Il dramma di Emma Pateras coinvolta in 5 processi

Il dramma di Emma Pateras coinvolta in 5 processi Il dramma di Emma Pateras coinvolta in 5 processi Centinaia di milioni alla ricerca di un proprietario - Pazza o perseguitata? o a e e o a e i o o , i Roma, 16 febbraio. « La morte civile di Emma Pateras: pazza o perseguitata? Parli il nuovo Guardasigilli ». Con questo titolo L'Europeo di questa settimana dedica tutta la prima pagina ad un caso che presenta tutti gli aspetti della più impeetrablie vicenda giudiziaria di questi anni. Sul tavolo del ministro Piccioni giace da mercoledì copia del ricorso in Cassazione, che è stato firmato da quel luminare della giurisprudenza che è l'ottantenne prof. Manzini di Venezia: inoltre, sulla vicenda sta per essere presentata un'interpellanza al Parlamenta Si trova a Roma, vagabondando da un albergo all'altro, nel timore di essere presa dalla polizia e costretta a presentarsi alla Procura della Repubblica, la signora di 46 anni Emma Pateras, dei marchesi di Pescara. E' la madre di un giovane di 21 anni, Marcello Giammaruati, che fece parlare di sè le cronache dell'anno scorso in seguito al suo misterioso suicidio, dovuto a tre rivoltellate al cuore nello studio del padre. Le indagini confermarono si trattava di suicidio. Tale versione non fu però accettata dalla madre, che è rimasta sempre convinta che il figlio fu ucciso. Ma questo episodio non è che un dettaglio marginale della tragedia. Ventiquattro anni or sono Emma Pateras, figlia di un ricchissimo possidente, sposò un giovane povero, Oberdan Giammarusti, intelligente e brillante, che Eoi si laureò in ingegneria, l'accordo della coppia era perfetto. Abilmente messi a frutto dall'ingegno del marito, gli ingenti capitali della signora Pateras in Giammarusti in tempo relativamente breve assicurarono alla famiglia una grande prosperità: il patrimonio della famiglia infatti sali a centinaia e centinaia di milioni. I primi screzi in famiglia, dice la Pateras, apparvero nell'autunno del 1944. La signora scoperse alcune infedeltà del marito e il fatto generò liti violente. Fra le altre quella svoltasi il 7 novembre 1944, in seguito alla quale la Pateras denunciò il marito per diffamazione e minacce a scopo di estorsione, asserendo inoltre, mostrando le echimosi sul collo, che il marito ave¬ IIIIIIIIIIIIIIIIIItllll1ltlllItIilIllllltlllillllllllllllllllvgvs va tentato di strozzarla. L'ingegnere invece tentò a sua volta di dimostrare che le tracce di violenze alla gola se se era procurate la moglie da sola, e che si trattava quindi di una donna pericolosa, da considerare alienata. Un me dico però dimostrò 11 contrario. Le denuncie vennero passate alla Magistratura, che si trovò quindi e si trova tuttora ad esaminare ben cinque processi. A questi processi, che investono un valore patrimoniale di centinaia di milioni appartenenti alla signora Pateras, sarebbero connessi ben < sette falsi in atto pubblico». L'esistenza di essi è sostenuta dal prof. Vincenzo Manzini; si tratterebbe di date alterate, di dichiarazioni contraffatte. Il tutto allo scopo di ottenere l'interdizione della Pateras come alienata e di impossessarsi cosi del suo patrimonio La signora ha presentato ben sei diffide al Presidente del Tribunale di Roma e altri magistrati, anche in seguito alla decisione del Tribunale di risolvere la vertenza patrimoniale attribuendo al Giammarusti il novantanove per cento del patrimonio familiare. Alcune dichiarazioni, nelle quali appaiono nomi come Torlonia, Santini e Termes, hanno influito sull'emissione di quel verdetto. Ma è opinione del prof. Vincenzo Manzini che tali dichiarazioni siano da considerare < alterate e false ». La vicenda è estremamente complessa e per questo è stata affidata ora all'esame del Guardasigilli.

Luoghi citati: Pescara, Roma, Venezia