I celibi che hanno stabile lavoro debbono lasciare le Casermette

I celibi che hanno stabile lavoro debbono lasciare le Casermette I celibi che hanno stabile lavoro debbono lasciare le Casermette Bisogna far posto alle famiglie di disoccupati, senza tetto, giusta le disposizioni di Roma - Ieri è stato intimato lo sfratto al primo gruppo : una cinquantina Alle casermette di borgo San Paolo c'è un certo fermento a causa d'una disposizione per la quale 172 persone dovranno lasciare 11 campo onde far posto a nuovi profughi attesi dall'Istria. Ieri l'autorità ha messo ad effetto una parte del provvedimento che prevede l'allontanamento d'un primo scaglione di 55 uomini, scapoli e senza famiglia, la cui età varia dai 18 ai 30 anni e che hanno una regolare occupazione. Gli interessati, dopo aver ottenuto diverse proroghe, non si sono dimostrati propensi ad accettare la disposizione ed hanno fatto Intervenire presso il prefetto alcuni parlamentari. IFalltto questo tentativo, alcu-l ni di essi si sono presentati nel pomeriggio per ritirare indumenti ed oggetti personali, gli altri invece e sono la maggior parte giungevano a aera ormai inoltrata oon l'intenzione di trascorrere la notte Le porte d'ingresso erano però sbarrate da agenti di pubblica sicurezza che avevano il compito di controllare i nominativi e di allontanare gli sfrattati. Di qui sorgevano proteste. Oltre agli interessati si ammassavano diverse decine di persone (alcune delle quali sono risultate completamente estranee alla casermette). Intervenivano perciò alcune jeeps della Celere e funzlonarl di polizia. Era sufficiente la presenza d'un maggior numero di agenti per ristabilire la calma, Successivamente verranno allontanati gli altri scaglioni, sino a raggiungere il totale previsto di 172 persone, poiché alle Casermette di borgo S. Paolo c'è assoluto bisogno di spazio vitale. In tutto vi sono 3100 ricoverati; d: cui 1800 profughi giuliani, 800 rimpatriati e 11 resto sinistrati. Se ancora esiste un'aliquota di bisognosi (assistiti dall'ente comunale assistenza dopo che dal luglio scorso è venuta a mancare la distribuzione collettiva di viveri) vi sono casi isolati di individui che si possono addirittura definire milionari. Ad esempio vi è un eximpresarlo edile, che possiede In Tunisia due palazzi ed un avviato cantiere; egli però è stato colpito dall'estradizione e quindi separato da moglie e figlia che ancora vivono colà con larghezza. Un reduce dal Marocco, pure allontanato dalle autorità francesi, ha portato con sè una preziosa raccolta di francobolli del valore di 20 milioni: di tanto in tanto stacca uno degli esemplari ed ha cobi di che campare Non per tutti, s'intende, esistono simili risorse; la gran maggioranza — sia che si tratti di profughi giuliani o di rimpatriati — ha lasciato una casa, talvolta un'azienda od un podere, ed ha stentato mesi e mesi prima di trovare un qualsiasi lavoro. Alle Casermette ogni metro quadrato è sfruttato al massimo e persino nella camera mortuaria, da qualche tempo fortunatamente inutilizzata, sono state sistemate tre famiglie composte in tutto da diciotto persone. Gli spazi riservati al lavatoi sono stati limitati con tramezze di legno per dare ricovero a cinque-sei persone che qui dormono, mangiano, vivono. C'è chi con la buona volontà è riuscito a sistemarsi un alloggetto decente, naturalmente d'un solo vano, con tanto di cucine smaltate, e armadi con specchiere. lllllltltlllllllltl 11 ■ 11 ■ 111111111111111 ■ 111 ■ i ■ 11111 ! » )

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