Cercatori di petrolio in Etiopia

Cercatori di petrolio in Etiopia Cercatori di petrolio in Etiopia Aspra vita di pionieri nelle zone desertiche più calde della terra (Dal nostro inviato speciale) Mogadiscio, S marzo. E' difficile girare il mondo senza imbattersi, prima o poi, negli americani del petrolio. Gli « americani del petrolio > sono una particolare specie del genere umano, ben definita da taluni caratteri che un naturalista farebbe presto ad elencare. Per limitarsi a quella sottospecie che sono gli «americani del petrolio nei paesi caldi », dirò che vivono prevalentemente in località più o meno desertiche, nei climi più infernali della terra, facendo periodiche, brevi comparse nelle citta più o meno confortevoli; sono quasi tutti giovanottoni alti, biondi, con spalle d'atleta, e tintarella da « roast-l eef » al sangue. All'Asinara incontravo periodicamente quelli che venivano da Ras Tanura e dagli altri centri del Golfo Persico, quelli che lavoravano con l'Arassico, che mi pare faccia parte del complesso Standard. Qui ho incontrato quelli che lavorano per la Sinclair Petroleum Co., a Gamburra, ai confini tra l'Ogaden e Mudugh, a mezza strada circa fra Galladi e Uardere, a pochi chilometri da Ual-Ual. Com'è noto, questo territorio faceva parte della Somalia italiana, in forza di regolari trattati con l'Etiopia, già prima'del '35: ma gli inglesi, durante la loro occupazione, lo riconsegnarono, brevi manu, per cosi dire, al Negus, insieme a tutto il territorio di Mustahil, Callafo, insomma la zona su cui dominava, un tempo, il sultano degli Sciavelli, Olol Dinle. Ho chiesto notizie del loro lavoro e della situazione lassù. Furono essi stessi a ricordarmi che già al tempo dell'Impero italiano, le ricerche petrolifere in quella zona erano state cominciate: fu l'ing. Carlo Migliorini che compì pregevoli studi fino dal '36 per conto dell'AGIP. Ma tutto si fermò allora allo stadio delle ricerche di superficie. Dopo la guerra, invece, per accordi con gli inglesi e gli abissini, arrivarono gli americani che (salvo errore) hanno una specie di monopolio sul sottosuolo etiopico (non per nulla sono gli USA che stampano e garantiscono il dollaro abissino, nuova moneta che ha soppiantato il vecchio tallero). Mentre gli americani del Golfo Persico hanno impiantato dei centri confortevolissimi (ho visto fotografie di ca¬ sette con aria condizionata, beile mogli e floridi bambini e persino delle partite di golf lungo l'oleodotto), per questi dell'Ogaden la vita non è altrettanto comoda. A Gamburra vivono non più di una trentina di bianchi, ingegneri, tecnici, operai: vivono quasi alla militare, con poche comodità, lavorando (e lavorano duramente, come fanno loro) sette giorni alla settimana, per sei settimane di seguito, dopo le quali, per contratto, hanno diritto a una settimana di riposo. Lavorano con essi molti somali: i quali, mi dicono, sono ottimi operai e anche abbastanza pronti a imparare, ma si smontano di colpo alla più piccola difficoltà imprevista. Quando hanno la settimana di vacanza, quelli sposati vanno a trovare le famiglie, sette od otto in tutto, che vivono a Dire Daua (c'è un aereo dell'« Ethiopian Air Lines» apposta, per loro una volta alla settimana, fra Gamburra e Dire Daua). Gli altri fanno quello che possono; hanno fatto una visitala ad Addis Abe* ba, ad Hargheisa, a Berbera, a Gibuti: ma la mèta preferita è Mogadiscio, dove la grande attrattiva sono i bagni di mare. Corre anzi voce — la dò per quel che vale — che appena normalizzata la situazione in Somalia, con l'inizio dell'amministrazione italiana, anche le famiglie si trasferiranno da Dire Daua a Mogadiscio, che diventerà cosi la base effettiva. n petrolio l'hanno trovato? Questa era la domanda che più mi premeva: ed è naturalmente quella a cui gli americani non potevano rispondere. < Top secret »; mi hanno detto sorridendo. Fatto sta che continuano per ora a scavare pozzi: ad affondare sempre più nel suolo dell'Ogaden il loro « bit », il tubo, la sonda che dovrà dire se c'è il liquido prezioso. A che profondità siano arrivati sinora, anche questo naturalmente è « top secret » : ma tutti sanno qui in giro che hanno già raggiunto i 10 mila piedi senza alcun risultato positivo. Ma loro ricordano sorridendo che in California il petrolio è stato trovato, in un punito, a 15 mila piedi di profondità; mentre nel Wyoming, il pozzo più profondo che si sia mai scavato ha toccato i 20 mila piedi {senza trovare il petrolio). Arnaldo Vacchieri

Persone citate: Addis, Arnaldo Vacchieri, Carlo Migliorini, Negus, Olol Dinle