Offensiva contro i liberali alla vigilia della crisi di governo

Offensiva contro i liberali alla vigilia della crisi di governo Offensiva contro i liberali alla vigilia della crisi di governo I democristiani e i repubblicani non li vorrebbero: ma De Gasperi forse preferirebbe imbarcarli di photo - Oggi ultima riunione del Consiglio dei Ministri Roma, 10 gennaio. Giovedì o venerdì, com'è stato annunciato, sarà aperta la crisi ufficialmente. L'on. De Gasperi aspetta a dare le dimissioni' che si concludano i lavori del consiglio dei ministri convocato per domani: un consiglio importante, non perchè l'ultimo del quinto gabinetto, ma perchè deve esaminare e approvare i bilanci preventivi e prendere atto della situazione che concerne il mandato italiano in Somalia. Ne farà Sforza una relazione e dovrà dire fra le altre cose che le prime notizie che facevano prevedere una rapida conclusione del dibattito ginevrino sono state seccamente smentite dal successivi sviluppi. Calcolo di numeri La mancata esattezza nelle Informazioni ha procurato anzi qualche disappunto negli ambienti governativi e parole un po' aspre sono state pronunciate — ci si dice — nel corridoi del Viminale da parte di una personalità di primo plano. In ogni modo anche se le recriminazioni per la questione somalo-ginevrina non dureranno a lungo è fatale che la seduta di domani si protragga per tutta la giornata. I ministri torneranno a sedere mercoledì e forse anche giovedì: salutandosi poi mentre De Gasperi moverà verso il Quirinale per dimettersi i ministri si diranno arrivederci. Ma non si sa quanti ministri torneranno a sedere nel mese di febbraio attorno allo stesso tavolo. Non si sa e non è il caso di fare questione di nomi: si tratta piuttosto di fare un calcolo 11111111 ■ M11MI ! 11111111 f IEIS f I [1111111 ! ■[ I II ■ 11111111 f 111 ) di numeri: quanti partiti vale a dire saranno rappresentati nel sesto gabinetto? Se dipendesse solo da De Gasperi è sicuro che égiT-ff *vorrebbè di nuovo tutti e quattro, ma negli stessi ambienti della D. C. l'ostilità a riguardo del partito liberale continua e si rafforza. SI sono pronunciati in questo senso stamane i presidenti dei due gruppi parlamentari democristiani, Spataro per la Camera e Cingolani per 11 Senato. Cingolani difatti riferendosi al discorso pronunciato domenica dal ministro Giovannlni ha detto di essere rimasto < enormemente sorpreso» per l'intonazione antigovernativa che vi ha riscontrato: «Non è improbabile — ha proseguito — che so sia da considerarsi una seria presa di posizione del p.l.. per estraniarsi dalla combinazione governativa». Anche don Sturzo Impegna la propria autorità e il prestigio che egli gode in larghi strati del partito per estromettere 1 liberali. In un articolo che sarà pubblicato nel prossimo numero della «Via», l'ex-segretario del partito popolare, dopo aver polemizzato con la proposta di Carandinl per una federazione del tre partiti minori, scrive di fatti: «I più irrequieti, i più Inconsistenti sono i liberali, sia quelli di Carandinl che pensano alla federazione sia quelli che vogliono montare la guardia alla libertà alla maniera di Grassi; e sia coloro (e sono i più giustificati) che non si rassegnano alle scorporature di Segni. Alla vigilia delle elezioni amministrative il nuovo governo dovrebbe essere fatto alla svelta; chi vuole entri e chi non vuole resti fuori. Si dovrebbe approvare la legge elettorale a tamburo battente, si da convocare i comizi nel presente anno, a metà primavera e a metà autunno. Foche leggi sostanziali nel frattempo di carattere strutturale, leggi sindacali, corte costituzionale, riordinamento ministeriale, utilizzo fondo-lire e slmili. L'esito elettorale, per quanto sul terreno amministrativo, indicherà l'orientamento del paese e la consistenza dei partiti. Un anno passa presto. Al 1951 una nuova crisi di governo per una più effettiva revisione politica ed economica ci sarà Imposta dagli avvenimenti ». Un invito del Times Cosi inquadrata la situazione, non manca un'ultima battuta contro 1 liberali: «Mi fanno costoro l'effetto di quei nobili decaduti che mantengono le corone nei biglietti da visita e sul cassettoni dell'antisala e pretendono il posto in società che avevano i loro avi per mantenere una giusta distanza tra essi e i nuovi venuti, anzi, gli intrusi, i democristiani». Meno aspra ma non meno perentoria l'opposizione dei repubblicani alla partecipazione dei liberali al governo. Anche la Voce prende le mosse dal discorso del ministro Giovannlni dichiarando che esso « nell'imminenza di una revisione governativa non deve lasciare indifferente nessuna delle correnti politiche che potranno partecipare al governo ». E comincia l'esame del discorso: «1 punti sul quali l'on. Giovannlni è stato più chiaro e più esplicito sono In particolare: atteggiamento antiregionalista; opposizione alla riforma agraria intesa come riforma fondiaria e opposizione quindi a ogni limite nella proprietà terriera; abolizione della nominatività obbligato¬ ria delle azioni ». Osserva la^ Voce che sull'ordinamento regionale previsto dalla costitu¬ zione non si può discutere jaJ liticamente in sede di' forma-1zlone governativa; osserva che la riforma agraria come riforma fondiaria trova cnon radicalmente discordi» gli altri partiti, che sono anzi largamente consenzienti al concetto del limite fisso della proprietà terriera; osserva infine che la nominatività dei titoli come strumento per un accertamento fiscale conseguente e come strumento extra fiscale ai fini di una legislazione antimonopolistica è stata ripetutamente difesa dal governo. Il discorso dell'on. Giovannlni, scrive La Voce, in conclusione « ...ribadisce la sempre più marcata distinzione del P. L. dagli altri tre partiti». Le deduzioni, a questo punto sono tutte ovvie. Repubblicani e democristiani sono per l'uscita dei liberali: anzi 1 repubblicani sembrano quasi farne una condizione per la propria stessa partecipazione. I socialdemocratici occupati dal postuniiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii mòtta h^h«^ benevolmente la iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiw mi del congresso di Napoli non si sono pronunciati sul tema ma senza dubbio non avranno di sostenere causa liberale. Per oggi ad ogni modo hanno tratto motivo di incoraggiamento da un articolo del Times che rimprovera al Comisco lo atteggiamento preso contro il P.S.L.I.: «Le vicende in cui il Comisco — scrive il giornale inglese — sta irretendo il partito saragatiano che nonostante le sue limitazioni è il solo gruppo socialista che abbia un passato di opere e sostiene una politica ben definita in merito alla possibile convivenza fra marxismo e progresso democratico, devono venir considerate come un infelice contributo alle difficoltà attuali». Che questo sia un invito al social-democratici italiani di partecipare al governo è abbastanza evidente e che il consiglio venga dall'Inghilterra è stato un fatto molto apprezzato non solo in casa socialista ma anche al Viminale. v. «f.

Persone citate: Cingolani, De Gasperi, Segni, Sforza, Spataro, Sturzo

Luoghi citati: Inghilterra, Napoli, Roma, Somalia