Lotta tra due tendenze pro e contro la collaborazione di Vittorio Gorresio

Lotta tra due tendenze pro e contro la collaborazione IL CONGRESSO SOCIALISTA DI NAPOLI Lotta tra due tendenze pro e contro la collaborazione / discorsi di Preti e Andreoni - Porta largamente aperta alVanidcazioRomita non è comparso e si hanno poche speranze di vederlo oggi ne (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 6 gennaio. • « Il nostro partito ha bisogna di un grande successo politico che sia tale da salvare la sorte del socialismo in Italia. Questo grande successo politico è oggi possibile? Io credo di si: si tratta di andare al governo, strappando alla D. C. alcune penne maestre, o di rifiutare decisamente la -collaborazione con la D. C. ». Queste parole sono di Andreoni,' direttore dell' Umanità, considerato il leader della destra socialdemocratica e sono state pronunciate davanti ad alcuni giornalisti questa sera. Gli si chiedeva che chiarisse meglio alcuni punti che erano parsi oscuri nei suo discorso: in sostanza si domandava se fosse esatta la sensazione da lui data di avere fatto cioè molti passi per accostarsi alla tesi dell'on. Preti, considerato 11 leader della sinistra. • Andreoni ha spiegato che in | molti punti le opinioni coincidevano: «Ma questi estremi che si toccano non meravigliano nessuno. Il fatto è che Preti si augura che la D. C. respinga 11ltlili(11!IMIlllllflIfl1ltillilllII1IIIII)it;lllllllllitlll le condizioni che porremo alla D. C. e ha il torto, a mio avviso, di dirlo prima, di dichiaarlo pubblicamente alla tribuna del congresso. Mi pare che non sia questo il miglior modo per trattare. Io penso che si debba parlare al paese più chiaramente: credo che la maggioranza del paese non sia punto sensibile al pericolo del clericalismo e del confessionalismo, non se ne accorge e non lo sa valutare. Non si renderebbe conto di una nostra decisione presa con questo pretesto: ma se Invece potremo dire al paese che non partecipiamo al governo per una serie di buoni motivi, perchè sono state respinte determinate e precise nostre richieste, il paese potrà capire e approvarci. Per conto mio, comunque, mi auguro che le condizioni siano ferme e concrete é che le penne che Indicheremo come no^stre rivendicazioni siano davvero penne maestre ». Proseguiva Andreoni dicendo che all'unità del vecchio P.S.I.U.P. non è possibile tornare perchè non c'è unità se non per quelli che vogliono le MII?tlllltlllltlfltllllIIIIMIMtllllt1IIIIIMIItllllltlt stesse cose e le vogliono più 0 meno nello stesso modo. Scettico quindi sulle possibilità dell'unificazione con i socialisti di Romita e di Silone («Sono un proposito, una intenzione di partito» ha detto), si è riferito più precisamente alla situazione del P.S.L.I. «Io e altri amici — ha detto — siamo stati finora considerati come uomini di destra. Accettiamo le classifiche per quello che valgono, ma teniamo presente che la nostra posizione non era nè di destra nè di sinistra, era piuttosto la sola posizione concreta che si potesse tenere intorno al 18 aprile, in un momento in cui 1 problemi fondamentali del paese erano il consolidamento dello Stato democratico, l'inserzione dell'Italia nella comunità internazionale e la difesa della moneta. Dovendosi raggiungere questi obiettivi c'era poco da parlare astrattamente ' di socialismo: nella gerarchla e nell'urgenza dei problemi i tre che vi ho Indicati prevalevano e, in. mancanza di una qualsiasi sicurezza e di un qualsiasi ordine, non sussiste alcuna possibilità di fare una politica socialista». Si è domandato: « E qual'è oggi la situazione? E' mutata radicalmente, perchè l tre obiettivi essenziali sono stati raggiunti: come ha detto stamane il compagno Preti, la restaurazione dell'ordine pubblico ha réso « superata » la politica di Sceiba; e lo stesso De Gasperi si è accorto che qualcosa è mutato perchè è venuto a parlare di terzo tempo. Oggi perciò si può parlare di una politica socialista. Noi non siamo inchiodati, noi della vecchia destra, ad alcuna pregiudiziale collaborazionistica, che significa rinunciatarismo o minorità politica. Daremo il nostro contributo alla determinazione delle condizioni per la collaborazione: e polche tutti siamo chiamati a fissarle, da questo momento si potrà parlare di vera destra e di vera sinistra, a seconda della formulazione che daremo alle nostre tesi, a seconda della maggiore o' minore gravità delle richieste. In questo senso ci misureremo fra noi, e se la D. C. si Inchinerà di fronte alle nostre richieste, Il Paese vedrà, che non abbiamo mal rinunciato alle rivendicazioni socialiste. In caso contrario nessuno ci obbliga a tornare al governo ». La conclusione del discorso è stata dedicata ad escludere la possibilità di una fusione tra F.I.L. e L.C.G.IL. E l'atmosfera, per esprimersi in breve, può definirsi questa: mantenere una larga apertura verso l'unificazione socialista, senza alcuna illusione che sia un'operazione possibile a breve scadenza. Collaborare al governo solo nel caso che la D. C. accetti alcune condizioni precise: nella fissazione di queste, cioè nella misura della loro gravità, si svolgerà la lotta congressuale. Lombardo, per esempio, è un fautore della linea Pella, che ha già difeso con la sua autorità; e la sinistra attende un intervento di Tremelloni perchè metta la propria a sostegno della linea Pèlleri. Preti esclude comunque che si possa trattare con la D. C. (nel suo discorso di stamane ha detto che sarebbe pazzesco sperare nel buon volere di De Gasperi, ohe è il responsabile primo della mancata unificazione). Ma tutta la sua azione è chiaramente rivolta ad aggravare ulteriormente le condizioni socialiste, in modo che le trattative alle quali la maggioranza certamente consentirà siano destinate a fallire. In quanto a Romita non è arrivato neppure oggi. Potrebbe forse arrivare domani, ultimo giorno, ma lo si dice molto incerto ed esitante. Da Roma il PSU si è dichiarato contrario anche alla proposta di una federazione del due partiti, esprimendosi in termini abbastanza rudi, per non lasciare adito a molte illusioni; ma anche in questo caso non è possibile dire nulla fin tanto che non saranno concluse le trattative per 11 governo. E* certo infatti che se fallissero, come Preti si augura, e come Andreoni non esclude, acquisterebbero valore di profezia le dichiarazioni con le quali l'on. Preti ha chiuso il suo discorso : « Rivendicando di aver servito il Paese il 18 aprile e con la firma del Patto Atlantico, ci ribelliamo a divenire strumenti democristiani in una nuova coalizione. Perciò diremo : l'unificazione si farà e riprenderemo la testa della classe lavoratrice. L'Italia domani sera deve sapere se il socialismo democratico vive ancora o è definitivamente liquidato ». Vittorio Gorresio

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