Clima di miracoli
Clima di miracoli IL LIBRO DEL GIORNO Clima di miracoli I problemi psicologici del,singolo e della massa ohe sor- gono da una applicazione inte-Igrale di certe dottrine o che possono svilupparsi da premes-lse già esistenti sia di pensiero che di esperienza storica, costituiscono una tentazione irresistibile per molti scrittori di oggi, in particolare nel mondo anglosassone. Forse è l'ombra del grande Swift che tuttora si agita fra le brume; certo appare assai vivo il gusto per l'utopia satirica, oggi colorata da più precise tinte apocalittiche, da Orwell a Huxley. Su questa linea ancora si può collocare un recente romanzo, che ha avuto in Inghilterra un notevole successo di critica: Afen of Btones (The Bodley Head, Londra 1949), di Rex Warner. E' un romanzo che l'autore definisce melodramma, ma parrebbe più esatto chiamarlo allegoria, anche se l'intreccio e il finale ad effetto giustifichino pienamente la prima qualifica. La vicenda si svolge in un paese mediterraneo non meglio precisato, dove si è instaurato un regime totalitario. Ma invece di sostare sulle conseguenze della standardizzazione e sugli aspetti della vita che ne derivano, 11 Warner ha messo à fuoco ed esasperato un altro problema: 11 dittatore è qui un mistico che tende, senz'altro, alla deificazione di se stesso, in modo da presentare alle masse adoranti un vero e proprio dio, incarnato nell'autorità suprema, che assicuri la loro felicità dispensandole dal pensiero ma assicurando loro la tranquillità spirituale. Naturalmente il vangelo di questo dio è un vangelo di forza e di violenza; e al centro del libro sta appunto il conflitto fra questa concezione ed iogni altra forma di religiosità a cui essa dichiara guerra. Il conflitto raggiunge 11 suo acme quando, davanti all'Inesorabile dittatore, si profila la figura del suo giovane fratello che ha conosciuto le tragedie fisiche e spirituali della deportazione e del campo di concentramento, ma ha salvato la propria essenza d'uomo grazie all'attesa di un miracolo che doveva essere un autentico segno di Dio. Il dittatore brucia l'immagine che avrebbe dovu- , to provare al fratello la realtà, del miracolo io cui aveva ape- Irato, ma il suo atto è imi*ile, perchè il giovane ha frattanto l scoperto che vi è nell'uomo!i o d à l o e a e e a qualcosa che non può essere distrutto, ed è reale anche se è inesplicabile. E il dittatore cadrà, in modo spettacolare, come un dio d'argilla, per non aver tenuto conto della natura umana. Chiarissima l'allegoria; e di più, merito non piccolo in argomento cosi astratto, il Warner riesce a non rendere noiose le dissertazioni filosofiche dei suol diversi personaggi. Anzi, finché essi rimangono in una atmosfera di stilizzazione astratta, finché sono tipi e non pretendono di essere persone, sono convincenti e hanno una loro consistenza. I guai cominciano quando vi è sovrapposta una descrizione In termini realistici di sentimenti umani, che finiscono per essere molto meno veri, nel loro trito sentimentalismo, dei manichini che servivano al Warner come pretesto per la sua sottile ed elegante dialettica. * * Di un vero, un autentico miracolo, e avvenuto proprio nel bel mezzo della città di Edimburgo e. ai tempi nostri, favoleggia invece Bruca Marshall in quel suo spassoso racconto che ci presenta ora tradotto l'editore Longanesi, Il miracolo di Padre Malachia. Che si possa parlare senza irriverenza, e in modo molto piacevole, degli altissimi veri, dei grandi problemi dello spirito, del peccato e della grazia, portandoli su un piano di vita quotidiana e pur fantastica, già ce lo aveva mostrato Chesterton; ma Bru ce Marshall prosegue sulla via maestra dell'umorismo inglese senza acrobazie nè funambolismi, anzi con una calma e sorridente grazia, che bene si -addice allo storico di un cosi tranquillo e simpatico-frate quale si presenta il protagonista del libro, il padre benedettino Malachia Murdoch. Il buon padre è stato mandato nella parrocchia di Santa Margherita in Edimburgo per insegnare il giusto rituale e il canto gregoriano ai rozzi curati della capitale scozzese; ma si trova casualmente impegnato, per cr 1 vincere un pastore pro- , testante che Dio può anche og gì compiere qualsiasi miraco lo, a doverlo davvero ottene re, un miracolo, e cioè traspor!tare una sala da ballo, il Giar- o u e a a e e l r l i i , - dino dell'Eden, che dava tanta noia al parroco di Santa Margherita, sulla vetta di una rupe in riva al mare, il miracolo avviene: la sala da ballo, con ballerine e clienti, vola per l'aria e si posa sulla rupe. E padre Malachia spera che miracolo convincerà il mondo intero che, dietro i tram, dietro il cinema sonoro, e le banche e le sale da ballo e tutta la cosldetta civiltà moderna, « le realtà di Dio continuano vivere come le ruote del quadrante di un orologio che gli uomini non siano abbastanza esperti per aprire »; che il miracolo opererà la conversione di molti pagani che vivono in mezzo al cristiani, ravvivando inoltre la fede non sempre solidissima di questi ultimi Naturalmente il buon benedettino s'illude; qualcuno magari si converte, ma in complesso 11 mondo protestante non diventa affatto cattolico, anzi il miracolo fa nascere un putiferio di stampa e di chiacchiere. L'autorità suprema consiglia di mettere tutto a tacere e, per coronare l'insieme, alla fine il proprietario del locale pensa addirittura di sfruttare il miracolo a scopo pubblicitario, mentre infuria una canzonetta umoristica sull'avvenimento. E allora padre Malachia invoca di nuovo iddio: e il Giardino dell'Eden, proprio nel bel mezzo dei brindisi d'inaugurazione della nuova sede, si alza a volo per l'etere e torna al suo posto di prima, di fronte siila parrocchia di Santa Margherita. Gli uomini continuano nella loro Indifferenza, assorti nelle loro piccole sciocchezze quotidiane, mentre padre Malachia rientra nel silenzio del suo convento. E' dunque un capitolo della Leggenda Aurea, trasportato in clima moderno, con tutti gli effetti umoristici che ne derivano. Ma nulla di parodistico; se mai, una sorridente saggezza un po' ironica, una lezione di carità e di fede senza salire sul pulpito e, soprattutto, il fresco sguardo meravigliato del convertito che ha scoperto un mondo. a. «r.
Persone citate: Del Giorno, Huxley, Irato, Longanesi, Murdoch, Orwell, Swift
Luoghi citati: Edimburgo, Inghilterra, Londra
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