mediografo è Bernstein? Parrebbe, 'giacché dichiara non esser arrivato all'Accademia perchè israelita. Nei profili di uomini d'affari, ci sembra di veder pas sare Otto Kriiger, ma c'è anche un Rotschild? Certo, l'affresco di Marcel Drouon è gagliardo e rivela' un nuovo e potente scrittore. Quand'ebbe, nel 1948 il Premio Goncourt, non ce ne curammo, avvezzi a lasciar che 1 campioni corrano, e — se vai gono — a ripigliarli al secondo 0 terzo libro. Adesso, possiamc aprirgli credito. Nel romanzo francese, ritornano periodicamente alcuni temi sociali, variando solo lo sfondo, gli scenari. La conquista di Parigi che il Rastignac balzachiano e i suoi compagni intraprendo no, ricomincia cinquant'anni do po con i Rougon-Macquart zo liani. Minor tempo separa questi ultimi dai Déracinés di Barrès, con le diatribe parlamentari di Leurs fìgiires, a cui La chute des corps sembra far eco. Viene la guerra del '14 e Les Thibault di Roger Martin du Gard, L'ordre di Marcel Arland, ritentano l'affresco. Fra le due guerre, il Gilles di Drieu La Rochelle, riflette la decomposizione che porterà alla catastrofe del 1940. Ora entra in campo Marcel Drouon col personaggio — tradizionale — del professorucolo figlio di contadini che* dà la scalata alla donna, al Parlamentò, alla fortuna; Non c'è niente di nuovo, la preda è sempre quella, cambia solo l'orchestrazione narrativa e stilistica. Balzac, dipingeva con la minuzia di un inventario, e .ogni tanto una ventata dram manca scuoteva le pagine, una vampata illuminava le figure Zola procedeva a grandi effetti robusto, sommario, e la realtà trita diventava visione. Barrès, nato mandarino, incideva col bulino, sarcastico e disgustato scene e ritratti. Per Drouon, si è parlato di una discendenza o scuola maupassantiana, di BelAmi quale antenato. Non scarto il riferimento, ma Les Thibault vengono prima. Del poeta capostipite, il conte Jean de La Monnerie, assistiamo al trapasso. Chi ne scrive il ne crologio è il professore arrivista Simon Lachaume, che al termine del secondo tomo, avrà fatto cadere il primo ministero, e attenderà un Sottosegretariato Chi l'ha assistito, sono il celebre medico Lartois, suo collega all'Institut, e la nipote Isabelle, la quale incinta per opera del professor Lachaume, sposerà un vecchio signore, e ne esaurirà le ultime energie amorose sino a trarlo al sepolcro. Simon Lachaume che aveva una moglie incomoda, divorzia, e comincia da buon politicante, a ricercar la compagnia delle attrici. Però, la sua vera ninfa egeria, è una signora, che tra i cinquanta e sessanta, continua a governare dal proprio letto i governanti, con ragionevoli turni. Chamfort diceva fino dal Settecento che la miglior scuola per farsi strada nel mondo consiste nell'ascoltare con pazienza i discorsi dei vegliardi, e nel concedersi alle ultra quarantenni; Simon Lachaume, da buon professore, co nosce i classici, e ne applica gl 1 insegnamenti. Quindi, coltiva prima ancor della ninfa politica, la vecchia amante del poeta Jean de La Monnerie, compianto sgabello della sua fortuna Lartois, che non è figlio di contadini, resta in amore più incer io e svagato forse perchè meno Sitante; tuttavia tenta anch'egli :il colpo con Isabella, e svolazza dyoii qualche altra compiacente fanciulla. ajLa 'figlia unica del poeta, Jacojfeline de La Monnerie, ha sposi») il barone Francois de Seftoudler, di una famiglia d fidjinzieri, il cui fondatore e un satrapo, un burgravio. Il marita intrappolato dal fratellastro d Jacqueline in un affare pericoloso, abbandonato alla sua sorte dal padre geloso che non vuol lasciarlo emanciparsi, si uccide E Jacqueline, dopo una crisi mistica, sposa un bell'ufficiale co loniale, che l'inganna e poi, al coolizzàto, la sopprime e torn; in Africa. Il fratellastro, muore all'ospizio dei matti. Il patriarca della famiglia Schoudler, perduto il patrimonio e denunciato «Ila Camera, si spegne fra dolori atroci, amputato pezzo per pezzo. L'attrice che manteneva l'ufficiale prima c^e coswi sposasse Jacqueline, e dalla quale il fratellastro di quest'ultima aveva pr(efisepotaduLreDragchsciopgmtrgcdtrstcntecimseilcctrgpsvrzcleddFpddimmvsgvrpmmfevdpscdpUdmcvftdPmstrfissqlcddbggc1ppmncfseenodurqtsgmsaatscslslfgdsnppapgggudp preteso — e ottenuto — dei figli (e la storia del parto supposto, uno degli intermezzi comici) finisce amica dell'aspirante sottosegretario Simon Lachaume, dopo esser ripassata nell'alcova del rammaturgo che l'aveva lanciata, e che, giovinetta, se l'era goduta e più non se ne ricordava. La storia continua. Abbiamo cercato di riepilogare, per sommi capi, l'intreccio. Di atto in atto, assistiamo ai fuerali nazionali del poeta; alla raffigurazione della famiglia del grande finanziere, dal satrapo che l'ha fondata, al figlio debole incauto, alla nuora sensuale e sciocca, ai nipotini che promotion d'esser delle buone lane passiamo dalla persecuzione, de generazione e morte di chi ha messo il figlio del banchiere, contro il padre; alla caccia ài cinghiale in cui la vedova e l'ufficiale si scopron anime gemelle; dalle battaglie parlamentari, che travolgono il patrono dell'arrivista Lachaume; e al tradimento di costui, a quelle di alcova. Ci so no episodi in provincia, come il terribile dialogo fra la madre contadina e il figlio che la vuol imborghesire per forza onde pre sentarsi decentemente candidato; il romantico idillio fra un vecchio signore cieco, e la sua ami ca di sempre; penetriamo nell'o pedale, nel manicomio, nei retroscena teatrali, nei corridoi e gabinetti dei tabarins, nelle turpitudini della politica, della caserma, dell'Accademia. Libro vivo, colorito, brutale, che sa di reportage e di montaggio romanzesco, scritto con sobrietà, efficacia, tagliato da' mano maestra Dei molti che siamo andati leggendo in questi anni, solo i due di Hervé Bazin, ci paiono della stessa fattura, e interesse, Fra tante spappolature stilistiche pedanterie esistenzialistiche, sudicerie di omosessuali, Les grandes familles riconducono a una immagine della società crudamente pessimistica, ma non inverosimile e comunque senza tesi dichiarate; anzi, la peggior figura la fa proprio il paysan parvenu, per usare il titolo di un romanzo di Marivaux. Si è rimptovcrata a Marcel Drouon la mescolanza degli elementi puramente romanzeschi con altri frutto di osservazione personale e ciò mi par curioso, poiché non vi sono limiti alla rappresentanza della Comédie humaine. E mi piace molto in lui, oltre la schietta vena narrativa, la comica. Profilo di un generale mandato a riposo, che non sa conic passare il tempo, e si aggira fra U club, e gl'imbarazzi stilistici della redazione delle proprie memorie. Ritrattino di una specie di factotum in gonnella, con vocazione di accompagnatrice funebre, di lava cadaveri, che ritorna, qual marionetta, al cader del velario su ogni catastrofe. Personaggio molieresco del commediografo vanitoso e lussurioso, che vive fra pillole ed emetici, e approfitta della scenata di rottura con l'attrice, per farle firmare un contratto svantaggioso che la lega al suo teatro. Episodi di questo genere, mostrano quanto Marcel Drouon sia fedele allo spirito francese in ciò ch'esso ha di lucido, di sensuale, di sarcastico, e magari di crudele. Spettacolo in fondo lugubre, ma non senza risate e sogghigni. C'è da divertirsi, con Les grandes familles e La chute des corps: avviso agl'intenditori. Arrigo Cajumi

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