Affiora all'Uno la disputa tra Belgrado ed il Cominform di Gino Tomajuoli

Affiora all'Uno la disputa tra Belgrado ed il Cominform Affiora all'Uno la disputa tra Belgrado ed il Cominform Per la seconda volta in tre giorni la Jugoslavia si schiera col blocco occidentale - Sforza parte per il Canada (Dal nostro corrispondente) New York, 22 settembre. L'Assemblea generale dell'UNO rischia di trasformarsi in una arena dove jugoslavi e blocco comunista si affrontano In una lotta senza esclusione di colpi. OggL l'Assemblea stava di scutenoo la proposta degli Stati Uniti di aggiungere all'ordine del giorno la questione della violazione dei diritti umani da parte dell'Ungheria, Bulgaria e Romania ed i delegati ceco e polacco avevano respinto la proposta, quando il delegato jugoslavo, Bebler, dichiarò che il suo paese si sarebbe astenuto dal voto. Pur disapprovando l'iniziativa disse Bebler — la Jugoslavia non poteva sostenere l'atteggiamento di « paesi che stanno violando i trattati esistenti con il mio paese». Battaglia grossa La risposta del delegato ucraino, Manuiliski, fu immediata: accusò la Jugoslavia di mascherare con cjueste parole le sue intenzioni ostili ai tre Paesi balcanici. Per la seconda volta in tre giorni, cosi, gli jugoslavi o si schierano contro il blocco orientale assieme alle altre 52 nazioni o si astengono dell'appoggiarlo. Queste prime avvisaglie della serrata lotta che conferma clamorosamente la frattura fra Jugoslavia e Cominform, preludono alla battaglia grossa che si avrà sulla questione della guerriglia ai confini greco-albanesi. Prevedendo le disastrose conseguenze della discussione pubblica la delegazione sovietica ha respinto l'invito americano ad unirsi alle altre nazioni per risolvere la questione. E' evidente che la Jugoslavia, attaccata con ogni mezzo dal blocco orientale per aver sospeso il suo appoggio ai guerrigHeri comunisti, approfitterà dell'occasione per denunciare le minacce cominformiste d'aggressione esterna ed interna. Il conflitto fra Belgrado ed U Cremlino si estenderà anche ad altre questioni, forse anche a quella delle nostre colonie. Si fanno anzi molte congetture sull'atteggiamento che la delegazione jugoslava potrà adottare quando la Russia, come preannuncia una nota di oggi della Tass, sosterrà che la soluzione di spartizione dei territori coloniali proposta dalle grandi potenze, viola i diritti delle popolazioni interessate e quelli dell'Assemblea fierchè raggiunta fuori del'U.N.O., in conciliaboli segreti, organizzati a porte chiuse dal Segretario di Stato americano. Che farà la Jugoslavia, ci si chiede? La risposta più sensata è che non farà nulla e si asterra dal voto con una formula simile a quella d'oggi. Supporre, come si fa in certi ambienti, che la Jugoslavia possa sostenere le tesi italiane sulle colonie in cambio di chissà quale concessione da parte nostra sulle questioni fiuliane, significa mettersi uori del campo della realtà.. Tuttavia lo scontro fra comunisti di diverse parrocchie sottolinea la gravita del problema balcanico nel quale gli Stati Uniti hanno assunto recentemente una responsabilità diretta, maggiore di quella di altre potenze. America e Balcani Sostenendo il Governo' greco e tuttavia impedendogli di portare a termine la progettata invasione della Albania per privare i guerriglieri co munisti delle basi d'appoggio in territorio albanese (ma in realtà per realizzare il sogno lungamente accarezzato di annettersi l'Epiro) e d'altra parte aiutando Tito a resistere alle minacce d'aggressione, gli iiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiil Stati Uiyti hanno praticamente sostituito, anche in questo settore esplosivo, l'azione diplomatica dei governi europei, tradizionalmente interessati al mantenimento dello « statu quo », balcanico. Gli aiuti militari Oggi il Governo ha impegnato la sua autorità « sino all'ultimo grammo disponibile », come ha detto uno dei familiari del presidente, per far passare al Senato il Map, ritornato in discussione dopo lo studio degli emendamenti proposti dai molti oppositori. La vittoria governativa è stata assicurata dal fatto che i maggiori esponenti repubblicani sono stati personalmente « lavorati » dalle più alte autorità dello Stato che, a loro volta, hanno accettato di ridare pieno valore all'accordo fra democratici e repubblicani per faTe una politica estera bipartita, accordo che assicurò all'amministrazione Roosevelt ed a quella di Truman i maggiori successi. Alla votazione finale il piano Map è passato con 55 voti favorevoli e 24 contrari. nmznapSnslscpvnpmA! stnilltdrv(wanndr_, cLa protesta sovietica contro gli accordi raggiunti per< via pdiplomatica dalle parti iute- rrissate sulla questione colo- IlirilllllllllllltMMIlilllllUIIIIIHIIMItlllllill Tl niale, è priva di realismo e dimostra chiaramente le intenzioni propagandistiche; essa non può essere di alcun aiuto alla nostra tesi, anche se apparentemente può collimare. Sforza ed i suoi collaboratori non cessano naturalmente di sostenere l'atteggiamento italiano nei colloqui frequentissimi e diversissimi che hanno con le delegazioni di ogni paese. La difesa dei nostri punti di vista sarà sostenuta dal ministro martedì o mercoledì prossimo davanti alla commissione politica dell'Uno. Avrà inizio in quei giorni lo studio delle soluzioni presentate dalle varie parti e Sforza non tralascierà di sostenere il diritto all'autodecisione delle popolazioni libiche ed eritree. Non si può però prevedere quali argomenti egli userà perchè durante la sua breve visita ufficiale in Canada (egli parte stasera per Ottawa e dopo una breve visita alle Provincie francesi del Canada, ove sarà ospite del ministro canadese a Roma, sarà di ritorno lunedi sera) affioreranno forse nuovi elementi che potranno modificare la delle tesi che ci prepariamo a sostenere, r * . - Gino Tomajuoli TlllllllllinilllUllllìMIIMIIMMIIMIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIgRatkprnttdzsarcstgcunptonTtEggdrplcJ

Persone citate: Battaglia, Romania, Roosevelt, Sforza