Non si può sapere che cosa sia il siero per non invecchiare

Non si può sapere che cosa sia il siero per non invecchiare UN SEGRETO DELL'1NST1TUT PASTEUR Non si può sapere che cosa sia il siero per non invecchiare Bogomoletz lo estraeva dal midollo spinale di uomini morti violentemente, il dottor Bardarti lo estrae da animali -- "Sarà uno stupido sentimentalismo - dice un paziente - ma è meglio così,, - Se l'individuo è molto sano la sua vitalità giovanile durerà a lungo (Dal nostro Inviato speciale) Parigi, aprile. Mi capitò di leggere per la decima volta un articolo dedicato alla famosa cura per non invecchiare che porta il nome del dottor Bogomoletz e mi accorai che ancora — per la decima volta — non si diceva di che. cosi si trattasse. Dirò subito, per togliere la curiositi immediata, che la cura consiste in sei punture e nemmeno grosse. Sono fialette di poco più d'un centimetro cubo; e si iniettano nel modo più semplice, quello intramuscolare. Di solito due vengono fatte negli avambracci, due alle braccia e due alle cosce. Poi gli scienziati che intraprendono simile esperimento stanno a vedere; e per questo c'è un certo mistero intorno > alla cura che in Francia non si chiama nemmeno più Bogomoletz, ma sistema Bogomoletz perfezionato da Bardach. 8e c'è del mistero la colpa è di qualcuno, come più avanti si vedrà. Intanto tre notizie sono state raccolte: il numero delle punture che bisogna fare e come e quale è il nome dello studioso che oggi continua le ricerche iniziate sin 'dal 1900 da Metchnikov e da Bksredka e portate da Bogomoletz ad un impiego pratico. Verso i 150 anni n primo passo lo feci nel sapere dunque che a Parigi, se uno vuole sottoporsi alla cura di Bogomoletz, deve rivolgersi al dottor Bardach. Per meglio chiarire il racconto dirt> anche che Bogomoletz, dopo un lungo periodo trascorso in Francia, tornò in Russia dove morì nel 1946. Da allora non si sa come le sue ricerche siano state perfezionate; si sa soltanto che uno studioso francese, proprio questo di nome Bardach, ha scoperto un/i "varietà" del siero adoperato da Bogomoletz. Siccome cercavo qualcuno che mi dicesse : " La cura consiste in questo e si fa così", mi parve naturale andare direttamente da Bardach. Allora ci furono parecchie difficoltà. Amici mi avevano messo a contatto con certi loro conoscenti, questi, ultimi con un dottore e questo dottore mi aveva insegnato come dovevo fare. Bastava che io andassi alllnstitut Pasteur verso le undici e presentassi un biglietto da visita dicendolo però: " Mi manda Bardou". (Naturalmente il nome non è quello che ho scritto, soltanto l'iniziate è la vera). Avviandomi alla ricérca del dottor Bardach sapevo soltanto questo: Bogomoletz ha osservato che la senilità consiste nell'atrofia degli elementi specifici del tessuto cellulare e quindi nella presenza di un tèssuto connettivo ipertrofico. B sapevo anche che il famoso siero di Bogomoletz — lo chiamano antireticolare cito-tossico — vuole proprio ridare vitalità alle cellule del tessuto connettivo. Che cosa avrei chiesto al dottor Bardach, all'unico che può parlare di queste cose le quali dovrebbero portare l'età media dell'uomo verso i 130 e 150 anni? L'Institut Pasteur é in una strada che porta il nome del dottor Rouxj una via triste e con poco tràffico. Il portiere mi rispose che dovevo attraversare un viale, cercare il padiglione della * Febbre gialla», piegare a sinistra, continuare- un pezzo e poi salire al terzo piano. Tutto parve facile. Giunsi davanti all'ingresso che cercavo e subito ebbi la sensazione d'essere in una specie di reparto dimenticato. Ogni cosa era modesta, persino un poco trasandata. Al terzo piano mi trovai in uno stretto corridoio, alcune, persone andavano e venivano, altre aspettavano sedute su una panca, le spalle contro il muro. C'era poca luce, tutto era squallido, nell'insieme quel luogo mi ricordava un ufficio di questura che conosco. Da una ' porta uscì una signorina col camice bianco e mi rivolsi a lei, dicendo chi cercavo. Mi rispose parole vaghe ed allora aggiunsi: "Mi manda Sardou". Pronta mi disse.' "Aspetti qui". Intanto nella coda in attesa era nato un litigio. "Conosciamo l'educazione " diceva un uomo sui settanfanni ad una donna forse più vecchia e che temeva le rubassero il posto, là sedetti in fondo alla coda, vicino ad un tipo di mezza età, che leggeva il giornale. Mi mise gli occhi addosso, incuriosito più del necessario, poi domandò seccamente: " Qui per la cura t". Gli risposi di sì. "Operato di cancro?" domandò ancora. Questa volta lo guardai io, incuriosito com'era necessario e gli risposi: "No mi porto addosso un altro guaio ". Estirpato il cancro... Ripiegò il giornale e prese a parlare sottovoce. Mi raccontava che v allTnstitut è relativamente facile ottenere la " cura " gratuita se si è stati operati di cancro. Doveva essere il suo caso, ne parlava con quella compiacenza che molti hanno nel dilungarsi sui propri malanni. Aveva fatto cinque mesi prima la serie delle sei punture ed ogni settimana doveva presentarsi.per essere esaminato dagli assistenti del dottor Bardach. « E' in casi come il mio — disse orgoglioso — che si ottengono i migliori risultati. Estirpato il tumore, non si riproduce più ». Proprio in quel punto passò un inserviente con una grande cesta piena di conigli {d'altronde, poco dopo, m'accorsi che in una stanza c'erano due caprette). Usci una donna ed i primi in coda litigarono ancora per stabilire chi dovesse entrare per il controllo. TI mio vicino, per consolarmi dal momento che non essendo canceroso correvo il rischio di non venire ammesso alla cura, cominciò a raccontarmi la storia d'un ammalato di arterite, una malattia misteriosa, la stessa che ha il re d'Inghilterra. Quel tale, un diplomatico straniero, dopo molte prove inutili, era riuscito a procurarsi il siero di Bardach, che gli era stato concesso sempre'in via sperimentale. « Costa caro"! » domandai. Mi rispose di no, pensava che ITnstitut poteva cedere le fialette per circa millecinquecento franchi l'una. « E gli hanno fatto bene? » dissi. Rimase un attimo in silenzio. <Non in modo decisivo » mi rispose; ma subito aggiunse: * Si fanno esperimenti. In certi casi i risultati sono prodigiosi, in altri zero via zero. Dicono che Stalin faccia la cura ogni sei mesi. Dicono che, a quella sua età, i capelli gli crescono neri e forti, come ad un ragazzo ». Informazioni inesatte Temevo che cadesse nella aneddotica ridicola. Gli domandai allora in che cosa consistesse il famoso siero. « Oh — mi rispose con un sorriso — ne so ben poco. Il vecchio Bogomoletz lo ricavava partendo dal midollo spinale di uomini morti di morte violenta, e bisognava però agire entro sei o sette ' ore, qui era la complicazione. Iniettava con quello un animale e ne otteneva il Mero cito-tossico ». Tacque un attimo, poi continuò: «Afa il dottor Bardach ha un altro sistema. ìl dottor Bardach ■ non ricorre più ai cadaveri umani, lui usa gli animali. E' meglio così». E perchè capissi queste sue ultime parole, aggiunse: € Sarà una questione di stupido sentimentalismo, ma è meglio cosi. Non le pare? ». Riapparve la signorina in camice bianco e mi disse di seguirla. Mi trovai poco dopo di fronte ad un uomo di statura normale, dalla fàccia larga e campagnola, leggermente stempiato. Era il dott. Bardaci}. Gli dissi che cosa desideravo sapere. Il dottor Bardach si alzò subito in piedi e con molta calma mi rispose: " Già, l'accontenterei volentieri, ma io non posso dire nulla, cioè non ho la possibilità di parlare. Noi, qua, facciamo esperimenti, camminiamo lungo una strada non interamente conosciuta. Come vede la colpa non è mia. Soltanto la direzione delllnstitut potrebbe concedermi il ] ermesso di dire a quale punio siamo, che speranze abbiamo ". Ancora testardo gli chiesi a chi dovevo rivolgermi e così andai dal signor Duflos. Fui subito ricevuto con quella gentilezza burocratica e con quel sorriso paziente che subito fanno cadere le braccia. " Impossibile " mi disse questo signor Duflos. Gli domandai se c'era un perchè. Mi rispose, trillante: " Oh, troppe cose inesatte si sono scritte sull'argomento". Tornai al di là del padiglione della « Febbre gialla », andai ancora al terzo piano per ritrovare il mio vicino di coda. Aveva guadagnato sei o sette posti e aveva ripreso a leggere il giornale. "Mi può dire — gli domandai — il nome del diplomatico, quello che si fa curare l'arterite f ". Nel pomeriggio ero a colloquio con il signor diplomatico ed insieme si giunse a questa conclusione : ben bene ancora non si sa che cosa guarisce il siero BogomoletzBardach; di certo si può dire che se un organismo è sano di cuore, di reni, di stomaco, di polmoni la vitalità giova nile potrà essere conservata sino all'ultimo istante. Se questa non è proprio la verità la colpa, per ora, è deU ilnstitut Pasteur, che ancora non vuole si dica quale veramente sia. Enrico Emaniteli!

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