I drammi passionali

I drammi passionali SI TORNA AD UCCIDERE F=» E R AMORE I drammi passionali Prevalgono oggi sui delitti comuni. Ma è lontana l'epoca in cui l'omicida per amore era riguardato come un eroe ed otteneva un verdetto misericordioso Si torna ad uccidere per amore. La constatazione non è allegra, ma dopo il rigurgito di bestialità che si accompagnò alla guerra ed all'immediato dopoguerra, dopo la tragica effusione di sangue che si ebbe negli anni scorai, sotto la spinta di moventi torbidi ed abbietti (la vendetta, l'interesse, la cupidigia...), il fatto non può non essere sottolineato, perchè disegna una svolta nella curva fosca ed abbrividente della criminalità. Su cento fatti di sangue, dicono le statistiche, più della metà sono determinati dalla passione, hanno per movente l'amore o la gelosia, il che è praticamente la stessa cosa, perchè la gelosia è un aspetto o una conseguenza dell'amore, nasce dall'amore, si connatura dell'amore, lo rinfocola e lo perpetua. Venticinque anni dopo Del resto, non è necessario rifarsi alle statistiche per rendersi conto del fenomeno, basta riandare alle cronache, che ci hanno posto di fronte, proprio in questi mesi, ad una catena senza fine di drammi della passione. A Cosenza un tale ritorna dopo venticinque anni di assenza. 1 ] 11 T111111M11111 ] k I j 111111111111M ( 111111111 ( I <[ 23 Se ne era andato dal paese natio per uno scacco amoroso, ed ecco, ritornando venticinque anni dopo; egli è preso dal tormento d'allora. Tra le prime persóne che incontra è il rivale, quegli che lo aveva soppiantato nei /avori dell'amata, e lo affronta, lo assale: travolto come da un raptus, lo uccide. Non sappiamo cosa capiterà di costui in Assise. Nei tempi andati, quando la sorte di un giudicabile era affidata al monosillabo irresponsabile delle giurie, egli avrebbe sicuramente lasciato la gabbia in un'atmosfera di trionfo. Oggi le cose vanno diversamente. E dopo tutto ti blaterare che si è fatto nel trascorso ventennio contro le assolutorie scandalose, una rèmora decisiva alla larghezza onde avveniva la valutazione dei drammi passionali è stata trovata nell'attuale ordinamento delle corti d'assise che, affiancando ai giudici popolari i magistrati togati, rammemora a tutti — Giudici e giudicabili — che non esiste il diritto di uccidere. In altri tempi la contessa Bellentani sarebbe apparsa, anche ai suoi giudici, come un'eroina. Oggi è un'imputato comune che non può sperare in un verdetto misericordioso: per dar corpo ad una discriminante, ella deve sottoporsi al supplizio di una indagine peritale che dura da mesi; all'accertamento di uno squilibrio nel suo sistema nervoso o mentale è essenzialmente legata la possibilità di una concreta mitigazione della pena cui dovrà soggiacere. I romantici che hanno fatto l'apoteosi del dramma passionale (taluno li ha definiti i complici dei delinquenti passionali dell'epoca loro); Stendhal che non nascondeva la sua ammirazione per gli omicidi per gelosia; Eugenio Sue che non concepiva una passione non coronata dal delitto («Pour une grande, une frénétique passion, une passion chaude et ardente, il faut le crime»); Dumas figlio che consigliava i mariti infelici ad uccidere: «Tue-la» — «A' quol bon me battre avec vous quand j'ai le droit de vous tuer?» fremeranno per la piega che hanno preso le cose. Una paralisi generate Afa fremeranno anche i positivisti, i quali, nel campo del diritto, si sono coraggiosamente battuti per una valutazione accorta ed umana del dramma passionale. L'evoluzione che ha subito il diritto è stata anche da noi in senso positii'ista, è innegabile, ma le conseguenze pratiche che discendono dall'applicazione della norma giuridica ben raramente si uniformano all'assunio od ai canoni della scuola positiva. Nella sfera dei drammi passionali, il sistema processuale messo in atto dall'attuale ordinamento delle corti di assise passa sopra alle elaborazioni dottrinali, elude aspettative e speranze. Chi delinque per passione non può sperare a priori nel favore della legge giacchè gli stati passionali non discriminano secondo il codice attuale. La sua sorte, come accade per tutti gli imputati, è eventualmente legata ad un problema medicolegale. Illa il problema medico-legale è sempre proponibile per gli omicidi per passione? Oli psicologi, specie in questi ultimi anni, hanno indagato a lungo intorno all'essenza degli stati passionali e segnatamente della gelosia. E se tutti sono stati concordi nel constatare che l'insorgere della gelosia opera come un bouleversement generale, cagiona una specie di paralisi affettiva generale, taluno ha ritenuto di dover distinguere fra gelosia femminile e gelosia maschile, mentre altri han sostenuto che la gelosia può insorgere, talora, indipendentemente dall'amore, può precedere, in una parola, lo stesso divampare della passione. E sarà. Non c'è motivo per dubitarne, ma le fattispecie che rientrano in questa ipotesi configurata dalla scienza ricadono a fortiori ne! dominio della psicopatologia. Le frontiere fra uno stato passionale esagitato dalla gelosia ed uno stato morboso clinicamente rilevabile sono fragili indistinte evanescenti. La gelosia è come un elemento corrosivo che disgre¬ aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiii ga la personalità etica, ne turba e ne altera la parte migliore. Tutti i processi psichici ne sono influenzati; le illusioni e le allucinazioni germinano abbondantemente su questo terreno; gli errori di giudizio che ne conseguono sono infiniti. Giuseppe T., un impiegato ferroviario che. tentò di uccidere un compagno di lavoro, aveva lentamente concentrato su di lui i suoi sospetti, perchè, avendo inteso dire che egli aveva avuto in treno un'avventura con una viaggiatrice, aveva finito col persuadersi che quella viaggiatire era sua moglie. Portato dinanzi al giudice istruttore, un uxoricida rac- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii conta: € Ho ucciso mia moglie perchè aveva relazione col mio domestico. Essi hanno dormito ventotto notti consecutive nel mio letto. L'ho saputo da mia moglie che me l'ha confessato dormendo ». Il giudice istruttore gli fa osservare che questo racconto, fatto durante il sonno è inverosimile e gli chiede se non ha altre prove più convincenti sulla infedeltà della moglie. *Oh! — esclama l'accusato — ho sorpreso ancora di recente mia moglie nella scuderia con un altro domestico e sono sicuro che erano in colloquio d'amore, perchè più tardi ella me l'ha confessato nel sonno ». Allorchè la gelosia si è impadronita di un essere, lo rode e lo squassa, non c'è più scampo: è il delirio. Pietro P» vede passare dinanzi a casa sua un giovanotto che egli ritiene l'amante della moglie e ode questa apostrofarlo: « Che fai"! Fin qui vieni a tormentarmi? ». E' un'allucinazione uditiva la sua: la moglie non ha aperto bocca, si è rifugiata, spaurita, in un canto. Ma Pietro P. esplode: scende a precipizio le scale: « Tu da questa strada non devi passare ». dice al giovanotto, e lo fredda. Poi fugge e, in serata, va a costituirsi. E racconta... Ora è chiaro che questi sono casi clinici, sono casi che la psicopatologìa può definire con nettezza e con fondamento, incasellandoli in schemi fissi, prestabiliti, sui quali i periti dell'una parte e dell'altra non posso>io non consentire. Ma quanti drammi passionali si presentano con contorni clinici meno evidenti ed hanno, in giudizio, la soluzione dura e fatale che hanno i drammi comuni? Francesco Argenta iiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiMiniiir iiiiiiiiiiiiinii Giacca Bukara color grigio naturale presentata al Lido ii mi i in mi unii ii ti in ii iìi mi iti in ti li 11 il 11 ni ini) ni ii i ti ii in i ii i iiiiiii mi iti ni 11 ii in 11 ni « n 111 n

Persone citate: Bellentani, Dumas, Francesco Argenta, Giudici, Giuseppe T., Pietro P.

Luoghi citati: Cosenza