Assolta la ragazza che uccise il padre

Assolta la ragazza che uccise il padrePER SALVARE LA SORELLA Assolta la ragazza che uccise il padre // terribile dramma rievocato alle Assise di Parigi (Nostro servizio particolare) Parigi, 16 maggio. ' Tre donne, di 61, 28 e 26 anni, uscivano ieri sera dal Palazzo di Giustizia accompagnate da parecchi amici allegri e chiacchieroni. Nel gruppo soltanto le tre donne rimanevano ostinatamente silenziose. C'era un morto fra di loro. La più giovane, Adelina, aveva ucciso il padre, un anno' fa con una coltellata nella schiena, per difendere la sorella maggiore, Emilienne. Un'ora prima la madre aveva Implorato i giudici affinchè le restituissero la figlia. La Corte d'Assise aveva assolto la parricida dopo una brillante arringa di maitre Floriot, ma anche senza l'eloquenza del noto avvocato parigino Adelina sarebbe uscita libera dalla gabbia degli imputati. Perchè il suo delitto, sebbene orrendo, non poteva essere condannato. Non una voce s'era levata In favore della vittima durante l'udienza. Persino gli infermieri che avevano cercato <3d salvarlo si presentarono spontaneamente per dire che Eugenio Combon era insopportabile, testardo, bevitore e violento; e la moglie, una vecchietta tutta ossa che dimostrava dieci anni più della sua età, dichiarò: « Tutta la mia vita l'ho passata con un uomo mezzo pazzo ». Pazzo, Eugenio Combon lo diventava soprattutto quando aveva bevuto. Allora la vita era insopportabile nell'unica stanza dove abitavano in tre, in un sobborgo parigino. La moglie e la figlia Adelina sopportavano tutto, con rassegnazione, ma dal giorno che Emilienne, abbandonata dall'amante, dovette rifugiarsi in casa dei genitori, il dramma apparve inevitabile prima o poi. Emilienne era stata costretta ad affidare a un istituto 1 suoi due figli perchè 11 nonno non voleva saperne di quei due nipotini bastardi; e ae la prendeva continuamente con lei perchè aspettava un altro bambino. Il 18 maggio 1949 un telegramma avvertiva la famiglia Combon che il secondo figlio di Emilienne usciva dal sanatorio e ritornava a casa. Il nonno accolse male la notizia e diventò furibondo quando seppe che occorrevano settemila franchi per rimandare il bambino in collegio. La rotte fu tempestosa e l'indomani, come un pazzo, egli si precipito sulla figlia Incinta dandole pedate nel ventre; poi l'acciuffò per 1 capelli, la trascinò attraverso la stanza, infine l'afferrò alla gola e stava per. strozzarla allorché una coltellate in.mezzo alle spalle lo costrinse ad abbandonare la sua vittima. Era Adelina che, senza rendersi esattamente conto, di oiò che faceva, aveva • afferrato un coltello ed era accorsa in difesa della sorella Poi, disperata, tentò di buttarsi dal la finestra, ma ne fu impedita dai vicini. Trasportato subito all'ospedale, Eugenio Combon sarebbe oertamente guarito se avesse obbedito agli infermieri; ma si volle alzare prima che la ferita fosse rimarginata, e mori. I giurati hanno ammesso la legittima difesa dell'imputata, tra il padre alcoolizzato e la ragazza onesta eh»; difende la sorella minacciata di strangolamento non hanno esitato; Adelina è libera, ma non riesce a ritrovare il sorriso.' Perchè quel bruto che, aveva minacciato varie volte di uccidere i nipotini, e alle volte si divertiva a spaventarli tenenl doli sospesi nel vuoto fuori della finestra, quel sadico meritava la morte, ma era suo padre. m.

Persone citate: Eugenio Combon, La Sorella

Luoghi citati: Parigi