Intervento italiano a Washington contro il nazionalismo titino di Gino Tomajuoli

Intervento italiano a Washington contro il nazionalismo titino Intervento italiano a Washington contro il nazionalismo titino Gli Stati Uniti temono iniziative jugoslave nei Balcani (Dal nostro corrispondente) Washington, 25 agosto. La estrema difficoltà di indurre Tito ad agire in modo coerente verso l'Occidente e di non insistere troppo nell'acrobatica politica di tenere il piede in due staffe, ha avuto quest'oggi una nuova conferma. L'ambasciata italiana infatti attirerà domani l'attenzione del Governo americano sulla improvvisa ripresa delle espulsioni e degli arresti di cittadini italiani dalla zona B dell'Istria tanto più che l'azione jugoslava si sviluppa pochi giorni dopo la firma dell'accordo commerciale con l'Italia, le assicurazioni confortanti di alcuni suoi alti esponenti e dopo il primo tangie segno di appoggio otte¬ nuto dagli Stati Uniti con la lllllllllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllll concessione d'un grosso impianto per la lavorazione dell'acciaio. E' probabile che il Governo italiano chieda che la questione sia portata nella prossima sessione davanti al consiglio delle N. U. dalle potenze amiche che vi sono rappresentate perchè, oltre ad essere una violazione del trattato di pace, viola anche il diritto delle minoranze. L'azione Jugoslava rivela che nonostante la sua gravissima situazione detcrminata dal conflitto con la Russia, il Governo di Belgrado non rinuncia a sviluppare le tendenze d'espansione nazionaliSi tratta di duplicità, ci si chiede al Dipartimento di Stato, o di concessioni fatte da Tito agli elementi nazionalistici del suo regime? Qui si propende per la seconda ipoSi osserva che Tito, obbligato ad avvicinarsi per necessità economiche all'Occidente, rischia di perdere l'appoggio delle masse comuniste che formano la base della sua dittatura e che tenta quindi di indirizzarle verso obiettivi nazionalistici, che banno sempre avuto un grande potere d'attrazione su tutti gli jugoslavi. Ma sono spiegazioni che non accontentano nessuno e che, poi, mettono gli Stati Uniti di fronte a problemi ancora più gravi di quelli attuali. Se si volesse seguire Tito sulla strada del nazionalismo per permettergli di resistere meglio alla intensa opera di sobillazione della Russia e del Cominform, si sarebbe portati od appoggiare o tollerare tutte le complicazioni a cui potrà condurre la sua politica balcanica. Non si tratta solo di evitare che s'impadronisca della zona B, ma anche di non alterare 10 statu quo balcanico che gli Stati Uniti intendono preservare. In questi giorni infatti 11 Dipartimento di Stato ha avvertito tanto Belgrado che Atene a non tentare nulla contro l'Albania. Si aveva motivo di temere che i due governi progettassero di estendere la lotta contro i guerriglieri greci anche alle regioni meridionali dell'Albania mentre da parte jugoslava Tito avrebbe fomentato una rivolta anticominformista. L'ammonimento americano è stato categorico ed ha avuto l'effetto desiderato perebè oggi Belgrado annuncia di non aver mai avuto simili intenzioni. Gli scopi del Dipartimento di Stato sono evidenti: il mantenimento dello < statu quo » balcanico è la condizione necessaria per impedire alla Russia di arrivare attraverso la Jugoslavia o la Macedonia all'alto Adriatico o alla Albania. Ma per evitare che la Rus¬ sia sia invogliata a spingersi ancora più innanzi ed a minacciare direttamente l'Italia, gli Stati Uniti debbono non solo mantenere in piedi Tito ma ottenere anche la sua collaborazione. , In questa complessa azione diplomatica la Francia ha svolto negli ultimi giorni una importante funzione perchè essendo l'unica nazione occidentale rappresentata a Tirana in attesa della riapertura della nostra leg-:-fone, ha agito come porta- .ice di tutte le potenze occide,..ali presso gli albanesi. Essa è stata in grado d'assicurare il Governo di Tirana che nessuna violazione dei confini albanesi sarebbe stata riconosciuta e tollerata. Gino Tomajuoli