Il sospetto e la paura dilagano in molti ambienti

Il sospetto e la paura dilagano in molti ambienti ■fc' "ArrAHg„ JPJEJ GENERACI Il sospetto e la paura dilagano in molti ambienti La controffensiva del gen. Masi - Il governo tenta di arginare lo scandalo ma non lo soffocherà (Dai nostro corrispondente) Parigi, 18 gennaio. I due generali taceranno?... ei domandavano ieri sera gli uomini politici uscendo dalla tempestosa seduta dell'Assemblea. Era un interrogativo retorico: era facile prevedere che non avrebbero taciuto. Per primo ha reagito il generale Mast: è 11 meno compromesso del due, ed essendo stato collocato a riposo è il più libero di parlare e difendersi. Abbiamo stasera, sotto gli occhi, non meno di tre dichiarazioni del generale: il testo di una sua lettera al presidente della commissione d'Inchiesta, resa pubblica, si noti, prima ancora che sia conosciuto il nome del destinatario; e, inoltre, le interviste concesse a due giornali. Mast protesta vibratamente, si difende con abilità, abbozza perfino una controffensiva quando dice che Roger Peyré, sebbene non avesse un preciso orientamento politico, « si muoveva negli ambienti socialisti e radicali». Vittima, non amico « La dichiarazione del Presidente del Consiglio — dichiara Mast — mi ha presentato come l'amico di un uomo indegno. In realtà sono stato vittima di lui». Racconta poi di aver avuto rapporti poco frequenti con l'avventuriero che, d'altronde, era considerato da tutti, allora, come una persona degna di ogni stima. Peyré lavorava per un servizio di informazioni militari e forniva notizie sull' Indocina al generale, che da anni segue i problemi dell'Estremo Oriente con molta attenzione. Mast smentisce di aver consegnato il rapporto Revers a Peyré, e di essersi servito di lui per fare una campagna a favore della propria candidatura all'Alto commissariato in Indocina. Questa candidatura, spiega, fu appoggiata nel '48 dal ministro della Francia di Oltremare, ma venne respinta dal governo e non se ne parlò più : non. può avere perciò nessun rapporto con gli intrighi contestati al Peyré, che sarebbero avvenuti molto più tardi. • Annotate queste dichiarazioni di uno dei principali interessati, volgiamo intorno lo sguardo per osservare, le impressioni, i giudizi dell'opinione pubblica. Naturalmente i comunisti sono T più violenti e i meno oggettivi. Vogliono dimostrare che 11 regime è putrido, ma non ai può seguirli fino alle loro conclusioni estreme. Nè Duclos alla tribuna, nè i giornali comunisti nelle loro cronache hanno potuto avanzare prove precise: sospetti, invece, si. E' appunto questa la loro tattica: avanzare sospetti, diffamare copertamente, ritirarsi di fronte alle resistenze vivaci, girare gli ostacoli per attaccare 1 punti più delicati. Un certo successo è stato raggiunto. Il sospetto c'è, purtroppo. « I nomi, i nomi », gridava ieri Duclos ripetendo una interruzione famosa dello scandalo per Panama, cinquantanni fa. Ora il governo è in estremo imbarazzo per più ragioni di fronte a questa richiesta, che può sembrare innocente e giustificata: c'è una difficoltà oggettiva, che sta nelle cose stesse: non si hanno prove precise, Peyré è scomparso, le sue affermazioni possono essere calunniose, i documenti sequestrati all' indocinese Van Co (schede di contabilità, libretti di assegni), non hanno, sembra, valore decisivo. E' dunque molto difficile stabilire esattamente se il consigliere della rappresentanza indocinese a Parigi abbia corrotto «qualche» uomo politico e « qualche » giornale: qualche, si badi bene, e non l'Intero regime, come vogliono far credere gli oppositori comunisti. II veleno dell'immoralità Alle difficoltà oggettive si ag giungono le difficoltà soggettive, le considerazioni di opportunità politica. Ammesso, per ipotesi, che qualohe uomo politico si sia lasciato corrompere dal rappresentanti di Bao Dai e dal suo ministro generale Xuan, ammesso che si raggiunga la prova di ciò, la maggioranza sarà disposta a lasciare trapelare la cosa? Non rischlerà di far credere a una corruzione molto più estesa, molto meno confessabile? Pino a qualche tempo fa, evidentemente, la tendenza del governo era di soffocare lo scandalo. L'istruttoria per la divulgazione del rapporto Revers fu chiusa, i generali vennero puniti in silenzio e Peyre lasciato partire per l'Argentina con là moglie e due figli. Ma adesso, con Bidault, perche i fatti precedenti avvennero al tempo del governo Queuille, la tendenza è mutata, e si parla di «tagliare l'ascesso», di andare sino in fondo. La commissione d'inchiesta si metterà subito a lavorare. E' vero che i comunisti non vengono chiamati a farne parte, ma l'opposizione gollista ha già visto scegliere uno dei suol parlamentari più influenti, Michelet, membro della Commissione delle forze armate, già ministro della Guerra con De Gaulle. E' una garanzia che se ncn si va verso lo scandalo generale e per prin cipio, come vorrebbero i comunisti, non si va nemmeno verso il soffocamento: i gollisti non dovrebbero permetterlo. Ma la commissione d'inchiesta potrà lavorare utilmente. Molti sono scettici; l'esperienza è negativa, in questa materia. Eppure, dichiara l'editorialista di Le Monde, in una democrazìa come quella francese l'errore è sempre quello di tergiversare, di credere che un ascesso può essere riassorbito nel silenzio e nell'oscurità. E continua: «E' spaventoso 11 lento abituarsi all'immoralità. La Terza Repubblica ha conosciuto un certo numero di scandali e anche un certo numero di sfruttamenti di scandali. Le cloache non sono mancate e certune non sono mai state riparate. Furono esse forse che, accumulandosi, provocarono 11 crollo sotto la spinta dell'invasione... La Quarta Repubblica non sfuggirà a questo avvilimento mortale se non saprà riprendersi». La stampa dunque, anche "la più autorevole, vuole, una luce completa: Combat, per esempio, segnala certi rapporti di Peyré con una società commerciale nella quale sarebbero Interessati anche il generale Revers e un sindacalista socialista. Il sospetto si diffonde, e col sospettò, la paura. Abbia¬ mo ascoltato ieri all'Assemblea deputati che negavano recisamente di aver mai pranzato con Peyré, come se questo solo fatto diventasse una prova di corruzione. Per eliminare il sospetto e la paura la commissione dovrà agire rapidamente. d. b.

Persone citate: De Gaulle, Duclos, Michelet, Peyre, Roger Peyré, Van Co

Luoghi citati: Argentina, Estremo Oriente, Francia, Panama, Parigi