Eugène Ysaye

Eugène Ysaye Eugène Ysaye Non la ricorrenza d'un cinquantenario o d'altro memorabile compimento rinnova il ricordo di Eugène Ysaye, il violinista celeberrimo, ma l'accertamento d'una sua meno nota attività, quella morale e culturale. Lettere e notizie inedite, raccolte da suo figlio, e accompagnate da un omaggio di Jehudi Menuhin (Parigi, Les dcux sìrèìies), provano che, non contento dei successi ottenuti in ogni colto paese con i concerti, le composizioni e la direzione dell'orchestra, fervidamente aderì al renonveau franco-belga, favorì le sorti ancora oscure d'un Franck, d'un Debussy, e di talune loro opere fu il promotore e l'interprete eccellente. La sua concordanza con l'arte spirituale e intima, scevra di gonfiezze e di vanità, sorse inattesa. Tutto in lui sembrava gigantesco e insieme superficiale: un corpo colossale, una cariatide scolpita da Rodin; un'arcata aggressiva o la lievità della mano sfiorante le corde, e l'aerosità soavissima, la brillantezza, la vezzosità, in virtuosismi futili più che capricciosi. Ed ecco che la frequenza, a Parigi, di Cesar Franck, e l'umiltà, l'ardore di quel musico, lo toccano. Come una grazia. « Quale uomo! Un santo! Pareva appartenere al cielo più die alla terra, ed echeggiare quaggiù la purità e felicità divine ». E ancora sconosciuto o male accolto nei concerti. Il chierichetto alla messa in Santa Clotilde poteva interrompere col tinnio del campanello le sue improvvisazioni all'organo, troppo esorbitanti, nel volo della fantasia e l'elaborazione dei temi, dal servizio liturgico. A sua volta Franck ammirò il violinista, e in quelle sonorità robuste o delicate per un repertorio non vigilato, intese accenti ch'egli stesso avrebbe potuto elevare in altra sfera. Stese la Sonata e l'offri, dono nuziale, a Ysaye. Questi la presentò a Bruxelles e a Parigi nell'86; due anni dopo le conquistò il favore delle élites; poi la recò in trionfo dovunque. A lui dedicata, con atto più trepido di quello che mosse Beethoven verso Kreutzer, la Sonate à Ysayef accompagnata da Raoul Pugno o da Yves Nat, valse a divulgare la conoscenza e la fortuna delle altre musiche franckiane. Benché sorta nel clima più propizio, l'interpretazione ysayana destò polemiche. E il primo appunto toccò, com'è consuetudine ovvia, allo « stacco dei tempi »; ovvia, perchè è da discutere il movimento non in sè, ma in quanto uno degli elementi espressivi della musica interpretata. Alla prima esecuzione il violinista Armanti Parent sussurrò all'orecchio di Cesar Franck: «E' ammirevole, Ysaye, ma non ha rispettato ' i movimenti che voi avete indicato». E l'autore: «E* possibile, ma ormai non si può pensarli diversi. State tranquillo, è lui che ha ragione ». La questione era, evidentemente, non nell'osservanza di una frazione di minuto scandita dal metronomo, e sempre relativamente prescritta, ma nel dramma dell'opera, nel nucleo lirico del sentimento, la cui dinamica sentimentale bene si realizzava in quella dinamica temporale. L'episodio è uno dei molti, che il problema dell'interpretazione e la posizione dell'autore di fronte alla propria opera propongono allo studio degli amici della musica. Intorno all'intervento di Ysaye, e al mutamento che sarebbe avvenuto in lui e nella sua tendenza estetica al contatto col « serafico » pére Franck, vorremo esser cauti, se non diffidenti, lasciando ai biografi il romanzare del diavolo e dell'acqua santa. Da una parte miriamo Franck nella sua gran poesia, che non ha bisogno di aggettivi claudeliani, ed è tale non per caste rinuncie, ma per la purificazione delle umane passioni intensamente sentite. D'altra parte è ammissibile che un musicista sensibile e colto, quale fu l'Ysaye, abbia sùbito distinto la Sonata di Franck dalle mediocri cose abituali, e piegato le proprie qualità, l'irruente potenza e la -sensuale (dolcezza, a servigio della sublime veemenza. « Una delle maggiori gioie e la più nobile missione dell'interprete è nel dedicare il talento e l'autorità alla diffusione di opere, forti, nuove o ignorate, senza preoccuparsi del personale successo.». Così scrisse e cosi operò. Divulgatore anche del Quartetto di Franck, Ysaye potè meritare da Debussy la dedica del Quartetto e questa promessa: «T'assicuro che la tua approvazione a Pelléas et Méìuande m'è riuscita d'altissimo incoraggiamento; sarò felice se la mia dedica ti rallegri quanto essa rallegra me stesso ». Amico e sostenitore fra i pochi dell'ancor combattuto Claudio, Ysaye impose ai suoi collaboratori la faticosa concertazione del dissueto Quatuor, e ne curò la prudente presentazione ai pubblici dubbiosi. Avrebbe voluto far conostere in concerto alcune pagine di Pelléas, e l'autore s'oppose. Improvvisamente i ioro legami si sciolsero. Perchè? « Les plus misérables raisons » impedivano a Debussy di ascoltare Ysaye, solista nei Trois nocturnes, poi strumentari per l'orchestra sola. Miserabili ragioni: un conflitto di gelosia, un romanzo alla Bourget, concluso da Montépin. Gaby trova nella tasca d'un abito di Claudio, suo marito o suo amante, una lettera d'amore accesissimo. Dramma, pianti, rivoltella, cronaca da Petit Journal. «Tutto ciò è barbaro, inutile, e non cangerà nulla. Non si cancellano con la gomma elastica i baci di una bocca, le carezze di un corpo. Bell'invenzione, la gomma che cancella l'adulterio Ne son stato sconvolto... Talvolta son sentimentale come una modista che sia stata l'amante di Chopin; m'è ancora necessario constatare che il mio cuore è capace di trasalire ». Debussy divorzia da Gaby, la quale tenta di uccidersi. Ospedale, guarigione. La signora Chausson accoglie l'abbandonata, poi le consiglia di recarsi a Bruxelles, dove la moglie di Ysaye, il quale è in viaggio, la ospita. Spiacquero . a Debussy queste cortesie di madame Ysaye a Gaby? O non le gradì Lily, Rosalie Texier, quella della lettera, che Debussy sposò nel '99 e che più tardi, avendo scoperto la relazione di Claudio con Emma Sigismond, la moglie del ricco banchiere Bardac, attento anch'essa alla sua vita? O gli amici commentarono amaramente gli eventi?^ « Les amis ont parfois de dróles de facon d'arranger les choses ». Certo è che l'artista e l'interprete non s'incontrarono mai più. Quando Debussy si spense, Ysaye, che dirigeva l'orchestra di Cincinnati, dedicò alla memoria di. lui un concerto. E non dimenticò i Nocturnes. A. Della Corte iiiiiri]iitiMii(iiiiiiiiiiMititiTiiiriiiiiiirjii!iiiiiri' Cristina, figlia della principessa Sibilla di Svezia, ha 6 anni, e frequenta la scuola di balletti di Nina Kozlovsky, facendo sorprendenti progressi 'iiMi(iiiiiiiiiiiitiTiiiiiiiiijf[iriii iiKiiftiiitririiMiiJiifiiiiiiiiiiifiittiMTiitiiiiiitdiiiifiiriiiiiiitifii

Luoghi citati: Bruxelles, Cincinnati, Gaby, Parigi, Svezia