Sei mezzi milionari tra poeti e letterati

Sei mezzi milionari tra poeti e letterati IL PREMIO SAINT VINCENT Sei mezzi milionari tra poeti e letterati I nomi sono: Barilli, Sbarbaro, Pea, lo svizzero Pierre Girard, Luzi, e il francese Pierre Emanue j1111 ! I h > IT111 i 111T [. 11111 > ! I ) 1 > 11 ! L » 1111 f 1111H141111 r 1111T(Dal nostro inviato speciale) Saint Vincent, 1 ottobre. Il 2° Premio Internazionale Saint-Vincent invece di tre milionari, com'era stabilito, ha creato stasera sei mezzi milionari tra poeti e letterati italo-franco-svizzeri. A4 pranzo di gala Ungaretti ha letto la relazione della commissione plenaria che ha assegnato 500 mila lire rispettivamente a Barilli e Sbarbaro per la poesia, a Pea e allo svizzero Pierre Girard per la narrativa; a Luzi e al francese Pierre Emanuel per la saggistica. Opere e giudizi La giuria italiana Infatti, dopo le discussioni dei giorni scorsi, che sovente hanno assunto i toni di una vivace polemica, si è alla fine trovata d'accordo sulle opere di Barilli e Sbarbaro sia perchè documentano, come disse la relazione, in modo eminente la storia di un gusto letterario manifestatosi in quest'ultimo 1111L11111111 ! 1111 • i ' IJ111j t umilili Il D trentennio, sia perchè denotano nei due autori specifiche quanto definitive qualità di stile. « Vita in Egitto » di Pea è stata premiata per « la suggestiva e commossa rievocazione di una vita giovanile avventurosa e poetica », e il volume del Luzi è stato scelto come meglio rispondente allo spirito e al carattere del concorso. La Commissione si è però rammaricata di non poter prendere in esame l'opera di Ferdinando Neri: « Poesia nel tempo », perchè non pubblicata prima dell'agosto del '48. L'accademico di Francia André Maurois, a nome della giuria franco-elvetica, ha illustrato a sua volta 1 pregi delle opere premiate ravvisando in « La grotte de Vénus » di Pierre Girard « une fantasie cocasse et tendre » che si eleva dalla realtà per smarrirsi nel sogno. Il libro di Pierre Emanuel, « Qui est cet nomine? », è invece una storia commovente e profonda della formazione spirituale di un giovane francese, delle sue prime esperienze e amicizie. Lo scrittore parigino, giovane ma già molto conosciuto, alto, di una magrezza tormentata e pallida, si è quindi alzato per ricevere il premio e ha detto alcune parole di ringraziamento. Era giunto poco prima da Parigi chiamato nella notte da un telegramma. Pea lo aveva già preceduto, invitato da Ungaretti. La fluente candida barba dava un risalto di statua antica al suo volto abbronzato e i due vecchi amici si sono abbracciati commossi. Gli altri premiati, per ragioni diverse, non hanno potuto essere presenti. Barilli, in un patetico telegramma, ringraziava la Commissione aggiudicatrice, ma si diceva troppo tardo, stanco e ma- lato per potere intervenire, come avrebbe invece tanto desiderato. Sono seguiti poi brevi indirizzi dell'avv. Cave- ri, Presidente della Giunta della Valle, dell'on. Farinet e del signor Vleillefond, consigliere culturale dell'Ambasciata francese. Chiacchiere in confidenza Nella, sala del convito, candida e luminosa, dopo la cerimonia ufficiale, hanno preso l'abbrivio le chiacchiere confidenziali, e Pea mi raccontava la malasorte toccata al primo manoscritto della sua opera premiata. Era già ultimato al tempo dell'occupazione nazista e con altre carte l'aveva chiuso in una pesante cassa nascosta poi nel politeama di Viareggio. Scoperta dai tedeschi, la cassa venne trafugata e se ne persero le tracce. Pea, privato anche degli appunti, ha quindi dovuto riscrivere a memoria l'intero volume, ma non se ne duole poiché, egli dice, è riuscito meno fedele forse alla cronologia dei fatti, ma più vivo, più omogeneo. Chamson, agile e caustico nel giudizio, mi ha espresso invece la sua meraviglia per la predilezione che in Italia si manifesta ancora, a differenza della Francia, per l'ermetismo. A suo credere questa tendenza si è trasferita dalla poesia alla critica, la quale, invece di orientare 11 gusto del pubblico, finisce per confonderlo. In quel momento, la voce acuta e squittente di Ungaretti ripeteva una frase del suo discorso « il mondo lo fanno incessantemente i poeti », al che Chamson ha soggiunto piano: « ma che si capiscano ». Per una monografia sulla Valle d'Aosta erano stati premiati il canonico Giuseppe Brean, Giulio Brocherelle, G Aimé ed Eugenio Barisoni. p. ma.

Luoghi citati: Egitto, Francia, Italia, Parigi, Saint-vincent, Valle D'aosta, Viareggio