II tragica quotidiano della signora Schmidt di Giovanni Artieri

II tragica quotidiano della signora Schmidt II tragica quotidiano della signora Schmidt Trattati, convenzioni, Potsdam e Yalta non contano per lei - La sua è una vitaccia eroica di corse, di code, di fatica e pazienza, per un pasto magro - Come furono vuotate le botteghe della Borsa Nera di Stato di Berlino-Russia (Dal nostro inviato speciale) Berlino, aprile. Tra America e Russia, come una noce, si trova Berlino (una noce nelle ganasce dello schiaccianoci) e dentro Berlino — piccola, testarda, i piedi in un paio di scarpe da uomo, il corpo in un vecchio cappotto liso dalla benzina e dalla spazzola — si trova la signora Schmidt, l'eroica signora Schmidt. E' lei a mandare avanti la barca, è lei che risolve ogni giorno il problema numero uno: mangiare. La signora Schmidt rappresenta Berlino assai più dei signori Ernst Reuter e Frederich Ebert, rispettivamente borgomastri-capi del settore occidentale e del settore orientale; Rappresenta Berlino assai meglio delle stesse bandiere di Berlino, quella con l'orso nero in campo bianco e quella rosso sangue, la bandiera del comunismo. Questa povera, scalcagnata, tremenda signora Schmidt rappresenta l'unità tedesca, la Germania tutt'intera, e la sua persona meriterebbe davvero di pigliare il posto di quelle Germanie di bronzo dalle anche e dalle poppe troppo piene'ohe si vedono ai piedi del monumenti a Bismarck; quelli sfuggiti ai bombardamenti. La signora Schmidt abita il settore orientale e quello occidentale, per lei i trattati di Potsdam, gli incontri di Teheran, le convenzioni di Yalta, i rapporti tra Wa¬ shington e Mosca si riducono alla lunghezza d'una salciccia. Per mezzo centimetro di salciccia, effettivamente, per qualche frazione di pfennig nel costo della margarina, per la migliore qualità del chilo di patate o del cavolfiore italiano che ella, la signora Schmidt, deve scodellare al marito e ai figli, è disposta a passare dal settore sovietico a quello occidentale e viceversa; e disposta a percorrere chilometri di strade (queste infinite strade di Berlino aperte angosciosamente in panorami di macerie); è disposta a viaggiare mezza giornata nei lenti tranvai gialli; ad attendere in piedi, nella tramontana secca ore e ore un fantomatico autobus a due piani Una faccenda complicata Tutto questo senza contare le lunghe code alla porta dei * Wechselstuben » (le botteghe dei cambiavalute) per trasformare a volta a volta i suoi pochi marchi occiI dentali in orientali e viceversa, perchè a Berlino come è noto esistono due bandiere, due blocchi, due borgomastri, due sistemi economici e due monete; di unitario, come s'è detto, non c'è ohe la signora Schmidt. Qualche settimana' fa tutte le signore Schmidt del settore occidentale si rovesciarono nella zona sovietica. Ecco quel ch'era accaduto. Da quella parte, cioè in Berlino-Russia praticamente non esiste un commercio privato; niente negozi, niente insegne luminose; a sera è tutto buio. Vedi accese qua e là soltanto due lettere: H. O. Significano «Handéls Organization* (Organizzazione ■commerciale') e sono le' botteghe della Borsa Nera di Stato. E' una faccenda complicata che ricorda i Tórgsim russi, dove uno straniero può comprare tutto a prezzo altissimo e \n dollari. Le H. O. (si pronuncia A. O.) vendono ai ,\ tedeschi in marchi « orientaj. Zi ». Ecco come. Lo Stato filocomunista tedesco preleva dai contadini una quota di prodotti (si chiama il tsoll-») a prezzo di ammasso; gliene lascia un'altra (si chiama c Freispitzen », cioè punti Ziberi) che il contadino deve vendere a prezzo più alto alle H. O. Queste pagano il contadino con danaro o con tessere da spendersi appunto nei negozi statali. Di solito il contadino compra roba per vestirsi, o scarpe o zucchero. In questo modo lo Stato riesce a controllare e detenere i beni di maggiore scambio, incamerando anche la maggior parte della produzione di alimenti. In altri termini lo Stato può vestire e sfamare il cittadino o ridurlo atta condizione di Giobbe, ignudo sul mucchio di letajne. La moneta della zona sovietica si chiama pur essa col vecchio nome di marco (DM. Ovest) ma vale un ottavo cir¬ ca del DM.West, qualcosa coime quindici Zire. Un asciugamani venduto in una bottega di Kurfurstendamm (BerlinoAmerica) vale, per esempio, quattro o cinque marohi occidentali (480 Zire), venduto in una H. O. di Alexanderplatz (Berlino - Russia) costa 16 marchi est, cioè 240 Zire. Dal confronto delle botteghe tra i due settori i sovietici si ripromettevano, non senza il conforto dell'aritmetica, un trionfo. Era la prova del nove dei vantaggi pratici offerti alla povera gente dall'economia collettivizzata. Il conto della massaia Bisogna riconoscere, d'altra parte, che nessuna propaganda convincerà mai una massaia del vantaggio di comprare gli asciugamani del signor Truman pagandoli 480 lire invece di comprarli dal compagno Stalin per 240. Per questo imperativo ragionamento, qualche settimana fa le signore Schmidt di Berlino-America cominciarono a far la coda dinnanzi alle H.O. di Berlino-Russia. Erano file di sei o settecento metri, silenziose, ordinate, pazienti: termiti o formiche in attesa del loro turno. I/economia centralizzata trionfava. I/onddta crebbe, nei giorni seguenti, e all'orizzonte delle H.O. quel successo di folla cominciava a sfumare nella curiosa possibilità di vedersi vuotate da Berlino-America. Le voraci signore Schmidt in- goiavano Za produzione statale d'un anno e ciò ch'era peggio questa massa di merci emigrava, nelle loro sdrucite sacche di tela cerata, verso i settori al di là della porta di Brandeburgo. I direttori delle H. O. videro al posto degli stocks volatilizzati scaffali vuoti e casse piene della loro.propria moneta, quella che la Repubblica Democratica Popolare può stampare, e stampa, come vuole e quando vuole. Cosa avrebbero offerto ai contadini della zona orientale le H.O. se in quell'alluvione di signore Bohmidt scomparivano scarpe, stoffe, cappelli, zucchero, tutto? Difficile anche riparare decentemente : chiudere le H.O. era confessare la sconfitta; offrire in vendita la peggior merce possibile? Non ne trovarono o anche quella venne assorbita. Rialzare i prezzi sarebbe stato come disperdere l'effetto propagandistico della manovra. Pensarono di sospendere il permesso delle "code". Inutile: le signore Schmidt lottarono vittoriosamente (moZte persero il cappellino, molte altre uscirono a brandelli dalle mischie) contro la Volkspolizei. S'adottò, infine, una decisione abbastanza strana: si avverti il .pubblico che le H.O. si riservavano il diritto di ammettere o di non ammettere certe merci alla vendita. Le signore Schmidt capirono, le code scomparvero; l'esperimento sovietico del "dumping" aveva fallito' i suoi grandi scopi. Adesso i negozi H.O., discretamente sprovvisti, piuttosto male illuminati sono ritornati alla normale vendita di cattiva margarina, di buon burro, di mediocri stoffe e utensili. Io sono entrato in questi negozi (vestivo un vecchio abito da ' operaio, berretto, scarpe riparate; cercavo di non farmi notare poiché tra gente intrisa come una spugna di noia, di fame rimandata, di miseria, è difficile perdere una certa aria "straniera") ed ho visto che si compra poco. Si comprava invece molta salciccia berlinese ricca di grasso, perchè al confronto con quella, di pari prezzo "occidentale", risultava più grossa e lunga. Vedevo'le signore Schmidt prenderle, pagarle e, non senza un effetto di squallido umore, accuratamente valutarne peso e volume. Le toppe di Arlecchino Poverine. Di rado nella mia vita tante volte passata traverso fatti e spettacoli di guerre e miserie, di rivoluzioni e collettivi inenarrabili dolori mi è accaduto di guardare con tanta calda tenerezza umana una frusta, affaticata donna tedesca. Dicono a Berlino: in una famiglia di sei persone, cinque devono lavorare per mettere insieme i pochi marchi necessari al magro pasto quotidiano,' Za sesta è occupata a suddividere tra Berlino-America e Berlino-Russia la spendita di quei pochi marchi. E' un'operazione complicata di itinerari e orari, di corse nella ferrovia sotterranea e di posto nelle code alla porta dei negozi. Il diagramma di questo tragico quotidiano deZZa signora Schmidt l'ho visto stampato su un giornale che mostrava una figura di donna vestita alla maniera di Arlecchino, in toppe rosse e nere. Con questi colori si indicava dove convenga, tra occidente e oriente, comprare meglio: cappello "rosso", mani '{guanti) "nero", calze "nero", gonna "rosso", giacca "nero", bottoni della giacca "rosso", e via di seguito. Era la fantastica immagine di quel che la legge del bisogno (ma non dicemmo: libertà dal bisogna per tutti, vincitori e vinti?) pud fare di una creatura umana. Era anche la semplice e scoraggiante espressione di che sia l'Europa oggi, divisa tra Berlino-Occidente e Berlino Oriente, tra Eurasia e Euramerica, tra USA e VR8B. Giovanni Artieri