Il sonnifero è spesso complice di chi cerca e pur teme la morte di Clara Grifoni

Il sonnifero è spesso complice di chi cerca e pur teme la morte IXCOKJfieiJH ESITI Al Sl'ft'IBIO Il sonnifero è spesso complice di chi cerca e pur teme la morte Non lulli osano premere un grilletto o scavalcare il davanzale di una finestra; e molli si salverebbero se non avessero a disposizione i micidiali e comodi barbiturici Iper cento ciellt « Serata da sonniferi », disse li giovine addetto alla farmacia notturna e subito m'informò del sottile legame che Intercorre fra una bigia pioggia autunnale, tamburellante sul lastrico della città e il riposo di alcuni cittadini. « Li conosco, sentono il tempo come barometri — dichiaro — e ad ogni variazione non possono più chiudere occhio. Stia qui e vedrà che corteo. L'ottobre è il mese peggiore ». Infatti restai e vidi quanta gente preferisce al metodo Coué, 10 dormo, io dormo, io sto dormendo, o al vecchio sistema delle pecorine da contar fino a mille, il sonno in compresse che il giovine farmacista distribuiva alacremente, come un pasticcere le caramelle. Uomini e donne mi srilaron davanti, ma soprattutto donne e non scorderò la ragazza pallida e spiritata, sotto un macchinoso cappello rosso, che insisteva con tracotanza e un duro accento romanesco per avere del veronal: « Quante storie, gli altri me lo danno pure senza ricetta. Che se crede, che vojo ammazzarmi? E se fosse, a lei che je ne importa? Uno della sua vita ne fa quer che je pare. E ce so' tanti modi per liberarsene, c'è 11 treno, il gas, il fiume, min je sembra? ». Il discorso non faceva una grinza. Un grosso commercio Sfoderando su per giù gli stessi concetti il direttore di una grande fabbrica di medicinali, dotto in chimica e biologia, ha perorato con me la spinosissima causa dei barbiturici; al cui uso e abuso, favorito da troppi dottori e speziali compiacenti, dovrebbe porre un .freno tra breve la legge draconiana richiesta dall'onorevole Bertola. Questa legge, va da sè, irrita prima di nascere gli dèi del commercio farmacologico, il quale ha nella voce souiii/eri .(veronal, luminal, gardenal e simili: circa una ventina di specialità derivate dall'acido barbiturico o maloniìurea), uno dei suoi capisaldi; e per rendersi conto di questa '" vsa faccenda basterà sai ?he il 15 < italiane producono ipnotici, gettando sul mercato qualcosa come 40 milioni di pezzi all'anno, per un giro d'affari di oltre 10 miliardi. Son belle cifre e ne convengo col produttore di medicinali che gentilmente me le fornisce, insieme al suo punto di vista sui barbiturici. Secondo lui, questi sarebbero più calunniati che colpevoli. E calunniati da chi? Anzitutto, dalla stampa. Egli dice: « Quanto barbtfttrtsmo, sui giornali! Ammetto che il vocabolo, con quell'isjHo come vampirismo e politicismo, abbia tutti i requisiti per diventar di moda. Ma ci terrei a precisare che gli avvelenamenti da barbiturici, lamentati con una certa frequenza, non derivano mai dal loro uso-abuso per insonnia, nervosismo o altro, smentisco che « si ricorra ai sonniferi per dormire e ci si trovi, dormendo, nell'aldilà », come hanno scritto certuni. Creda a me: chi si avvelena, ingurgitando le 10-12 pastiglie necessarie per chiuder bottega, sa quel che vuole. Lo sapeva la disgraziata Kiki Palmer, lo sapevano la signora Torrieri e la signorina Ghitta Hussar, ebe l'hanno fortunatamente scampata. Non si può impedire ulta gente di andar quando crede in un mondo chiamato, forse a torto, migliore; i barbiturici sono un mezzo come un altro e molti se ne servono; anzi, molte, perchè si tratta del sistema preferito dalle donne le quali, in genere, optano per la « morte comoda », che richiede minor coraggio fisico. Se mettono il catenaccio alla vendita, che avverrà ? Primo, i sonniferi raggiungeranno prezzi astronomici al mercato clandestino (vi è già chi ne accumula grossi quantitativi); secondo, non si elimineranno i suicidi, perchè i Werther e le signore Bovary troveranno sempre un modo per finirla ». Sic. Il signore che mi paria non è un cinico, è un fabbricante di barbiturici e desidera che resti a Cesare quel che fa prosperare Cesare. Ma sono d'accordo con lui quando afferma che le donne si avve- lenano più degli uomini, an-che se gli uomini si uccidono in più gran numero, Uno sguardo alle statistiche torinesi permette di rilevare che, fra i «torti volontari del primo trimestre '49 figurano 54 uomini contro 20 donne; ma esse prevalgono nei « tentati suicidi », dei quali resta trac- eia soltanto nel registro del-l'ufficio di polizia esistente in ogni ospedale; difatti (sempre per Tonno e dal gennaio al giugno scorso) su 115 morti sbagliate, 64 si riferiscono a donne. Due terzi di queste sui-cide — vere o fallite — hanno ricorso a veleni: in primo pia-no i barbiturici, in secondo il chinino. Tre sole hanno inge- rito pastiglie di sublimato cor- rosivo, il fatidico sublimato che, insieme all'arsenico e al le capocchie di fiammiferi, costituiva l'arma classica delle stancht di vivere fine ottocento. Le quali, per dir la verità, furono poche, anzi pochissime, prima che il dottor Bayer sin-tetizzasse l'acido barbiturico (1874), inventando, certo sen-za "olerlo, il suicidio femmi¬ nile per eccellenza. Sempre meno per amore Oggi, moltissime donne ri- ,passi di molti uomini e donne ]che, esaurita ogni esperienza corrono con disinvoltura ai barbiturici: e non si capiscese sia la gran voga di questi a incrementare la nevrosi ol'opposto. Su tale punto un in- signe neurologo, il professorDino Bolsi, è addirittura cate-gorico: « Ritengo — dice —che l'uso dei sonniferi sia più micidiale, per la salute pub- bltca, di quello degli stupefa- SnlTc 22LttUtn? -?16 a'fheTL^urmenoVneT:gli uomini, anche i due ca- chets che i farmacisti non ne- gano a nessuno. I giovani non han bisogno di sostanze de- pressive: sono già, in gran parte, fin troppo depressi. Me lo dice la mia anticamera, ogni giorno più affollata». Psico-astenie. forme fob:-che, squilibri della personalità, crisi d'angjscia: il mondo nonè stato mai cosi agitato, forse in tanti di noi è svanita ogni speranza e morta la felicità, Una cupa voglia di distrugger- si accompagna puntualmente i e goduto il godibile,, vengono sopraffatti dal tedium vvtae; oppure non osano affrontare nessuna esperienza per un morboso timore della realtà, per la paura di uiuere. « Vengono da me — raccon ta il professor Bolsi — una 1 quantità di persone sprovviste ! d'ogni punto d'appoggio, come se vivessero in una apavento sa gg^ua mobile. Donne af | frante dal surmenage dome j st1co ]e preoccupazioni, le ma |terni^a *gU allattamenti. Ra ch| no sanno coaa far l* \ " uimaimente in '■ ^.^Jm nll Hi J di viver sole che di crearsi una famiglia. Alcune ! non considerano il matrimonio come un buon approdo; altre vorrebbero amare, ma non hanno fiducia nell'uomo (il quale è sceso parecchio nella loro considerazione da quando sanno di poter fare tutto quel 110 cne e~u fa dirigere un uf j ficlo „ se occorre, manovrare 1 un tranvai) « Di rimando certi giovanotti, portati a idealizzare la don na, rifiutano di accettarla qual'è spesso dura, energica ! magari incapace di arrossire !ma capace anche di fare il .soldato. Forse è per questo che !' giovani di oggi si uccidono j sempre meno per amore (se 1 lo tentano, se ne pentono qua 1 si subito e cercano di essere jsalvati) e si uccidono sempre ■ di più per altre ragioni, la mi : seria, lo scoramento, l'incapa ■ ,.ità morale di adeguarsi alla v'ita: e ancne Per un disaccor1'°-' ° ™s}' semplicemente (giorni fa una m:a Bff,e»le' a"a .^ualf avev? Proibito i sonniferi, S1 è avvelenata col luminal «per firmi dispetto » e quasi ci Ja sciava la pelle). Come vede, | gli spunti per togliersi la vita Inon mancano; quel che man:ca' a volte- è 11 freddo corag ! S>° di premere un grilletto o !scavalcate il davanzale d'una | finestra. E molti riuscirebbero a salvarsi, quando non aves sero a disposizione le pastiglie dei sonno ». j Già| ,a , morte comoda Clara Grifoni

Persone citate: Kiki Palmer, Torrieri