Nord e Sud

Nord e Sud Nord e Sud Domenico Pastina, avvocato a Bari, noto studioso del problemi del Mezzogiorno, c'Invia 11 seguente articolo, che siamo . lieti di pubblicare. I lettori non si allarmino : tion ripeterò, sulla questione meridionale, cose a essi già note. Ammesso che il Mezzogiorno sia un malato cronico al cui capezzale si avvicendarono, a diagnosticarne i malanni, illustri clinici, i meridionalisti cultori di economia, di storia e di politica; ammesso ancora che le diagnosi siano state tutte rigorosamente esatte, la terapeutica quali risultati ha dato? L ammalato è guarito? Certamente no. Nonostante le molte cure, l'ammalato ha tuttora bisogno delle stampelle di speciali contributi statali, non ha la forza di muoversi da solo, e, quel ch'è peggio, continua a brontolare, accusando i familiari (leggi: i settentrionali), di colpe e torti veri o immaginari, e attribuendo a essi le cause dei suoi malanni. Gli studiosi meridionalisti non abbandonano le posizioni negative di critica, che pur furono utili un tempo, e gli uomini politici non rinun ziano all'atteggiamento di patroni di parte civile, e chiedono risarcimenti di danni, e sempre danni, ac contentandosi nel frattempo di provvisionali più o meno cospicue. Purtroppo, contributi, cri. tiene e rampogne non risol vono nulla. Se il Mezzogior no ha fatto in alcune zone qualche progresso, in altre è statico; intanto, il Nord cammina, e il distacco sempre maggiore. Un vano ?er abitante al Nord, contro re abitanti per vano al Sud. E il reddito medio del meridionale è la metà, all'incirca, del reddito medio del setten trionale. Questa, in sintesi, la situazione. Non è rosea. Indubbiamente, lo squilibrio fra Nord e Sud è alla radice di molti malanni morali, po litici ed economici che affliggono l'intera Nazione. Il Sud: assorbe molti miliardi più del Nord, in alcuni casi in senso relativo e in altri addirittura in senso assoluto. Suesti miliardi ritornano al ord in pagamento di manufatti. E un circolo vizioso che non autorizza ottimismi, specie se si osserva che tende a cristallizzarsi. Nel 1911 il prof. Einaudi scriveva: « Finora gli uomini del Mezzogiorno hanno troppo sperato dal Governo ; hanno troppo accusato gli altri di essere cagione delle loro sventure economiche. Ed i governi hanno creduto che bastasse largire o promettere milioni per sanare tutti i mali del Mezzogiorno. Si diano pure i milioni per le spese urgenti della civiltà: rimboschimenti, bonifiche e scuole; ma si persuadano tutti che l'aiuto economico non basta ». Oggi, il Presidente Einaudi potrebbe tranquillamente rinnovare il mònito che, trentotto anni fa, il professore Einaudi rivolgeva al governo e ai cittadini. Ogni sacrificio sarà vano, finché la pioggia dei milioni, siano essi dell'ERP o del contribuente, cadrà su un Mezzogiorno sterile e infecondo per scarsità di capitali e deficienza di spirito di iniziativa. Mancando al Sud gli uni e l'altro, è chiaro che bisogna cercarli altrove. Il giorno in cui al Nord i singoli individui, gli enti eoo perativi e i grandi complessi dell'industria, del credito e dell'assicurazione capiranno che il miglioramento del tenore di vita dei meridionali significa allargamento dei mercati esistenti, mag gior lavoro e vita migliore per tutti, quel giorno molti problemi saranno facilmente avviati a soluzione. Oltre tutto, è bene che gli uomini di affari sappiano che l'impiego dei capitali al Sud può rappresentare un ottimo investimento. E' bene si sappia che gli aridi campi del Tavoliere o le spopolate valli della Lucania, sottoposti a trasformazione, posso no eguagliare e superare in reddito la Valle Padana o la pianura emiliana. E v'è chi l'ha già capito. Marzotto prende una buona iniziativa e dà principio in questi giorni alla costruzione, nel Mezzogiorno, dei primi di 53 alberghi del costo medio di 250 milioni ciascuno. Le popolazioni meridionali vedranno così risolto il problema alberghiero, non negli articoli di un decreto o di una legge, ma nella realtà dei fatti. I turisti e gli uomini di affari potranno avventurarsi al Sud, con la sicurezza di trovarvi una ospitalità confortevole. Un'altra iniziativa è presa da tre grandi complessi industriali, Fiat, Snia Viscosa e Montecatini, cui si sono associati l'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, l'Istituto delle Casse di Risparmio, il Banco di Napoli e la Società Meridionale di Elet tricità. Si tratta dell'irriga zione, cui attenderà la Svam (Società per lo sviluppo a gricolo del Mezzogiorno). efffbtccimSdr . Ora, se Fiat, Snia Viscosa e Montecatini decidono di fare l'irrigazione, essa si farà, mentre non l'hanno fatta e non la faranno le buone intenzioni del legislatore, tradotte in leggi e decreti, vecchi di anni e decenni. Bisogna sostenere queste iniziative; altre bisogna promuoverne. Occorre che al Sud scendano società ricche di macchinari, provviste di buoni tecnici, ricche di capitali, bene agguerrite a superare le resistenze burocratiche e a scuotere l'inerzia delle popolazioni. E occorre anche che i sindacati appog-. gino le iniziative, superando! ^<<,T,imn ai £iflM.n_lI io stato d'animo di diffidenza verso tutto ciò che proviene dagli industriali. Oggi, una politica sindacale mirante soltanto al con- seguimento di benefici immediati sarebbe aridamente egoistica, nonché contraria all'avviamento a soluzione dei problemi meridionali. Ciò che era ammissibile trent'anni fa, quando non potevano sperarsi risultati immediati, attualmente, col progresso della tecnica moderna, non avrebbe più senso. I metallurgici di Roveda costruiscano macchine agricole, per i braccianti di Di Vittorio, anche se committente sia la Confindustria, e non una federazione di Kolchozi: l'importante è che le macchine si costruiscano, partano ed arrivino a destinazione. La non-collaborazione di Torino e di Milano, il « singhiozzo » diventano pianto a Cerignola e ad Andria, pianto di bambini che non hanno pane per sfamarsi e, quel che è peggio, non hanno scarpe per andare a scuola. Mettiamo un po' d'ordine nella ca sa, rafforziamone le fonda-menta, eliminiamo le soffitte e le topaie, rendiamo abitabili e comodi gli interni, diamo decoro alla facciata; dopo, discuteremo sul modo di distribuire le camere. Naturalmente, non è difficile prevedere che quanto son venuto esponendo sarà fieramente contestato dai teorici brontoloni, e da altri interessati a considerare il Mezzogiorno come una personale riserva di caccia. Mi diranno, probabilmente, che questa è una visione « coloniale » dei rapporti fra Nord e Sud. Non mi sembra sia il caso di preoccuparsene. Finora, i meridionali hanno ristabilito, in un certo senso, l'equilibrio, invadendo il Nord, con una cospicua e costante migrazione interna, di cui sarebbe interessante conoscere i dati. Quanti sono, a Milano, a Torino, a Genova, i meridionali, operai, ingegneri, commercianti, impiegati? Si contano a centinaia di migliaia. Sarebbe tempo che i settentrionali, con un movimento inverso, vengano loro a sconrire e valorizzare tutto il Mezzogiorno, così come hanno scoperto e valorizzato Bari, verso la quale è in atto una forte migrazione dal Nord. Solo cosi, in breve volger di temno, il cittadino potrà trasferirsi e viaggiare dal Veneto alla Sicilia o dalla Puglia al Piemonte, sempre a suo agio, come a casa sua. sentendosi cioè non settentrionale, né meridionale, ma italiano. Domenico Pastina llllllUIIIUIIIIIIIIIlllUllllllllllllllllllllllllllllllll

Persone citate: Domenico Pastina, Einaudi, Roveda