Il risentimento russo per l'allarme americano

Il risentimento russo per l'allarme americano DIPLOMAZIA ATOMICA Il risentimento russo per l'allarme americano (Dal nostro corrispondente) Stoccolma, 3 ottobre. Non si sono verificate esplosioni atomiche in Russia durante gli ultimi mesi; lo scoppio che ha fatto vibrare i sismografi e ha indotto Truman ad annunziare che lo stato maggiore sovietico dispone della bomba atomica è stato in realtà provocato dal brillamento contemporaneo di numerose e gigantesche masse di dinamite che sono state fatte esplodere nella Russia centrale dove è in costruzione una nuova centrale elettrica — secondo quanto scrive nella Pravda il noto commentatore di politica estera Marinin, che riprende in tal modo la tesi già sostenuta dalla Tass. L'agenzia sovietica aveva preferito tenersi nel vago avanzando solo a titolo di ipotesi l'opinione che l'esplosione di cui aveva parlato Truman non fosse di natura atomica. Marinin invece è esplicito su questo punto e si ha l'Impressione, leggendo il suo articolo, che egli provi una certa soddisfa zione nello smentire il presidente degli Stati Uniti su quella che è soltanto una questione di forma e di date, dal momento che lo scrittore sovietico, come aveva già fatto la Tass, sostiene che la Russia conosce il segreto atomico lìn dal 1947. Bisogna però notare che nè Marinin nèla Tass hanno scrit. to che la Russia ha già costruito la prima bomba atomica, cosa del resto che non è stata sostenuta neanche da Truman, il quale parlò soltanto, con termini molto diplomaticamente scelti di « esplosione atomica », mentre ì russi si limitano addirittura a parlare di conoscenza del segreto atomico, una conoscenza ormai comune a moltissimi scienziati che non compori i la conoscenza di tutti i processi e di tutte le macchine speciali, necessari per la costruzione della bomba atomica. Per questa ragione l'articolo di Marinin ha des'tato sorpresa nei circoli politici dove non ci si riesce a render conto dell'atteggiamento che la stampa sovietica ha assunto, dato che essa, in queste ultime settimane, si è mostrata più indispettita che compiaciuta dell'annunzio di Truman, nonostante che esso abbia rappresentato il riconoscimento dell' abilità degli scienziati e dei tecnici sovietici (o, per essere più precisi, del tecnici tedeschi che lavorano ad Atomgrad) e abbia indubbiamente fatto aumentare di molto il prestigio dell' Unione Sovietica negli ambienti comunisti di tutto il mondo. All'elemento positivo costituito da tale aumento di prestigio, si contrappone però quello negativo rappresentato dai miliardi di dollari che Truman ha già ottenuti dal Congresso o che ormai è sicuro di ottenere per potenziare gli armamenti delle nazioni del Patto atlantico. L'articolo della Pravda pubblicato proprio ieri, mentre in tutta la Russia si festeggiava con particolare solennità la §tornata della pace (persino talin ha voluto assistere alla cerimonia), ha però un altro scopo: annunziare al mondo che la Russia non intende ser¬ virsi della sua conoscenza del segreto atomico per scatenare una nuova guerra. « L'annunzio di Truman — scrive Marinin — ha fatto entrare in azione la diplomazia atomica, che dopo essersi servita della bomba atomica per tentare di ricattare l'Unione Sovietica durante il periodo della guerra fredda, sta ora cercando di seminare il panico negli Stati Uniti e di far diventare iste rici tutti gli americani. Cosa infatti bisogna pensare della proposta di trasportare la capitale da Washington a un'altra città atomicamente più sicura? Cosa c'è dietro il disappunto dello stato maggiore americano, il quale credeva che la Russia potesse essere pronta per un'eventuale guerra atomica solo fra il 1952-55 ? Cosa tenterà di fare l'America ora che sa di non avere più il monopolio della bomba atomica? Per quanto ci riguarda, noi possiamo consigliare ai cittadini americani di non preoccuparsi, perchè la conoscenza da parte della Russia del segreto atomico non rappresenta un motivo di allarme. Noi non abbiamo 1* intenzione di tentare ricatti, noi desideriamo ora come prima soltanto una cosa: la pace fra i popoli ». Le tranquillanti parole di Marinin (il quale ha certamente più autorità dell'oratore sovietico che ieri durante la celeorazione della giornata della pace ha detto che < i russi sono in grado di mettere la camicia di forza ai guerrafondai americani») vengono qui messe in correlazione con i sondaggi che Viscinski sta facendo in America e che proverebbero l'intenzione della Russia di assicurarsi e di assicurare agli occidentali un lungo periodo di pace; ma in altro posto si afferma che dopo il riconoscimento ufficiale da parte della Russia del Governo di Mao Tsee, i diplomatici sovietici starebbero tentando di ottenere anche dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna il riconoscimento de jure del governo comunista cinese. Si dice anche che il primo ambasciatore russo nella Cina comunista sarebbe l'ex-ministro degli esteri Molotof, di cui da molti mesi non si hanno notizie. Egli però, secondo voci che riferimmo a suo tempo, sarebbe stato prescelto da Stalin per dirigere l'organizzazione delle fòrze comuniste cinesi e per studiare la possibilità di sfruttare quelle immense regioni conquistate da Mao Tse. e. a.

Persone citate: Mao, Marinin, Stalin