Il Ministro jugoslavo a Roma, le voci di annessioni

Il Ministro jugoslavo a Roma, le voci di annessioni Il Ministro jugoslavo a Roma, le voci di annessioni Roma, 11 maggio. ■ « Non ho nessuna conferma delle notizie relative ad un ristabilimento o ad un inasprimento del cosidetto blocco attorno alla zona B del Territorio Libero da parte della Jugoslavia. Per quello che è a mìa conoscenza la situazione del Territorio e lo stato dei rapporti fra l'amministrazione della Repubblica federativa popolare jugoslava e l'amministrazione della zona B sono assolutamente eguali a quelli che erano all'immediata vigilia delle recenti elezioni. Per quanto riguarda le intenzioni che si attribuiscono alla Jugoslavia j di procedere all'annessione de jure della zona B sono in grado di smentirle come frutto di una psicosi allarmistica e provocatoria che non certamente in Jugoslavia trova la sua origine e il suo alimento ». Queste le dichiarazioni che il ministro di Jugoslavia a Roma, signor Mladen Ivekovic, Ci ha fatto questa sera. Gli ab biamo ancora domandato: « E che può dirci del viaggio a Londra del signor Mosha Pijade?». « Anche questa è una notizia da smentire nel modo più reciso ». Mladen Ivekovic proseguendo a parlare ha. detto ancora che da parte del suo governo nessuna iniziativa diplomatica è stata contemplata per questi giorni, non si preparano colpi di scena, non ci si sente chiamati a decisioni risolutive. Per quello che in maniera generale può essere definito l'atteggiamento della Jugoslavia nei confronti dell'Italia dovrebbero servire le parole che il maresciallo Tito ha detto in questi giorni ai partigiani italiani recatisi a Belgrado in rappresentanza delle divisioni « Garibaldi » e « Italia» che combatterono in Balcanla durante la guerra di liberazione : « Dite al popolo italiano — raccomandò Tito — da per tutto dove andrete, che i popoli jugoslavi null'altro desiderano che il bene del popolo italiano e i buoni rapporti con esso ». Le dichiarazioni del ministro Ivekovic e la citazione delle parole del maresciallo Tito sor no state fatte in occasione di una conferenza stampa che ha riunito alla Legazione jugoslava i giornalisti italiani e stranieri ed i 36 partigiani che, guidati dall'ex-commissario politico della divisione « Italia » Carlo Cutolo, hanno compiuto in Jugoslavia per quindici glor ni una visita generale al Paese, Da testimoni come questi, reduci da un viaggio piacevolmente istruttivo e commossi da una accoglienza che da tutti e 36 è stata definita fraternamente cordiale, non si poteva naturalmente attendere che una relazione affatto favorevole. Noi la esponiamo quale ci è stata riferita senza tuttavia assumerne la responsabilità. Sulle condizioni degli Italiani a Pola, a Fiume ed in alcuni altri centri visitati da un giovane partigiano della «Pri¬ ma brigata proletaria» dichiara con sicurezza: « Sono migliori di quelle di cui godono gli stessi jugoslavi. Gli Italiani che abitano in zone non contestate — avverto subito che non abbiamo .visitato la zona B — sono considerati dalle autorità jugoslave un gruppo etnico che è opportuno corteggiare In qualche modo. Gli Italiani hanno perciò facilitazioni quanto al tesseramento, specie per ciò che riguarda 1 prodotti In-r dustriali ». « Durante la visita al maresciallo Tito — ha detto un altro — avvenuta nel più caldo spirito di cordialità e prolungatasi per ben tre ore ci siamo persuasi che la fiducia nutrita dal popolo jugoslavo verso il proprio capo è pienamente spiegabile per quello spirito veramente democratico e progressista che anima Tito ». Purtroppo i buoni propositi di Tito finora non si sono manifestati che con parole. v. g.

Persone citate: Carlo Cutolo, Ivekovic, Mladen Ivekovic, Mosha Pijade