Il governo il paese e l'inquietudine dei partiti

Il governo il paese e l'inquietudine dei partiti Il governo il paese e l'inquietudine dei partiti Vento di fronda contro la D. C. - Aspre dichiarazioni di Togliatti l comunisti e la "terza forza,, - La situazione vista dal Von. Taviani ■»» llllll1lllllllllllIIIIIIIlllll1llllIIIIIIIIIIIIIIIIIIlItlillIlRoma, 25 novembre. Ritornato da Budapest, Togliatti ha fatto qualche dichiarazione all'Unità. Si è soffermato a lungo sulle condizioni della vita in Ungheria e sul benessere che in genere è diffuso nel Paesi che sono oltre la cortina di ferro: ma non per questa parte sono interessanti le sue dichiarazioni. Interessa d'i più il giudizio che ha dato sulla recente discussione a proposito della crisetta. Severo giudizio Ha detto testualmente: «Non ho ancora avuto modo di leggere tutto il dibattito. Ho visto 11 discorso di De Gasperi nel testo che ne ha dato il giornale del suo partito. Mi è parso una cosa pietosa, in cui manca perfino la necessaria linea di distinzione tra le divergenze di principio e quelle contingenti politiche, e la consapevolezza del loro reciproco peso e valore. La posizione difesa da De Gasperi non potrà mancare di rendere più profondo il distacco tra la situazione del Paese e quella di chi oggi Io governa. Ciò che sta avvenendo in campo agricolo nel Mezzogiorno lo dimostra; ma questo non è che una parte di ciò che sta maturando. De Gasperi, lo si vede ogni giorno di più, non conosce il nostro Paese. Giudica secondo ciò che si dice tra i ministri, secondo ciò che gli suggerisce il prete; ha bisogno di andare a Washington per accorgersi dei calabresi; non ha ne l'orecchio nè il cuore aperti a quello di cui vive la nazione. E' una disgrazia per l'Italia essere governata da un uomo simile proprio in un momento così duro ». Non può stupire la severità del giudizio; ci si chiede piuttosto se essa sia giustificata. E' certo che una frase di De Gaapert-irrorto-'infeHce-*èr*qtiel--j la che riguarda la € scoperta» dei calabresi da lui fatta nell'America del nord; prima di esserci andato era poco disposto ad apprezzare le virtù dei nostri meridionali, secondo quanto avrebbe confessato nella Sila, sempre che il suo discorso sia stato riferito esattamente dal giornale del suo partito. E' cosa grave, indubbiamente, ma Togliatti è forse l'ultimo che può muovere a De Gasperi tale rimprovero: fu lui stesso infatti un giorno del '47 all'Assemblea Costituente che, per dare un esempio indi catlvo di popolazioni balorde e retrive, non trovò meglio che citare con disprezzo « i cafoni calabresi ». Ciò accadeva in primavera, e il viaggio di De Gasperi era stato nel gennnlo precedente, cosicché almeno si dovrebbe dire che U Presiden llllllllllllIllltlllllllllllllllllllllllllllllllIlll!IITIl te del Consiglio si è ricreduto prima di Togliatti. A parte questo, è da notare l'insistenza . sul tema del distacco tra governo e Paese: è un problema reale, un fenomeno serio? Il segretario della D.C., on. Taviani, ce lo negava stasera, richiamandosi al risultati delle elezioni che si svolgono da vario tempo in diversi comuni: in generale la D.C. continua a progredire, migliorando quasi dovunque le proprie posizioni, .^nglqplfltando numerose amministrazioni nuove. Dice Taviani che non è dunque l'elettorato che si distacca dalla D. C„, ma piuttosto la stampa, intesa in senso generale: egli difatti ammette l'esistenza di una fronda giornalistica che sei od otto mesi orsono, per esempio, non si avvertiva. Si potrebbe rispondere che la stampa, come è la sua funzione e la sua natura, si è dimostrata più pronta e più sensibile a cogliere e ad esprimere motivi di disagio che la grande massa elettorale tarda ad afferrare: e ciò dicendo non si va lontani dalla verità. Lo stesso Scocclmarro — e mette il conto di registrare un'altra voce comunista per la novità di posizioni che essa indica nel P.C.I. — ha detto ieri al Senato: «La realtà è che oggi In Italia vi sono forze che si oppongono al governo e che non sono nè comuniste nè socialiste: ma queste forze non sono rappresentate in Parlamento. Di qui il problema di una forza politica la quale sia separata dal comunisti, ma anche e soprattutto differenziata dalla D. C. Il sorgere di una forza la quale non si Identifichi nè con il comunismo nè con 'la D. C. può essere cosa utile per la situazione politica italiana, perchè vi sono delle forze di opposizione, che non sanno inquadrarsi politicamente nella vita del nostro Paese. Capita a noi qualche volta questa strana situazione: di essere noi portavoce In Parlamento di esigenze espresse d« forze nostre avversarie. Se esse, invece, parlassero con I propri rappresentanti politici, la vita democratica della nazione sarebbe più rispondente alla situazione obiettiva. Perchè non si realizza questo? ». Un monarchico Diremo In breve che la risposta di Scocclmarro è che le forze di cui si parla sono rimaste ancora sotto I incubo ossessivo della paura comunista: ma siamo in obbligo di sottolineare che l'identica tesi è sostenuta stasera da un quotidiano che è tutt'altro che favorevole al partito comunista, il Giornale della Sera, diretto dal sen. Tullio Benedetti, monarchico indipendente. Scrive il giornale: «Vi sono vari sintomi nel Paese che dimostrano come la soluzione del 18 aprile (quell'lngolfarsi della brava gente, spaventata dai rossi, sotto 11 mantellone della D.C.) non soddisfa più nessuno: la crisi dei demo-socialisti e dei liberali (dove gli unici che ancora sostengono la collaborazione in seno al governo e con la poco brillante motivazione jffMto l) r 11 « 11111 i r 1111M111111 [ 111 ■ 1311111111M11111111111111 • 11 n dell'opportunismo sono ormai I ministri e i sottosegretari) e sicure notizie che ci pervengono dalla base repubblicana ripetono questa situazione: è bene che la D.C. assuma da sola la responsabilità del potere e gli altri partiti ritornino sulle loro posizioni, che per mille motivi non possono essere nè quelle democristiane nè quelle comuniste ». Il sen. Gasparotto, un altro indipendente, ha parlato que lattoni» della .necessità. di u.p movimento, che egli definirebbe « radico-sociale » o « radicosocialista» e al quale, secondo la sua idea, « potrebbero ade rire coloro che, senza dichiararsi marxisti, intendano spremere dal socialismo tutte le riforme che sono compatibili con l'attuale struttura economica del Paese ». A questo punto si dovrebbe cominciare un discorso sulla funzione e sulla condizione attuale dei vari gruppi socialisti democratici, che sono tra di loro molto più vicini di quanto lo possano far credere i personalismi esacerbati : ma sarebbe, come è facile comprendere, un discorso molto lungo e che è opportuno quindi rinviare per una più tranquilla e meditata esposizione. V. g. IMimillllllIMMIIIIIIMMNIimilllllllllllllllNIIII

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