I comunisti cinesi occupano il consolalo americano a Pechino di Gino Tomajuoli

I comunisti cinesi occupano il consolalo americano a Pechino I comunisti cinesi occupano il consolalo americano a Pechino I diplomatici espulsi mani) militari - Anche le sedi consolari francesi ed olandesi invase - Profonda impressione e reazione negli Stati Uniti (Dal nostro corrispondente) Washington, 14 gennpio La tempesta cinese che per un momento pareva acquetarsi ha ripreso ad infuriare stamane quando il Dipartimento d: Stato ha ricevuto notizia che il governo comunista cinese, violando ogni norma di diritto internazionale, ha occupato il Consolato americano di Pechino ed ignorando le proteste del console Clubb ne ha espulso militarmente i 36 componenti. ' ' Il governo americano ha risposto all'affronto ordinando la chiusura dell'ambasciata di Nanchino e degli ultimi 3 consolati ancora aperti. Ai-che i consolati francese e olandese sono stati occupati dai comunisti e ora l'Inghilterra è incaricata della difesa degli interessi americani e alleati. L'audace provocazione co munista e la cauta reazione | americana hanno sollevato il .furore dell'opposizione repub- blicana che la considera come una diretta conseguenza del « disfattismo » governativo. Le dimissioni di Acheson e sopratutto del sottosegretario Butterworth, capo dell'ufficio Estremo- Oriente del Dipartimento di Stato, sono richieste a gran voce dai maggiori capi repubblicani. H Dipartimento dd Stato, evidentemente colpito di sorpresa, ha, mostrato stamane qualche segno di esitazione, ammettendo che la difficile azione diplomatica per il riconoscimento del nuovo governo potrà essere rinviata e che la politica estera bipartitica sta vacillando anche perchè nulla è possibile rispondere ai repubblicana che rilevano come ad ogni tentativo di « appeasement > i comunisti cinesi od europei aumentano il loro appetito. Questi ci del i eli sviluppi cronistifatto nuovo. Bisogr.a chiedersi ora perchè i comunisti cinesi abbiano voluto rendere quasi impossibile il riconoscimento da parte degli S.U. proprio quando stavano per ottenerlo. Le spiegazioni differiscono secondo le contrastanti correnti d'opinione americane. I sostenitori della politica del non intervento favorevoli al riconoscimento credono che l'incidente sia stato voluto dalla Russia che temerebbe l'influenza degli S.U. sul,, governò di Mao durante; i ntegoziati per la cessione di basi e zone strategiche economicamente importanti della Cina del Nord. Inoltre la Russia spererebbe di obbligare l'amministrazione Truman ad appoggiare di nuovo Ciane Kaa Scek ed i conservatori nazionalisti, prestando così il fianco alla accusa d'imperialismo e alienandosi le ancor forti simpatie degli elementi riformatori ma non comunisti della Cina. Sono interpretazioni che mirano più a giustificare la politica attuale che a chiarire il mistero. Secondo osservatori imparziali invece l'Incidente proverebbe che i comunisti cinesi vogliono rendere impossibile o molto oneroso per il prestigio americano il mantenimento di normali relazioni diplomatiche per mostrare a Mosca l'insussistenza dell'accusa di poca ortodossia comunista e ottenere cosi un maggior grado di indipendenza di quello accordato dal Cremlino. Si osserva anche che il riconoscimento inglese è stato accettato con tanta mala grazia da diminuire molte delle speranze britanniche. Mao è ancora a Mosca e dalle informazioni riservate che giungono per vie segrete al Dipartimento di Stato parrebbe stia lottando per contrastare la concorrenza fattagli da altri capi comunisti, più agi o ortodossi di lui, e per negoziare in termini diversi da quelli proposti dai russi un trattato di alleanza militare e economica che legherà la Cina al blocco dei paesi comunisti. II programma esposto da Acheson convince poco anche 1 sostenitori del governo; le reazioni asiatiche sulle quali il Segretario di Stato contava, tanto .per. giustificare- labontà della sua politica di non intervento e di neutralità, sono disastrose: « Occorrerebbe altro — scrive la signora Mac Cormick — per combattere il comunismo; ci vuole qualcosa di audace, di nuovo e di coerente ». Acheson sperava di' avere qualche indicazione dai risultati della conferenza di Colombo, ma dalle prime notizie avute parrebbe che anche il progetto di impostare una comune politica anglo-franco-americana-indiana siano cadute per la nessuna volontà dell'India di assumersi impegni politici al di là delle regioni a essa confinanti. Gino Tomajuoli

Persone citate: Acheson, Butterworth, Mac Cormick, Mao