Itinerario toscano

Itinerario toscano Itinerario toscano La strada che, sbucando di tra gli olivi del lago Trasimeno, passa sotto Cortona, va ad Arezzo e affonda nel Casentino. La Santa di Mauriac — Cortona, in alto: una piccola Assisi. C'è un triangolo di Cortona mistica dentro la cittadetta mondana: è il triangolo di San Nicolò nel quale si serrano fra orticclli e cipressi conventi e clausure, e il vertice è la chiesa di Santa Margherita. Santa Margherita di Cortona, faro della città sul mare vegetale della Chiana! Mi dicono che faranno un film sulla Santa: quale rischioso compito, e forse vano! E' vero, c'è una giovinezza di Margherita che è tutta di terrestri ardori, perchè, diversamente da una Santa Chiara, da una Santa Caterina, essa ebbe una compiuta femminilità, fu amante e fu madre. Ma la seconda parte della sua vita, quella per cui è viva ed è santa, è la distruzione lenta, affocata, orrenda di ogni antica delizia, di ogni minuta memoria di amore, è la lotta crudelmente ossessiva, quasi una vendetta, contro il corpo che in sè chiuse ogni capacità di piaceri: è il disumanarci e nto, è il procombere nelle braccia del Cristo, è il rapimento nei gorghi del misticismo, dove gli occhi mortali non vedono che tenebre. C'è il buio fra noi e quell'altezza sconosciuta: come illuminarlo? «Che una creatura, nel fondo della sua miseria, possa già essere eletta, ecco quel che c'insegna la storia di Margherita». Il punto di risoluzione nella vita di quella donna è lì: quando il suo amante, dopo nove anni, muore assassinato e lei ne scopre il cadavere, «subito ella vide l'Altro, si trovò a faccia a faccia con l'Altro, che mai si era allontanato da lei e che, dinanzi alle peggiori cadute di quella donna, non si era velato il viso, al contrario non aveva cessato mai di guardarla ». Comincia allora il suo itinerario di penitente, comincia la sua ininterrotta confessione. Nella letteratura intorno alla Santa di Cortona non conosco, come lume di pervicace guida, che il libro scritto nel 1943, da Francois Mauriac (di cui ho'citato qualche tratto). Certo egli è un grande scrittore, e cattolico: ma il suo-libro non sarebbe stato che quello che è in parte (dove è più debole) « una specie di meditazione sugli stati mistici », se, scrivendolo a Malagar prigioniera dei Tedeschi, di fronte alla testimonianza della smisurata crudeltà degli uomini, egli non avesse sentito di dover rispondere a un assillo delle generazioni tormentate: le generazioni che chiedono un _segno..._ Un santo per gli uomini d'oggi. Occorrerà dunque che il regista, il poeta dell'eventuale film dica qualcosa di atteso, ci faccia quel segno. Altrimenti staremo fermi al verso di disperato sarcasmo che il Belli ha già scritto da più di cent'anni: Ornmini da vieni, séte fottuti. * * Passò la guerra — A Viriano, un nome di quattro case nella campagna, fra Cortona e Arezzo, in una di quelle ville — fattorie eternamente antiche fra le quercie enormi, i cipressi e gli olivi e le viti inghirlandate agli olmi, ecco la lapide che ho letto : In questa casa - come m ogni casa d'Italia - passa coi suoi dolori - la guerra degli anni '943-45 - Un esercito invasore scaccio Valtro • ma solo quando riapparvero - reduci gli italiani tornò con le speranze della vita - la certezza della patria - riconquistata. Da questa casa, come seppi, parti il generale inglese che andò a occupare. Arezzo dopo giorni di furiosi bombardamenti. Era facile ricordare l'avvenimento, questo eccezionale lustro, nella piccola casa, i cui padroni, tra l'altro, sono di Arezzo. Nulla di tutto questo. « Un esercito invasore scacciò l'altro ». Non è un giudizio di parte e non è ingratitudine: son le cose come ricordate dopo un secolo, a lumi di passione spenti. La casa ebbe tante vicende giornaliere, ore di ansia terribili, piccole storie personali che parevano immani e fatali, inobliabili mentre accadevano. Chi volle quella lapide ebbe invece molta saggézza, la saggezza della misura, della semplicità; «come in ogni casa d'Italia » anche lì passo la guerra coi suoi dolori: un'espressione usuale, ma così larga che ognuno può ripensare ai propri e trovarsi ricordato anche lui, equamente anonimo. I soldati dei due eserciti invasori, per quel che mi dissero, là dentro non toccaron nulla: quando arrivarono i primi italiani cominciò il fattore a darsi pensiero delle galline. Ma erano uomini di quella stessa terra, dicevano « il tu' babbo », « la mi' mamma » e « minammo » per dire il bambino. Erano della stessa nazione, cioè della stessa nascita. Si potevano trattare confidenzialmente, sgridare, cacciare anche. Ala era quell'invincibile forza comune, quella sicurezza e quell'allegrezza del cuore che si dice la patria. * * Orme di D'Annunzio — Ma ora, sulla strada che da Arezzo porta nel Casentino, svolto a Giovi, come fa l'Arno, che. Dante lo impresse in rima e ancor tutti lo ripetono, proprio qui volge il muso àgli Aretini. E arrivo a una gran villa, una villa fortezza, con un alto e fastoso coronamento, un vasto piazzale d'erba rasa cinto di bossi e di cipressi svettati. Qui fu D'Annunzio un tempo, nel 1907. Qui, «dipo Jo sforzo severo della tragedia adriaca», La Nave, stese // secondo aman¬ { te di Lucrezia Buti: « mi rimetto a scrivere per me, per me solo, pel mio piacere,. pel mio {gioco, per la mia ricerca; e, in terra toscana, invento una sintassi volubile...»: Qui sospese ex voto una ghirlanda di nove sonetti «alla porta del caro asilo ». Qui amò. I segni del suo amore sono rimasti. Perchè dove un poeta passa (e della sua prepotenza!) basta un verso a lasciare una traccia più sicura, e più discreta che ogni pettegolezzo. Vedo il ròccolo* penetro il gran bosco donde arriva il rumore dell' Arno che nel profondo di una ripa fa da confine alla villa. Sosto sulla «terrazza aerea », la Mirabella, sopra il fiume. Respiro l'alito dei ciclamini, queste viole dell'autunno, nello stesso ottobre dolce, vivido che splendè a D'Annunzio. « Odo il suono lievissimo d'un passo lieve. Il cuore mi balzaForse Amaranta è vicina... ». Vedo, odo, sento... Che cosa sono i ricordi quando chi li visse li ha perduti e Chi gli vien dietro li raccoglie? Franco AntonicelH

Persone citate: Casentino, D'annunzio, Francois Mauriac, Lucrezia Buti, Mauriac ? Cortona, Mirabella