L'assassino della sedicennedavanti alle Assise diis Asti

L'assassino della sedicennedavanti alle Assise diis Asti L'assassino della sedicennedavanti alle Assise diis Asti Ancora caldo il cadavere straziato della giovinetta, il colpevole si recò a ballare e gavazzare nella frazione di Repergo - L'interrogatorio dei parenti della vittima - Due perizie in contrasto (Dal nostro inviato speciale) Asti, 27 febbraio. Dario Bosco, il tristo prota- fonista dell'odierno processo, da classificare nella categoria dei delinquenti scaltri e fortunati. La domenica pomeriggio del 25 ottobre del 1945, il ventiduenne, scanna la sua innamorata Pasqualina Scaglia, non ancora sedicenne, un fiore di bellezza, di povera famiglia di rurali. Il cadavere rimane ignorato dietro un folto cespuglio e Dario Bosco è fermato dai carabinieri. Fa il sorpreso, e dichiara al maresciallo che colla ragazza ha una semplice relazione sentimentale. Poi aggiunge: forse si è uccisa. Riferisce un discorso tenutogli qualche giorno prima: la ragazza gli ha infatti confidato — almeno egli dice — d'essersi recata dal medico di Isola d'Asti in seguito a un incipiente malessere. Il medico non le ha nascosto che è in stato interessante e la ragazza, disperata, conclude che non ha il coraggio di confessare tutto ai suoi genitori, e quindi la farà fini.ta con la vita. Cosi il Bosco. Sconcertanti domande Il maresciallo riferisce il discorso ai familiari della morta che rimangono sorpresi e accasciati dalla rivelazione, e, intanto, si sparge la voce in paese che la ragazza si è uccisa perchè incinta. H Bo¬ sco dichiara che il pomeriggio festivo del 22 lo trascorse col cugino Cesare Giaccone, a ballare alla Ponte di Agliano. La sua famiglia convalida questa circostanza e il Bosco è lasciato libero. Gradatamente sulla tragica morte della Pasqualina si fa un silenzio di tomba, e Dario Bosco si sposa e ha due figli. Quando Cesare Lombroso pubblicò 11 suo trattato su « L'uomo delinquente > ebbe a lamentare che noi avevamo fatto in Italia fino allora la polizia come avevamo fatto la guerra nei tempi eroici, empiricamente e a casaccio. Non es steva, infatti, in quei tempi, la scienza della polizia o, a dire meglio, dell'istruttoria penale, diretta a stabilire la parte che un individuo o un oggetto ha avuto in determinati avvenimenti supposti delittuosi. Ma esiste oggi una tale polizia? Dove sono i Sherlock Holmes? E' saltato forse in mente a qualcuno di chiedersi perchè quella ragaz' zina, invece di rivolgersi ai genitori o a un'amica, al parroco, è andata a confidarsi proprio con l'innamorato pla> tonico ? E proprio a costui per dichiarargli con angoscia che la sua vita era finita, mentre in famiglia si mostrava invece allegra e tranquilla, come il consueto? E anche il fatto di una ragazzina che, per uccidersi, si ferisce quattro o cinque volte al viso e al mento, tanto da sfigurarsi, e poi si tronca la testa, non sembrò un caso anormale? Neppure due anni dopo là versione dell'uccisione è scalfita dal sospetto. Infatti il giudice apre una nuova istruttoria sul delitto a carico del fratello e del padre della vittima. E' una ipotesi orrenda, tuttavia l'istruttoria va per le lunghe, su questo filo, finché qualcuno avverte il maresciallo: « Badate che siete ancora su una falsa strada, quel povero padre e fratello sono innocenti. E' Bosco l'uccisore! ». s La tragica scena Il maresciallo ferma una seconda volta il giovane, il quale non ha più 22 anni, ma 26, e questa volta confessa il suo delitto, mascherandolo con la nota versione di un progettato doppio suicidio, non condotto a termine, mentre il fratello della Pasqualina viene scarcerato (il vecchio Scaglia non venne fermato data la sua età) e il padre del Bosco, il giorno dopo l'arresto del figlio, si uccide ingoiando una soluzione di verderame; la giovane sposa e i figlioletti sono intanto disperati. Dario Bosco ha rovinato tre famiglie. Bosco appare in udienza un giovane insignificante, cupo e accigliato. Egli narra a bassa voce, quasi titubante, di avere iniziato i rapporti con la Pa> equalina ai primi del '45. I suoi familiari non vedevano di buon occhio quella relazione, ed egli riferì alla ragazza che mai avrebbe potuto sposarla per ragioni finanziarie. La famiglia Bosco possiede sette giornate di terreno; la famiglia Scaglia appena due. L'imputato racconta che fu Pasqualina a significargli la volontà di farla finita con la vita; ma il presidente Piras gli contesta che la ragazza era sempre stata di buon umore e che all'incipiente gravidanza si era rassegnata. L'imputato, quando il presidente lo invita a spiegare come uccise la ragazza, eoa risponde che a monosillabi e afferma di non ricordare. A domanda dice che era la prima volta che aveva appuntamento su quella scarpata deserta della linea ferroviaria. Il presidente insìste per ricondurio al fatto, e l'imputato mormora: « Lei, Pasqualina, era in ginocchio e voleva che l'uccidessi come si era d'accordo. Io le sono caduto addosso. Avevo nella sinistra il rasoio aperto... — E come avete fatto a manovrarlo? Ho premuto con la mano destra sul dorso della lama. Come mai furono riscontrate alla ragazza quattro o cinque ferite da taglio al mento e sulla faccia? — Sarà stato nell'alzarsi o nel muoversi. Non c'è stata una discussione prima, tra voi due? — Nessuna discussione. Eravamo d'accordo. .— Ma badate che tutto quanto dite è assurdo. Le ferite danno l'impressione che siano state vibrate con forza. L'imputato risponde che non ricorda, e che era emozionato, e il presidente gli replica: — Eravate cosi emozionato che la sera vi recaste a ballare con gli amici in una frazione vicina. L'imputato ripete che voleva uccidersi, ma che non ne ebbe il coraggio perche era fuori di se. — Tanto fuori di voi che aveste premura di farvi lavare subito l'abito insanguinato e di indossarne un altro, quindi organizzaste un alibi d'accordo con il cugino, per farvi credere nel pomeriggio ad Agliano. Il (presidente l'investe di domande, ma tuttavia non si arriva a sapere se ì due giovani, in quei tragici, istanti, ebbero almeno un pensiero per i parenti o un rammarico. L'imputato esclama semplicemente: — Eravamo ammutoliti. Presidente — Verrà la teste Rizzo a dire che eravate tutt'altro che ammutoliti. Ora ditemi, se avevate anche voi l'intenzione di uccidervi con la stessa arma, perchè poi la seppelliste sottoterra dopo la uccisione della ragazza? — Avevo avuto l'intenzione di uccidermi, ma poi l'ho scacciata. . Il Proc. Gen. commenta — E per scacciarla andò a ballare in frazione Repergo con gli amici Sono stati interrogati oggi il padre, i fratelli e altri congiunti della povera vittima. Tutti ne hanno detto un gran bene. Non dimostrò mai alcuna preoccupazione, nè confeS' sò lo stato in cui si trovava. La confessione — Se ce ne avesse parlato — depone suo fratello Cesare — le cose sarebbero andate diversamente. Mia sorella sarebbe ancora viva e invece da quattro anni noi soffriamo per causa di quel criminale. Quando l'indomani non vedemmo ritornare a casa Pasqualina, lo andai a chiederne notizia al Bosco. Costui mi disse di nulla sapere perchè quel pomeriggio era stato a ballare ad Agliano insieme a suo cugino. E ciò è risultato falso. Soltanto alle sei del successivo lunedi quel criminale tornò a casa. Aveva ballato e gavazzato per tutta la notte. Certa Rizzo Giuseppina, recandosi quella domenica a piedi a Mongardlno, lungo la linea ferroviaria vide alle 16 circa una coppia a piedi, con la bicicletta per mano, e li sentì discutere animatamente e anche a voce alta. Non li rico- iv1mgvpj nobbe perchè mancava da Mon-1 tegrosso da quindici anni. iniiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Come ritiene l'accusa, quel due non potevano essere che la Scaglia e il Bosco. Ritornando la Rizzo alla sera, verso 19,30, vide in quella stessa località, a terra, come una ombra. Pensò trattarsi di un ubriaco e scantonò in fretta, perchè vide passare due uomini in un baroccio che gli dissero: « Signora, non ha paura di girare da sola a quest'ora? >. La sua sinistra impressione si accrebbe quando vide, a una diecina di metri, un'altra ombra scendere la scarpata. Ha deposto anche il maresciallo che ha interrogato il Bosco una seconda volta, a due o tre anni di distanza dall'omicidio. Ebbe finalmente la confessione. H Bosco raccontò che la Pasqualina si mise bocconi a terra ed egli le si è messo a cavallo, colpendola stando alle spalle. Il maresciallo però vide il cadavere supino, perchè i primi accorsi lo avevano già voltato. Dopo altri testi, che raccontano circostanze già note, il processo è stato rinviato a domani. Per tutta l'udienza, l'imputato si è mantenuto a capo chino, cupo, immobile. Una perizia del prof. Ferrando di Torino lo definisce sano di mente, un giudizio del consulente tecnico della difesa, prof. Goria, lo afferma invece affetto da anomalie fisiche tali da farlo ritiene semi-irresponsabile. Ercole Moggi Fausto Coppi in gara nella capitale francese Parigi, 27 febbraio. Fausto Coppi parteciperà il 2 marzo alla grande riunione ciclistica che si svolgerà al Velodromo d'Inverno di Parigi, in occasione del cinquantenario dell'Unione Ciclistica Internazionale. Il campionissimo correrà nella gara ad c omnium » contro Rik Van Steenbergen campione del mondo, Kubler l'asso elvetico che guida quest'anno la squadra della Frejus, Wim Van Est campione d'Olanda, e Roger Piel campione di Francia nell'inseguimento. Coppi h* aderito inoltre, per il 9

Luoghi citati: Asti, Francia, Italia, Olanda, Parigi, Torino