Il tragico conflitto

Il tragico conflitto Il tragico conflitto Bombe lacrimogene e colpi d'arma da fuoco sui terreni contesi: due morti e tredici feriti - Altre terre occupate ieri senza incidenti - La remota origine della vicenda: povertà e miseria secolari (Nostra corrispondenza) Catanzaro, 31 ottobre. Due morti, tredici feriti, di cui quattro in pericolo di vita, e tra essi sono due donne, una di Sit anni e l'altra di ilf, costituiscono il bilancio sino a questa sera dei sanguinosi fatti avvenuti poco prima il tramonto di ieri in territorio di Melissa, allorchè la polista ha cercato di fare sgomberare campi occupati da alcuni giorni da braccianti agricoli della zona crotonese. L'allarme a Melitta L'episodio sanguinoso è accaduto nella località di Fragala, ima sona collinosa ad una dozzina di chilometri dal paese di Melissa, dove si erano diretti circa trecento.bracr ciantl allo scopo di occupare una estesa porzione di terreno. Siccome da qualche giorno il fenomeno dell'occupazione di campi, alcuni dei quali coltivati, era in atto in diverse parti della provincia di Catanzaro, la polizia era sul chi vive e batteva la campa- gna. Fu così che il dott. Ros-(si, commissario di P. 8. di Catanzaro, venuto a conoscenza nella giornata di ieri di nuove occupazioni, prendeva contatto con il sindaco e altre autorità di Melissa e, nel corso di un colloquio, le invitava a svolgere opera di persuasione presso i braccianti. Forse fu il nucleo di agenti motorizzati che nel corso del colloquio avevano occupato il centro di Melissa a gettare l'allarme fra i contadini che si erano installati a Fragala, forse — ma non è ancora accertato — fu un certo Musacela di Melissa a portarsi in bicicletta a Fragala e a infiammare l'animo dei braccianti Fatto sta che quando il commissario Rossi e i suoi uomini giunsero sulle terre occupate, i braccianti, molti dei quali armati di fucile da caccia, bombe a mano, scuri e bastoni, si dimostrarono deci si a non cedere un palmo di terreno e gli agenti furono accolti dal fuoco. Alcune bombe furono lanciate contro la for za pubblica e sembra che per la corta traiettoria del lancio i primi feriti tra i braccianti si siano avuti proprio per le schegge di questi ordigni. Al fuoco dei braccianti la polizia opponeva quello delle proprie armi Poi avveniva lo sbandamento: sul terreno conteso giacevano morti i contadini Francesco Nigro, di 29 anni, e Giovanni Zito, di 19; altri quattro contadini, come si è detto, apparivano in -gravi condizioni, mentre nove persone ancora mostravano ferite di varia natura; cinque contadini feriti da schegge di bomba, quattro agenti feriti da colpi di fucile e da scure. Mentre si portava soccorso ai feriti, che vennero trasportati a Crotone, e i più gravi a Catanzaro, la forza pubblica allontanava i contadini dalle terre ed effettuava alcuni arresti. Più tardi, ed era ormai notte inoltrata, giungevano rinforzi. Le prime cooperative Questo è avvenuto ieri. Stamattina il primo sciopero generale si è avuto a Crotone e poi si è esteso a tutta la provincia' di Catanzaro. Frattanto la situazione nelle campagne andava facendosi più delicata per l'occupazione di altre terre avvenuta in mattinata, sempre nel Crotonese. Sono stati occupati i territori di Cropani, Andali e Botricello, Bersale e Sella Uria di Magisano. Ovunque sono stati inviati rinforzi di polizia per controllare la situazione, ma fino a questo pomeriggio nessun incidente era da registrare. Occorre spiegare l'origine di questo movimento per valutare quello che è accaduto. Tre anni fa i contadini della regione avevano formato alcune cooperative ed ottenuto dai proprietari un certo numero di ettari di terra. Ma poi non tutti versarono ai proprietari iì dodici per cento dei prodotti, secondo ti patto. I proprietari richiedevano la restituzione delle terre, tanto più che un eguale movimento contro le cooperative partiva dalla Sicilia e dalle Puglie, e non si mostravano disposti ad aspettare il pagamento che promettevano tutti i contadini. Furono chiamate le forze di polizia a presidiare i terreni contestati. I braccianti muovevano allora ad occupare nuovi terreni. Picchiettavano, aravano, seminavano. La polizia arrivò la mattina del £4 a dorso di mulo; erano i carabinieri dei comuni attorno che conoscono le condizioni del popolo in mezzo a cui vivono e sanno da che verso prenderlo. Si sparse la voce che essi si sarebbero fermati un'ora e che. quando se ne fossero andati, gli occupanti avrebbero potuto seguitare le loro semine. Non accaddero fatti gravi. A Strongoli vi fu una carica di somari imbizzarriti, forse spinti dai braccianti,i quali ferirono undici carabinieri a cal< 1. 1 carabinieri feagirono, ma, secondo un vecchio metodo di contadini risposero a sassate. Intanto l'on. Miceli trattava co: prefetti di Catanzaro e Cosenza una soluzione. Come in un assedio E' a questo punto che arriva la '« Celere » dalla Puglia. Ed è a questo punto che i commercianti e bottegai della provincia di Catanzaro versano per i contadini pasta e pane come per un assedio. I commissari di polizia in Calabria conoscono bene le condizioni della regione. Sanno che in alcuni cornimi, come a Roccaforte del Greco, non v'ò denaro neppure per comperare il sale con cui condire le poche erbe dei prati che, col pezzo di pane, quando c'è, sono Vau¬ (lotta del luogo, a sassate, e i mento di gran parte della popolazione. Sanno che neppurei poveri morti hanno una cassa che li difenda e come in alcuni cimiteri, per esempio a Brancaleone, i cani famelici assediano le tombe. Giusto o ingiusto;, torto o diritto, polizia, borghesia, mercanti in Calabria tacciono sbigottiti di fronte a fenomeni che bisogna augurarsi non si diffondano in tutta la regione. L'arrivo della « Celere » dalla Puglia prima, da Napoli poi, infine da Roma, spinse la polizia locale non si dire ad una solidarietà, ma ad una difesa per lo meno dei metodi dei braccianti. 1 nuovi venuti bastonano inducendo i contadini ad organizzarsi sulla vas.a zona occupata. Poiché le truope non possono occuparla tutta, i contadini si segnalano, agitando da altura ad altura drappi bianchi, l'arrivo del nemico. Quelli ancora al lavoro si rifugiano sulla strada maestra come pacifici passanti fuori delle terre occupate. A Ciro Marina, circondati dalla « Celere » nei campi, furono dispersi dalle bombe lacrimogene. ; La sera del 28 a Strongoli i proprietari trattavano. Un centinaio di ettari era ceduto alle cooperative a Verzino. Ma invece.nei feudi di Barracco, a Isola Capo Rizzato, il segretario della Federterra Matteo Aceto era assassinato con sei coltellate mentre andava a seminare. Aveva 61 anni, ed era zoppo. Certo in questo delitto avranno agite risentimenti famigliari o ben più piccoli interessi di quelli delle terre occupate. Quarantotto ore dopo la magistratura non era ancora sul luogo del delitto. Così siamo giunti al conflitto di ieri. a. o.

Persone citate: Ciro Marina, Francesco Nigro, Giovanni Zito, Isola Capo Rizzato, Matteo Aceto, Miceli, Sella Uria