Le schede trasparenti di Tito di Virgilio Lilli

Le schede trasparenti di Tito Vi Gii, MA ELETTOUALE NELLA MONA <*B» Le schede trasparenti di Tito Senza cabine, $u tavoli scompartiti come quelli degli uffici telegrafici i cittadini voteranno dieci alla volta; questa la segretezza della consultazione (Dal nostro inviato) Trieste, 14 aprile. Fin da questa notte potrei darvi i risultati delle elezioni amministrative che avranno luogo domenica prossima sotto il patrocinio della dittatura jugoslava nella sona B del cosiddetto Territorio libero di Trieste. Stabilirei in tal modo un primato giornalistico — e non solo giornalistico — abbastanza paradossale se, per la verità, i regimi totalitarii non ci avessero già abituati da lungo tempo a conoscere l'esito delle elezioni di qualunque si voglia natura nella cinta (di ferro) dei loro territori non con due giorni di anticipo, ma con anticipo di tempo determinabile a piacimento. Noi possiamo, ad esempio, stabilire fin da oggi l'esito delle future elezioni politiche russe, come quello delle future elezioni polacche, bulgare, cecosolvacche, ecc.: vittoria smagliante del partito, cifre plebiscitarie, il vero 0,00001 di astensioni e simili. Grottesche mascheratiire il fronte popolare italo-sloveno (leggi partito comunista di Tito) raccoglierà dunque domenica prossima una vittoria smagliante, una cifra plebiscitaria e cosi via. Che noia! Che noia questo monotono ripetersi di cerimoniali fittizi e tetri nei quali i concetti di democrazia, di libertà, di volontd divengono grottesche mascherature ad uso delle presuntuose violenze. Che noia la favola del lupo e dell'agnello! Il quale lupo finalmente sarebbe più apprezzabile se quel misero agnello se lo sbranasse senza stare a intentare quel tale processo democratico che tutti conosciamo, e cosi supremamente stupido fra l'altro. La preparazione delle elezioni nella zona B del Territorio libero è appunto qualcosa di squisitamente dissennato; precisamente quello che sarebbe una legge preparata da un leone con dentro altrettanta ingenuità quanta ferocia. E che noia doverle esaminare per darne notizia al pubblico.' Poiché i risultati, in ogni caso, come già ho detto, sono già previsti. Si pensi, ad es., che il limite minimo di età per gli elettori è quello dei diciotto anni, mentre in tutti i paesi del mondo esso parte dall'età di ventun anni. Va da sè che un paese è' libero di stabilire il limite di età che meglio gli aggrada per queste cose, sia pure la infantile età di due anni; ma va anche da sè che praticamente quel tale paese si comporterebbe in modo dissennato. Se poi si considera che, estendendo il voto ai giovani, la legge conduce alle urne la 1111111M11 ! 1111l ! 111 11111111111111111 ! 114 i I j 111 ] 11:1 ■ generazione formatasi nel clima di incubo e di indottrinazione della dittatura, l'ingenuità della legge appare ancor più rotonda. - In più la legge elettorale (comma B dell'art. 2)' ammette a votare nella zona B cittadini jugoslavi, vale a dire tutti coloro che dopo la sconfitta austro^ungartea del 1918 abbandonarono la Venezia dulia e preferirono trasferirsi appunto in Jugoslavia. Costoro, come è facilmente intuibile, 'erano la pia parte di razza slava e in ogni caso dal 1918 ad oggi hanno assunto cittadinanza jugoslava. Ebbene, essi e i loro discendenti e persino le loro mogli saranno ammessi dalla legge a rappresentare la volontà delle popolazioni della zona B della Venezia Giulia. Un calcolo approssimativo eseguito da un illustre cultore di statistica triestino prevede che per tale legge circa 7 mila dei presumibili 30-35 mila votanti saranno nientemeno stranieri, vale a dire jugoslavi. Trattasi, come si vede, di una grossolana violazione del diritto intemazionale. Non hanno diritto al voto «i condannati alla perdita dei diritti politici», dice anche la legge; tale norma andrebbe perfettamente in qualsiasi altro paese il quale non fosse precisamente la zona B del Territorio libero. Ma poiché coloro che hanno perduto i di¬ ritti politici in tale zona sono la quasi totalità italiani i quali subirono processi di epurazione non da tribunali regolari (e quindi attraverso un regolare procedimento giuridico con tutte le garanzie che esso importerebbe) bensì attraverso comitati aziendali, commissioni di fabbrica e simili — vale a dire attraverso organi di parte e per soprammercato di parte jugoslava —. Viene cosi esclusa dalle urne una buona percentuale di elettori italiani. Alle porte di Trieste L'aspetto più rozzo e più grottesco in ogni caso è quello della segretezza di queste elezioni. Come è infatti tutelata la segretezza del voto? Dieci elettori voteranilo contemporaneamente l'uno a fianco all'altro su « tavoli scompartiti!» vale a dire su tavoli del tipo di quelli usati negli uffici telegrafici. Essi cancelleranno con la matita il contrassegno del partito' da essi scelto su una scheda di carta trasparente. In tal modo ogni votante avrà agio di osservare per chi abbia votato il suo compagno di tavolo; mentre il presidente del seggio avrà agio di controllare attraverso la carta trasparente, per chi avranno votato di volta in volta i dieci elettori. Stabilisce anche la legge che non vengano distribuiti certificati elettorali e che il presidente del seggio di volta in volta, assicuratosi dell'identità dell'elettore apponga un circoletto a matita vicino al suo nome nell'elenco della Usta elettorale. E Vélettore non appone firme e non ottiene ricevuta di sorta come avviene in tutto il mondo. L'« autenticità» del voto, il controllo dell'elettore ecc. sono stabiliti da un circolato a matita del presidente del seggio (questo è il lato più pauroso dei cosidetti regime di autodidatti: di legiferare in modo infantile). In ogni caso la legge ha già in un certo senso violato se stessa o meglio è già stata violata da chi l'ha erogata. Le liste che avrebbero dovuto essere esposte otto giorni avanti le elezioni sono state esposte solo ieri. Sotto la tutela di questa veramente bizzarra accozzaglia di infantili dettati ai quali dovrebbe essere affidato il compito di f amuffar* con l'abito della legalità democratica uno dei più usuali e risaputi fenomeni del totalitarismo fascista nazista e comunista, avranno luogo domenica le elezioni che condurranno di nuovo il peso accosciante del mondo slavo alle porte di Trieste. Dico alle porte non in senso metaforico.^ Virgilio Lilli

Luoghi citati: Jugoslavia, Trieste, Venezia Giulia