Drammatica situazione dopo il referendum del Belgio

Drammatica situazione dopo il referendum del Belgio Drammatica situazione dopo il referendum del Belgio Che cosa deciderà Leopoldo data la stentata vittoria? • Maggioranza tra I fiamminghi, minoranza tra I valloni: la monarchia che era fondamento dell'unità può diventare ragione di discordia (Dal nostro inviato speciale) Bruxelles, 18 marzo. Lo storico Pirenne, segretario di Leopoldo III, ha passato la notte fra domenica e lunedì ai Ministero degli Interni, in un ufficio che gli è stato riservato. Di là, via via che conosceva i risultati, telefonava ai re, a Prégny, in Svizzera, per comunicare l'esito détta consultazione al re. Una grave decisione deve essere presa ora da Leopoldo. Il referendum di ieri ha un valore consultivo: è Leopoldo che deve decidere se- abdicare o riprendere i poteri costituzionali; è il Parlamento che deve abolire la legge sull'impossibilità di regnare e rendere possibile il ritorno del re 0 la successione di Baldovino. Il risultato del referendum offre solamente una indicazione sugli umori del paese, sul suo stato d'animo verso il sovrano. Ma quale è questo stato d'animo T Analizziamo il voto. Leopoldo ha avuto 2 milioni e novecentomila voti favorevoli e 8 milioni e 150 mila contrari. 1 voti nulli e le ascensioni non raggiungono nemmeno il 10%. Il 61,6% détta popolazione belga vuole che il re ritqrni, mentre il 48/3% non Io vuole. Ma in un paese blnazionale e bilingue bisogna tener conto détta distribuzione regionale. Guardate una carta del Belgio. Le province" settentrionali sono fiamminghe, -le due Fiandre, Anversa, il Limbur go. Le province meridionali, Liegi, Namur e l'Hainaut (Charleroi, Mons) sono vallo ne, parlano francese. Al centro Ù Brabante si divide m una zona mista (Bruxelles), in una zona fiamminga e in un'altra vallona. Ebbene, il risultato spacca in due il paese: la linea di separazione etnica coincide att'incirca con una linea di divisione fra le province che hanno una maggioranza teopoldista e quelle che hanno una maggioranza antileopoldista. Il nord di origine germanica, di rigida obbedienza cattolica, si dichiara per il re; il sud di origine latina, più laico, più liberale, è ostile. Consideriamo ora le cifre dal punto di vista delle nazionalità. Le province fiamminghe hanno dato il 72% dei voti a Leopoldo; quelle valloni hanno dato il 57% di no, infine a Bruxelles i voti contrari superano dell'1,8% quelli favorevoli. La stentata vittoria di Leopoldo è dovuta a due ragioni. Prima cagione: i fiamminghi sono il 51% détta popolazione mentre i valloni sono soltanto il 46%: il resto è diviso fra altre nazionalità. Seconda: le minoranze leopoldiste in ValIonia sono più forti détte minoranze antileopoldiste nétte Fiandre. Qualche altra osservazione si potrebbe fare paragonando i risultati del referendum a quelli delle recenti elezioni politiche. L'unico partito leopoldista, il social-cristiano, che ebbe nel '49 il 4'% dei voti, ha formato certamente la base del 'seguito del re, ma per raggiungere le cifre del referèndum i voti degli elettori di altri partiti sono stati necessari, tanto più che una sottile ala operaia dei socialcristiani, a quanto pare, ha votato contro. Un gran numero di liberali e un gruppo sia pur minimo di socialisti sono andati certamente a rinforzare U grosso esercito cattolico. Rimane l'interpretazione politica del voto, cioè la decisione di Leopoldo e del Parlamento. Rientrando il re non apparirà come il sovrano dei fiamminghi t E la scarsità della sua maggioranza, non rischia di sminuire il prestigio di una dinastia finora popolarissima T Chi conosce il re dichiara che egli non abdicherà. Nei suoi colloqui, mesi fa, col primo ministro Eyskens, Leopoldo indicò il 55% come il minimo di adesioni per il suo ritorno ma aggiunse che avrebbe tenute presenti altre considerazioni. Alludeva con ciò a un esame dei risultati secondo il criterio dette nazionalità? Se questo era il suo pensiero egli dovrebbe ora abdicare. La sua presenza è un motivo di divisione. La monar¬ iiiiiiiuiimmuiimiiiiiimiiiiiiiiiimmimiiim chia belga che era il fondamento dell'unità del paese, con Leopoldo III, il quarto re, può diventare, una ragione permanente di discordia. Il primo Ministro è partito per Prégny, per là villa del re e gli riferirà ufficialmente l'esito della consultazione. Quali consigli vorrà portargli a nome del partito social cristiano t E quali a nome del governo che è composto anche da ministri liberali e antileopoldisti? Non si sa ancora. Il momento è difficile, la decisione delicatissima. La violenza che l'educazione liberale dei belgi ha contenuta e repressa finora potrebbe scoppiare. I socialisti controllano la più potente confederazione sindacale del Belgio e hanno perciò la capacità di suscitare serie difficoltà sociali e politiche se Leopoldo accennasse a rientrare nel paese. Corre voce che egli andrebbe a stabi {irsi fra pochi giorni a Ciergnon, nétte Ardenne, a pochi chilometri dotta Mosa dove la famiglia reale possiede un castello. Con ciò Leopoldo proverebbe la propria volontà di accogliere Ù voto della maggioranza. Domenico Bartoli Si cercano le vittime tra I rottami del « Tudor 5 » (Telefoto)

Persone citate: Anversa, Domenico Bartoli, Eyskens, Leopoldo Iii, Tudor

Luoghi citati: Ardenne, Belgio, Bruxelles, Mons, Svizzera