Salvemini e Giolitti

Salvemini e Giolitti Salvemini e Giolitti Abbiamo ricevuto da Gaetano Salvemini una lettera che ai riferisce all'articolo di Acj, Matrimonio necessario, apparso su queste colonne or non è molto. La pubblichiamo con una nota di risposta del . nostro collaboratore. Torino, 3 agosto 1949. Signor Direttore de La Stampa, Da un articolo firmato Acj e pubblicato ne La Stampa del 24 luglio, apprendo 1) che Giolitti, nel primo decennio di §uesto secolo, aveva il piano i « sorreggere anzitutto la evoluzione 1 del proletariato settentrionale aiutando il nucleo progrediente da cui in un secondo tempo avrebbe dovuto svilupparsi la colonizzazione del Mezzogiorno»; e 2) che io avendo riconosciuto questo fatto, ho fatto onorevole ammenda dei giudizi da me formulati su la politica meridionale dell'uomo che definii « il Ministro delia malavita». Le sarei obbligato se mi permettesse di affermare sul primo punto che della intenzione attribuita da Acj a Giolitti, io ho avuto notizia per la prima volta quando ho letto il suo articolo. Per quanto io sappia, Giolitti non ebbe mai, o almeno non manifesta mai, l'idea di provvedere «i un secondo tempo » ai bisogni dell'Italia meridionale dopo aver messo a posto 11 proletariato dell'Italia settentrionale. Per quanto io sappia, l'idea che Giolitti ebbe e che applicò con coerenza e fermezza degne di miglior causa, fu quella di mettere a profitto le condizioni coloniali dell'Italia meridionale per ricavarne una massa di manovra parlamentare, consistente in duecento ascari pronti a servirlo fedelmente nella Camera, a Roma, come lui metteva al loro fedele servizio i prefetti nei loro collegi. Vendeva i prefetti, e comprava i deputati. Quali prove può dare Acj della sua affermazione? 2) Io ho mutato opinione, In quest'ultimo mezzo secolo — e l'ho detto senza scappatoie, com'era mio dovere — non sull'opera di Giolitti nellTtalia meridionale, ma sulle possibilità che l'Italia meridionale trovi colle sue sole fòrze la via verso un avvenire meno sciagurato. Non vedo come da questo fatto Acj possa ricavare la conclusione che io ho mutato opinione anche sulla politica meridionale di Giolitti Anche se Acj dimostrasse con prove convincenti che Giolitti pensava di provvedere in un secondo tempo alla felicità dell'Italia meridionale, non vedo come da questa documentazione si possa logicamente arrivare alla opinione che Giolitti non doveva essere criticato e combattuto per quello che faceva in attesa di quel misterioso secondo tempo, per sfruttare senza scrupoli le condizioni della futura colonia, e per aggravarle sfruttandole. I metodi usati da Giolitti nell'Italia meridionale furono generalizzati da Mussolini a tutta l'Italia Su questo punto io non ho cambiato opinione. Con perfetta osservanza Gaetano Salvemini. gIssesgmptcdpnsclapzmicrcmnzvdspSe Gaetano Salvemini avesse letto più attentamente l'editoriale Matrimonio necessario del 2lf luglio avrebbe notato che la citazione del suo articolo del Ponte chiudeva con virgolette; dopo di che l'autore dell'editoriale cominciava il proprio commento con le parole: « Giolitti aveva dunque ragione sorreggendo anzitutto l'evoluzione del proletariato settentrionale, ecc.». Non dunque attrijuzione a Salvemini di une interpretazione della politica gidlittiana che egli tuttora respinge, bensì accenno a tale interpretazione, che è stata sviluppata altrove, in uno studio, dello stesso autore dell'editoriale che sta per uscire nel fascicolo del Ponte di agosto, dedicato al Piemonte. Se i lettori della Stampa vorranno intanto riportarsi alla lunga introduzione, scritta recentissimamente da Salvemini al volume L'età giolittiana, del suo scolaro W. C. Salomone, appena tradotto a cura dell'editore De Silva, troveranno a pag. XXVIII questo giudizio complessivo: * Giolitii non fu migliore, ma non fu neanche peggiore di molti politicanti non italiani (a pag. XXIII, alcuni di questi politicanti esteri sono nominati: Roosevelt, Baldwin, '■ Chamberlain, Churchill... ») e fu certo migliore dei politicanti italiani che gli succedettero, o piuttosto questi furono assai peggiori». Nella lettera sopra riportata Giolitti fa invece figura di precursore di Mussolini in certi metodi canaglieschi, e U prof. Salvemini tiene a proclamarsi impenitente antigiolittiano. Tuttavia egli non è certo, come dicono i francesi, à une contradiction près, e non &e spazio qui per collezionarle. Ci preme soltanto dichiarare che la contaminazione che egli fa del periodo giolittiar.o con quello fascista non risponde alla verità storica, e non può essere accolta. Acj. ga Kuypers; l'altra, la Union International de Radio-diffusion con sede a Ginevra; prersieduta dallo svizzero Conus e'ia terza, la British Broadcasting Corporation per l'Inghilterra, presieduta dal comandante Jacob. Per l'Italia sono presenti il presidente della RAI on. Spataro, il direttore generale comm. Sarnesi e il segretario dott. Zaffi-ani. Le riunioni si protrarranno per diversi giorni e hanno per principale scopo quello di studiare, oltre che i diversi problemi tecnici, la possibilità dì concludere un accordo generale col quale si possa giungere a una unificazione europea completa almeno in questo campo, in cui il compito dovrebbe essere facilitato dal fatto che le onde radiofoniche non conoscono ne confini politici, nè ostacoli materiali.