Un dipinto di "Antonello da Messina,, messo in vendila sui banchi del Balôn

Un dipinto di "Antonello da Messina,, messo in vendila sui banchi del Balôn Un dipinto di "Antonello da Messina,, messo in vendila sui banchi del Balôn Intervento della polizia • Tre arresti - L'esperto - Delusione: si tratta d'una misera copia titiiiiiiiiniiiiiiiiiniiiiiiiuiiiiiiit:iiiii imi Ieri alla Squadra mobile, versi le ore 10 del mattino, giungeva una telefonata: — Sono 11 professore Tale, insegnante di disegno e pittura. Mi trovo al mercato del «Balon»; credo di avere sottomano una banda di furfanti che stanno contrattando per 1600 lire un quadro di grande valore, nientemeno che un ritratto di donna che lo ho riconosciuto come opera di Antonello da Messina. Si tratta evidentemente <ll refurtiva. Accorrete ! L individuo prendeva accordi con 11 funzionario per poter coadiuvare opportunamente all'operazione : — Mi tratterrò sul posto, fingendo di curiosare, accanto al furfanti. Quando arriverete mi riconoscerete di certo perca* porto un plzzetto nero ed ho un cappello verde in mano. Fate presto, mi raccomando, che sono la gioco milioni « milioni. Offerto a 1500 lire Il funzionario della Mobile prendeva con si quattro agenti e si precipitava In macchina sino a Porta Palazzo. Qui faceva sostare l'auto e procedeva a piedi per non dare sospetti. Al • BalOn » fu subito possibile rintracciare il professore di disegno ohe aveva dato la segnalazione. Il commissario gli si avvicinò cautamente e sussurrò in un orecchio: — Slamo arrivati. Dove sono 1 furfanti ? — Eccoli ! — rispondeva il professore Indicando un gruppetto di quattro persone attorno ad un quadro. Uno di costoro, evidentemente 11 proprietario dell* tela, continuava a dire: — Ma vi assicuro che e tm bel lavoro; lo lo tenero in cucina e mangiavo con appetito doppio guardando questo bel sorriso di donna cosi poco vestita. Farete un buon affare. OH altri replicavano che 1500 lire erano* troppe e offrivano qualche centinaio di lire la meno. Queste contrattazioni furono interrotte da un cenno del funzionario di polizia cui subito risposero gli agenti attorniando il gruppetto: — Non tì muovete, la polizia l L'intimazione richiamò numerosi passanti tanto che per sottrarli a questa curiosità collettiva I fermati furono portati nel retrobottega d'un negozio vicino dove si ebbe un Interrogatorio preliminare. Il possessore del quadro riuscì a dimostrare di essere un meccanico disoccupato, un galantuomo ebe, stretto dal bisogno, dopo aver venduto lenzuola, orologio, e persino indumenti invernali, aveva deciso di disfarsi del quadro: — Francamente debbo confessare che mi spiaceva rinunciare a una cosi bella figura di donna, ma cosa- vuole» 1500 lire fanno anche piacere. — Ma non sapete, disgraziato, che questo quadro vale milioni e milioni — lo interruppe il professore. — E' opera d'uno del più grandi artisti del mondo. In quali mani profanataci era mai caduto l Ad ogni modo le cose andavano per le lunghe e per semplificarle II funzionarlo faceva spostate tutti quanti in questura. Qui si accertava in modo indubitabile che il possessore del quadro era perfettamente in regola; invece due dei tre probabili acquirenti avevano conti aperti con la polizia Uno poi era ricercato per un fatto abbastanza grave. Essi venivano senz'altro dichiarati in. arresto. Il meccanico disoccupato, intravisto questo epilogo, già si stava rallegrando per l'Insperata fortuna ed andava riiietendo: — Pensare ohe l'ho pagato urima della guerra 500 lire da una vecchietta, ed ora vale milioni Ma la sur. felicità era di breve durata poloi'è 11 commissario faceva intervenire un perito. Costui esaminato il quadro non aveva un attimo di esitazione: — E' una comunlsslma crosta una copia alquanto dozzinale che può valere si e no seimila lire. L'equivoco de! professore Il professore di disegno che an cora si trovava presente si sca glio contro il perito adducendo tutta una sequela di motivazioni per lui validissime a dimostrare l'autenticità dell'opera; l'altro però replicando con pochi rilievi tecnici riuscì a confutarlo inesorabilmente ed in modo definitivo. E cosi il povero disoccupato è uscito dalla Questura con la sua crosta sotto braccio doppiamente mogio: sia per l'illusione svanita sia per l'affare sfumato: — Almeno quelli del « Balòn » mi davano 1500 lire ed lo comincio ad aver fame! — «gli commentò amaramente. I! professore di disegno, scornato per la « gaffe » com «llllllllllllTllllllir 1llllllElIIIIM1l!l1l!llltll piuta. si senti quindi in dovere di offrirgli la colazione. Gli unici insomma a guadagnarci qualcosa sono stati gli agenti che, come si è detto, hanno inesso casualmente le mani ad dosso a due Individui ricercati.

Persone citate: Antonello Da Messina