Marienbad per tutti

Marienbad per tutti Marienbad per tutti Nel suo Giuocatore, DostoJevski traccia la figura di una vecchia autoritaria signora che ti fa trascinare in una carrozzina, da un segretario, per le strade di una città termale, probabilmente Badcn Baden, o Karlsbad, o Marienbad. E appunto a Marienbad ci parve di incontrare alcuni anni or sono la stessa signora descritta dal romanziere russo, sempre imponente e crucciata, vestita tutta di nero, labbruta, intenta a roteare gli occhi e a manovrare un grosso bastone, come se volesse scagliarlo contro il dimesso segretario, contro noi che stavamo a guardarla, contro il mondo intero che non soffriva per la sua sofferenza. Poi ne incontrammo molti altri, uomini e donne, di questi ricchi patienten, tutti malinconici o irosi, tutti armati di bastone, alcuni avanzanti a fatica sul marciapiede, altri inerpicati sulle bilance per controllare le impercettibili variazioni della loro pinguedine. La vecchia Europa centrale e orientale era andata lassù a purgare i suoi ultimi peccati di gola. Verso il tramonto tutti quegli ospiti senza letizia si trascinavano sotto la Kolonnade con un bicchiere d'acqua in mano, appena attinta alla fonte, e l'andavano aspirando passo passo per mezzo di una cannula di vetro ritorta. I novizi si indovinavano dalle smorfie provocate da quel liquido caldiccio, i veterani dal gesto meccanico del sorbire e dallo sguardo distratto e annoiato. Sotto la rotonda la banda municipale suonava senza posa brani scelti di opere wagneriane, ma nessuno ascoltava, all'infuori di qualche nativo della città, insolentemente roseo e tondo fra tutti quei visi pallidi e afflosciati. Sulle apposite panchine si gettavano affranti, di tanto in tanto, poveri signori obesi con grosse catene d'oro al panciotto e sigari affusolati fra le labbra: come a contristarsi sulla troppa birra bevuta e sulle troppe salsicce divorate. La città era tutta Modem Style e Secessione. Gli edifici, per la maggior parte alberghi e pensioni, testimoniavano dell'epoca d'oro della grande borghesia, allorquando fronzoli, stucchi, fregi e ricami di cemento o di granito fruttavano gloria e onori agli architetti, e perfino a certi poeti che a quelli* varia gioielleria altamente si ispiravano. Mentre tutte le città del mondo, più 0 meno, avevano mutato fisionomia, Marienbad era rimasta quale era piaciuta ai granduchi gottosi e alle etère da romanzo; e nessuno aveva osato raschiar via dalle facciate dei palazzi le anfore, le ghirlande, i cestelli di frutta, i puttini; così come nessuno aveva avuto il coraggio di abbattere balconcini orientali, torrette, garitte, stàtue di donne dalle enormi cosce o di ver gini evanescenti, di barbute ca ri aridi o di giovanotti nudi anelanti al cielo. Di quelle stravaganti architetture, del resto, i clienti si mostravano entusiasti, e non era difficile, passeggiando un .poco per le strade, udire rauchi o squillanti wunderbarl lanciati a quei palazzoni che pareva ne sorridessero di piacerle, con le loro sovrastrutture vanerelle allineate sui frontoni o disposte sotto i davanzali. Il pubblico più fedele di Marienbad era formato in gran parte di vecchie signore e di buoni possidenti, gente rimasta attaccata alle tradizioni della gioventù con una tenacia che pareva non temesse fuerre, rivoluzioni e terremoti. ,ra la stessa gente che smaniava di indignazione attraversando le sale di una mostra d'arte contemporanea; e che lassù si compiaceva invece dei draghi di marmo e di cemento. Anche la natura si era adatta, ta a quei gusti. Tutto intorno alla città si stendevano le foreste; ma gli abeti, messi in ranghi di file parallele, tutti diritti a piombo e spogli di rami fin quasi alla cima, pareva sostenessero un soffice tetto verde cupo, orlato di sfumature tenerissime per gli aghi nuovi nati in primavera Non si sentiva profumo di bosco, il buon profumo umido di funghi, foglie morte e muschio, ma tutto pareva deodorato e ste rilizzato perchè le vecchie signore potessero passeggiare tranquille fra i tronchi, appoggiate al loro eterno bastone. Vedendole da un'altura, quelle foreste davano ancor più l'impressione di una disciplina rigorosa, tutte tagliate a parallelepipedi, in masse ben squadrate come immensi cassoni deposti sui prati folti e luminosi. - In cima a un'altura c'era un grande caffè, chiamato Rùbezahl dal nome di un buon gigante protettore dei deboli, che in tempi favolosi aveva abitato in quele foreste. Raffigurati in statue e statuette di gesso colorato, erano sparsi nel giardino del caffè 1 vari personaggi della leggenda, a cominciare dallo stesso Rùbezahl, un energumeno con un metro di barba bianca, che ostentava grossi cristalli di quarzo incastonati nella cintura ( brandiva un nodoso randello. Vicini a lui quattro gnomi attorno a una tavola giocavano con un mazzo di carte vere, lupi mostravano la gola di fuoco, Cappuccetti rossi scappavano, paffuti folletti sedevano su funghi enormi. Dentro una casetta di legno una ragazza appariva intenta a dare il becchime a una coppia di piccioni di gesso: e quel becchime era fresco, rinnovato di giorno in giorno. La gente passava, si soffermava, si rimetteva ad esclamare i suoi wunderbar.', qualche zitella troppo commossa arrossiva, e anche i buoni padri di famiglia panciuti si sentivano ammollire il cuore. Poi tutti andavano a finire dentro il caffè, e li se ne stavano quieti e raccolti per ore e ore, a contemplare dalle finestre i grandi cassoni neri dei boschi cnaqmmansundtcTlvgtnldcld che popolavano, immobili e disanimati, l'ondulante pianura. "- Tale era Marienbad tanti anni fa, prima del diluvio dal quale l'Europa d'oriente e di mezzo è riemersa, non senza aver messo prima una'pietra al collo alla borghesia che l'aveva dominata. Nelle fotografie di un opuscolo di propaganda vediamo ora uomini grossi ma scamiciati, donne obese ma senza segretari nè domestici, passare davanti alla li ilonnade; e tutti così soddisfatti, così orgogliosi, da dimenticare la sofferenza del corpo e Tuggia della cura. Una didascalia dice: «Il rinomato centro di villeggiatura delle classi privilegiate, è ora a disposizione di tutti i lavoratori... Gli alberghi sono stati nazionalizzati, gli stabilimenti sono gestiti direttamente dai Sindacati che hanno per compito di salvaguardare la salute del popolo ». L'architettura della città, come appare da quel le immagini, cosi come la disposizione delle foreste nei dintorni, è rimasta intatta. Marienbad. dunque, è ora per tutti. Ma forse proprio in essa si riassume il paradosso delle rivoluzioni moderne: una società prende il posto di un'altra senza prima esprimere un nuovo stile e un nuovo costume di vita. Non pretendiamo, s'intende, che si distruggano le città e si incendino le foreste; ma quegli angeli e fiori di cemento, quegli abeti così bene allineati, quegli gnomi così leziosi del Riibezahl, tutto quanto formava la delizia della classe spodestata, tutto quanto, insomma, ci faceva rabbrividire e sgomentare, non formerà forse anche la delizia della classe sopravvenuta? A giudicare dalle testimonianze, si direbbe di sì; e questo, nessuno potrà negarlo, è motivo di molte inquietudini e di non oziose riflessioni. G. B. Angioletti

Persone citate: Style

Luoghi citati: Europa