Quattro problemi

Quattro problemi ^'KMHJUAZIO\K IK ARGENTINA Quattro problemi Per risolverli occorre tempo, pazienza, buona volontà - Già ora 100 mila italiani ogni anno giungono nel paese e quasi tutti riescono a sistemarsi acticnevagrfapanogechsi cotrprsinoecl'atrnadiperanavatàmunvovaco(Val nostro corrispondente) Buenos Aires, aprile. 1n aKmò cert0 affermare che la stampa italiana dedichi poca attenzione all'Argentina. Appaiono continuamente lunghe corrispondenze che illustrano i maggiori aspetti della vita argentina, le difficoltà o i vantaggi che può presentare un trapianto dallo stivale italiano alla proboscide americana, e malgrado tutto questo permane generale e costante un ignoranza totale da parte nostra sull'essenza fondamentale dell'Argentina, ignoranza che va dal contadino scettico od illuso — 11 quale a suo discarico può affermare di non aver mai letto un articolo di giornale su questo lontano paese — ai funzionari responsabili, spesso anche altolocati, i Suall non possono in alcun moo giustificare e difendere questa loro assoluta incompetenza. L'Argentina è lontana, d'accordo, ma oggidì che gli aerei la allacciano in un giorno e mezzo, di .viaggio all'Europa, il problema della distanza non è più tanto perentorio e questa ignoranza non può essere ammessa, soprattutto quando si devono trattare problemi comuni di importanza vitale per. i due paesi come quello della nostra emigrazione. E su questo argomento si vedono stampare in Italia cervellotiche teorie che non si comprende come e di dove vengano alla luce. L'emigrazione ha bisogno di essere disciplinata, coordinata, vigilata, e le accuse che si rivolgono alle autorità -argentine — che sovente sono in dissidio fra di loro, fra i diversi organi di competenza affine — possono essere ritorte anche contro gli organi italiani altrettanto autonomi e in pari contraddizione fra di loro. Il che non vieta che l'afflusso migratorio continui con una percentuale annua che oscilla intorno alla quota di centomila unità. E centomila persone che varcano l'Atlantico ogni anno, che lasciano l'Italia per venire a radicarsi in Argentina, anche se non rappresentano ancora l'esodo auspicato da un paese superpopolato come il nostro, rappresentano già una cifra notevole che dimostra la continuità della spista italiana e l'accoglienza,; anche se insufficiente e talvolta: deficiente, che offre l'Argènt'na." Si afferma, e con ragióne che oggidì la diminuzione dei lavori pubblici qui rende più difficile l'utilizzazione di queste volonterose braccia italiane, che la difficoltà persistente degli alloggi e l'aumento del costo della vita creano proble-' mi angustiosi per i nuovi arrivati, che il ritardo della coordinazione fra i due paesi del progettato piano dì colonizzazione agricola tarpa per ora le ali a molti voli chimerici, che le difficolta provocate dalla abolizione del centro i di controllo sanitario argentino di Napoli aggrava . le pratiche dell'aspirante italiano a venire in Argentina. Tutte cose vere; ma nonostante questo la quota di coloro che delusi ritornano indietro non supera 11 5 %, il che significa che il 95 per cento in qualche modo raggiunge una sistemazione e trova modo di radicarsi qui, anche se non nelle sperate condizioni di immediato benessere. Da parte argentina, le civetterie artificiali messe in atto verso eventuali emigranti tedeschi, spagnoli o di altra provenienza, non riescono a pregiudicare la preponderanza dell'appòrto italiano che, a conti fatti, è sempre il meglio accètto, quello che meglio e più presto si amalgama alla vita argentina e meglio conviene ai bisogni dello sviluppo industriale e agricolo di quo-, sto paese. • ìj Ripetiamo ancora una volta che i problemi tuttora insoluti, e preminenti, da dirimere sono i seguenti: 1) Studio da parte italiana e da parte argentina del piano di colonizzazione agricola da attuare in forma collaborativa. Investimento dei capitali italiani di credito, attualmente congelati qui, allo scopo di finanziare aziende agricole, predisposte con cura affinchè I primi esperimenti fatti con questo sistema risultino di esito positivo e diano corso a successivi maggiori afflussi di coloni. 2) Studio del problema delle rimesse, ancora oggi spinoso, ma conseguenza fatale della svalutazione del peso argentino. E* in atto una progressiva, per ora lenta, rivalutazione della moneta .argentina; e via vìa che tale rivalutazione lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllO(l'Imtuduzariunsehchalunsaunresosucoè PmilhcaogcrcqvssdsiSaclaqdtuponEs«qascn acquisti consistenza, automaticamente giungerà a soluzione il problema delle rimesse, a vantaggio del nostro emigrante. 8) Studio di una maggiore facilità di controllo medico in partenza. Alle ragioni di economia affermate da parte argentina per giustificare la chiusura dell'ufficio di Napoli, si è fatta da parte nostra una controproposta di creare quattro o cinque centri sanitari presso cllniche italiane che, assistiti da un medico argentino, potrebbero facilmente ed economicamente svolgere quell'azione di revisione e di controllo attualmente congestionata nell'unica sede di Genova. 4) Studio della creazione di una Casa dell'Emigrante per l'assistenza pratica e morale a tutti coloro che, appena sbarcati dalla nave, si trovano sperduti nella nuova città e Incapaci di orientarsi in modo utile sia nella ricerca di un alloggio che in quella di lavoro,, qualora non siano arrivati muniti già di regolare contratto di assunzione. Sono tutte cose che hanno 1111111M111ilIM:LM1111!tS11T11;11M!1111:11111111111 ! bisogno di tempo, di pazienza e di buona volontà. Non si possono pretendere miracoli nè si devono fare improvvisazioni pericolose. Ma non è il caso di inquietare gli spiriti degli emigranti dipingendo il diavolo più brutto di quello che è. La realtà, niente altro che la realtà, ma questa bisogna conoscerla. L'Argentina non è più una colonia arretrata che attenda a braccia aperte chiunque vi pervenga per offrire paradisi immediati. E' un paese civile, oramai modernamente attrezzato, con le sue difficoltà di carattere universale, tipiche, Con la sua dura lotta per la vita, con le sue esigenze, i suoi interessi creati, i suoi bisogni e le sue crisi. E' un paese ricco, in difficoltà di svi luppo, un paese giovane ma geloso delia sua prosperità del suo tenore di vita, un paese - nazionalisticamente suscettibile per la sua stessa esuberanza giovanile, e chi ne par la o ne scrive con scetticismo europeo non fa che provocare risentimenti dannosi e assolutamente inutili. Alessandro de Stefani 11111 !1111111[IJrM 11111111111M!1111111111 i 11[11M11111