Deputato accusato di furto per 100 milioni
Deputato accusato di furto per 100 milioni CROSSO SCA.NDA.ImO IN FRANCIA Deputato accusato di furto per 100 milioni Benché dimissionario, non può essere arrestato perchè ancora coperto dall'immunità parlamentare (Dal nostro corrispondente) Parigi, 27 agosto. La Costituzione francese è cosi fatta che un deputato, accusato con prove molto gravi di reati comuni resta coperto dell'immunità parlamentare, quando la Camera è in vacanza, anche se compie il gesto di dimettersi. E' il caso di Antonio De Recy, deputato del Pas de Calala, di tendenza gollista. Lo scandalo scoppiò in agosto. Cento milioni di buoni del tesoro al portatore erano spariti dall'ufficio della tesoreria di Arras; si scopri che l'autore materiale del furto, il cassiere dell'ufficio, tale Dupuis, aveva agito per mandato di altri e cosi si fini per ritenere, sulla base di precise testimonianze, che ispiratore de1 furto fosse il deputato del Pas de Calais. Anche un italiano, certo Sclorato, era coinvolto nel delitto: fu arrestato davanti allo sportello di una banca mentre cercava di cambiare alcuni dei buoni rubati e dichiarò di essere segretario particolare di De Recy. Questi si trovava con Sdorato al momento dell'arresto. Gli agenti anzi avrebbero fermato anche lui se il deputato non avesse mostrato la propria tessera. Interrogato dalla polizia e da' giudice istruttore, Sdorato confessa di avere compiuto con De Recy un altro delitto. I due erano penetrati di notte nell'appartamento di una donna l'amante di Dupuis, per sottrarre una parte dei buoni del tesoro, complessivamente dieci milioni, rimasta nelle mani del complice. Secondo Sdorato a lui sarebbe toccato soltanto un milione perchè De Recy pretese di autorità 1 nove decimi della refurtiva. Appena ai primi di agosto questi fatti vengono conosciuti, lo scandalo e immenso. La Camera è in vacanza e perciò non può concedere l'autorizzazione a procedere. De Recy, contro tutte le di chlarazioni dei complici, prò clama la propria innocenza e vorrebbe deporre davanti al giudice istruttore; ma questi non lo vuole ascoltare: «altri¬ menti, — fa dire al deputato che si reca al palazzo di giustizia di Arras —, tutta la procedura rischia di essere viziata ». Viziata, perchè ? Forse al giudice in realtà ripugna di ascoltare come testimone un prevenuto che dovrebbe essere arrestato immediatamente. Allora, finalmente, nella notte scorsa, De Recy prende la decisione di dimettersi. In una lettera al presidente Herrio* dichiara di non voler coprirsi sotto l'immunità parlamentare: « Non voglio aspettare la riapertura del parlamento per proclamare la mia innocenza davanti al giudice istruttore ». Il nodo, dunque, sembra sciolto; De Recy ha fatto quello che tutti gli chiedevano di fare: uno sospetto non gode §iù dei privilegi degli eletti el popolo. Ma no: il privilegio che De Recy rifiuta, forse non senza malizia, gli resta ancora addosso. L'articolo 8 del regolamento interno dell'assemblea nazionale stabilisce che il presidente deve sottomettere all'assemblea in seduta ordina¬ ria le dimissioni dei deputati. Non si può rinunciare al mandato senza l'approvazione dei colleghi e questo per evitare che un deputato favorisca fraudolentemente chi, venendo dopo di lui nella lista del collegio, dovrebbe succedergli. Cosi l'arresto non sarà possibile fino a quando la Camera non si riunirà alla metà di ottobre. Quattro ispettori di polizia montano la guardia sotto l'abitazione di De Recy e lo seguono in automobile in tutti gli spostamenti. Speravano di poter andare in vacanza oggi: invece dovranno continuare ancora la loro guardia e 1 loro inseguimenti a meno che non si trovi una via d'uscita. De Recy per conto suo si mostra a volta a volta sdegnato e divertito dei pedinamenti: non manca mai di telegrafare al giudice istruttore di Arras per comunicargli 1 suoi viaggi. Adesso dice che andrà in vacanza con la famiglia come al solito: e. Non cambio abitudini per questa faccenda ». d. b.
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