La minoranza abbandona l'aula fra gl'insulti dei socialcomunisti

La minoranza abbandona l'aula fra gl'insulti dei socialcomunisti Usasi sii oasit» mì& sazila pace al Consiglio Comuoais La minoranza abbandona l'aula fra gl'insulti dei socialcomunisti I gruppi liberale, democristiano e qualunquista oppongono la pregiudiziale dell'incompetenza del Consiglio - La maggioranza approva l'o.d.g. L'imposta di famiglia sarà pagata in dodici rate bimestrali anziché in sei Con la nota interrogazione del cons. Zini augìi arretrati dell'imposta di famiglia si apre la seduta del Consiglio Comunale. Risponde l'ose. Signorini, facendo Ut storia delle difficolta attraverso cui sono passati gli accertamenti e tutto il complesso lavoro burocratico relativo alla tassa e comunicando di aver stabilito di autorizzare l'esattoria a suddividere il carico dell'imposta in dodici anziché in sei rate bimestrali. Di con eeguenza, il Municipio provvedere a rinviare all'anno ven turo parte della quota isoritta sulle attuali cartelle, l'importo delle quali sarà perciò corrisposto in due annualità. Il carico di orini contribuente per il 1960 sarà quindi dimezzato. Il testo della mozione Ma, per quanto importante, non è questo l'argomento principale della seduta. Poco dopo il sindaco, infatti, propone di invertire l'ordine del giorno e di discutere immediatamente la seguente mozione presentata dalla Giuntai « Il Consiglio comunale di Torino, constatato che la situazione internaeionale si va aggravando con crescente pericolo per la pace del mondo, fa voti: che abbia fin» la corsa agli armamenti che getta gli uomini in preda alla miseria, distruggendo ogni speranza di benessere; che sia posta fine alla minaccia dei bombardamenti atomici mediante la proibizione delle armi atomiche; che abbia fine la guerra dei nervi e sia' ristabilita la fiducia mediante la firma, nel quadro delle Nazioni Unite, di un patto di pace fra le cinque grandi potenze ». I liberali fanno opposizione prima ancora che ai discuta, e cosi fanno i democristiani e i qualunquisti. "Il gruppo liberale — afferma a nome dei colleghi l'ing. Canova — non ritiene necessario votare per mostrare che l'Italia e la nostra Torino, uscite martoriate e immiserite da una guerra non sentita e non voluta dal popolo italiano, aspirano alla pace come alla prima delle necessiti). Ma appunto ai fini di quella pace da tutti desiderata, il nostro gruppo non può aderire ad una ■manifestazione che può essere efruttata contro uno dei gruppi in competizione. Per questo, e non per mancanza di opinione in merito, il nostro gruppo non prenderà parte alla votazione ". La maggioranza ascolta in perfetto silenzio. Dopo l'ing. Canova è la volta del capogruppo democristiano, prof. Grosso: "Che valore ha la dichiarazione t Voi non vi limitate neppure a dire la parola pace, che del resto non vi sarebbe bisogno di dirla; voi volete anche rivolgervi, senza neppure ricordare l'Europa, ad un'organizzazione di cui l'Italia non fa parte, in cui voi stessi ritenete che Yltalia non abbia nessuna voce. E allora, quale può essere la competenza di questa sedei La dimostrazione ha quindi il solo valore di servire una politica di parte. Lo scopo è di portare il peso e il prestigio del Comune di Torino in una lotta politica che divide gli italiani. Noi riaffermiamo che il Comune non può aderire a nessuna organizzazione di parte, noi smascheriamo la manovra che, per il modo stesso in cui è redatta la dichiarazione, conferma il suo stesso carattere ài pretesto". Ancora più espliciti sono « qualunquisti, i quali — per bocca dell'avv. Chiarloni — dichiarano che, in caso di votazione, abbandoneranno V aula. TLtlnpttpmlzezpirdcncvscszascgsldstdlfnlms1g■UIIIIlIlIllllllIIIlllltllllllllllltlllllIlllllllll1l1lltl ttiiiiiitiiiiiiiifiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiritiiiiiiiiiMiiiiriiiiLa mozione contrasta con l'articolo 131 della legge comunale, ed il Consiglio Comunale non può essere una tribuna di propaganda di partito, ma soltanto un organo amministrativo. Improwiso incidente L'on. Negarville interviene per sostenere le ragioni della maggioranza e per affermare la perfetta legalità della mozione. Ne illustra i particolari e discute gli argomenti avanzati dagli oppositori. " Voi ci potete dire che noi siamo degli ingenui — esclama il senatore comunista — ed io lo accetterei. Ma non potete accusarci di essere faziosi. Voi cercate con un diversivo puerile di non affrontare un problema che è vitale per tutti noi. Voi volete sottrarvi alle vostre responsabilità ". La minoranza ha seguito con crescente impazienza il discorso del sen. Negarville e, dinan stmvtustcoLuammPdzal'Pcfagfrlasostilsuzi all'ultima affermazione, sihalza e si avvia verso l'uscita, nsenza dire una parola. Il ge-\g iiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiitsto fa insorgere i gruppi Sella maggioranza: come punti sui vivo e colpiti personalmente, tutti i consiglieri socialcomunisti scattano tn piedi, urlando e coprendo d'Uisulti gli avversari. L'aula si riempie in breve di un clamore altissimo, il più alto e assordante che si sia mai scatenato al Consiglio Comunale. Negarville, Roveda, Passoni, Castagno puntano il dito sui consiglieri di minoranza che si affollano intomo all'uscita. — Fuggite, vigliacchi, grida Passoni. — Voi volete la guerra, incalza Negarville. r- — Vergognatevi, siete dei faziosi, urla Roveda. E ciò che gli altri urlano si perde nel frastuono venerale: quella della maggioranza è un'invettiva sola, prolungata, violentissima. Usciti i consiglieri democristiani, liberali e qualunquisti, il sen. Negarville continua la sua perorazione a favore della hiozione della Giunta e prOpo ne innanzitutto che il Oonsiglio deplori la minoranza e « la metta all'indice della vita civile ». « Con un atteggiamento — continua, il sen. Negarville — che non ha precedenti si è squalificata agli occhi della intera città. Questi signori sono fascisti, lo sono stati ieri, lo sono ancora oggi. Non possono nascondere la camicia nera che portano indosso ». Questa mozione — sostiene ancora, concludendo, il senatore comunista ■— vuol ricordare a tutti quella ohe riteniamo una verità fondamentale: i governanti potranno fare la guerra, ma i popoli a far la guerra non ci saranno ». Una seduta segreta La signorina Verdoja (p.s.u.) approva la mozione nel suo complesso, ma critica il terzo punto. < Secondo i principi di Marx e di Lenin, non ci può essere accordo fra i gruppi antagonisti sulla scena della politica mondiale. Un marxista coerente sa che non si può disgiungere la lotta per la pace dalla lotta per la realizzazione del socialismo. Le masse, tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiriiiiiiifiiiiiiiiiiiiiin , , l a a nlsi a o o o e oniti ina ci .) o o di ò noa ò e oe, n e o s o o a a a a à a n , lottando solo per la pace (come la mozione pretende) si batteranno invano ». Queste parole sono accolte senza commenfi. Applausi raccolgono invece gli interventi della signora Prandi (p.o.i.), del sen. Castagno (p.s.i.) e dell'ass. Magistrello (p.s.u.) Quest'ultimo dioe che dovere dell'amministrazione è, prima ancora di risolvere questioni di vita cittadina, di « salvare la pelle dei propri amministrati ». L'on. Casalini afferma che, pur sapendo che la mozione è di origine comunista e pur non approvando la propaganda di quel partito (che pretenderebbe di essere il solo difensore della pace), il gruppo consiliare del p.s.I.i. si associa. Parlano ancora l'ass. Passoni (p.s.i.) e il cons. Grassi (p.c), quindi, si passa alla votazione per appello nominale. I quaranta consiglieri presenti lo approvano. Si legge, poi, una. violentissima deplorazione all'indirizzo della minoranza redatta dal sen. Negarville. Vi si oppone, pur condividendo i motivi che contiene, l'assessore Bonifetto (p.s.u.); dello stesso parere, e perchè — secondo lui — la deplorazione sarebbe impolitica e nociva ai lavori del Consiglio, è il cons. Benso (p.s.i.). Anche il sen. Castagno (p.s.i.) accede a queste proposte. Il prof. Majorca propone che la deplorazione sia iscritta all'o.d.g. della prossima tornata e votata di frónte alla minoranza. Esaurito con ciò l'argomento della mozione si continua tranquillamente ad esaminare le deliberazioni di carattere am ministrativo. Mancando qualsiasi opposizione, la seduta va per le spicce: si approva tutto. Succede un breve intervallo per la seduta segreta, e la discussione riprende. L'ordine del giorno può essere esaurito completamente con la massima facilità. Università Popolar* — Le lezioni rtl letteratura italiana, tenute dal prof. Rho, avranno inizio stasera in via Principe Amedeo 8 alle ore 91; domani, alla stessa ora • nel' medesimo luogo, si Inizio- nmno quelle di letteratura rossa. iiiiiftiiiiiaiitiiitiiiiitiiitttttiitiitiiif if ili ■iitiiiitititi

Luoghi citati: Comune Di Torino, Europa, Italia, Rho, Torino