Turisti in San Marco

Turisti in San Marco Turisti in San Marco Donne come fiori, uomini sbracati, e gente negra Maneggi concilianti di Amelio, il guardiano - Le monete preziose e la battaglia di mezzogiorno (Dal nostro inviato speciaZe) Venezia, 5 agosto. La sola nostra uniforme che oggi conti a Venezia, voglio dire in campo internazionale, è certo quella indossata da Amelio; ed io andrò sempre fiero di esserle stato accanto, nel vivo della battaglia di mezzogiorno, e di averne potuto misurare tutta l'efficacia e il prestigio in un'ora che non esiterei a definire storica. Amelio Marafante è la guardia d'onore della Basilica di San Marco e la sua uniforme è ancora ciò che si dice una uniforme in senso stretto, di panno greve e di un solo austero colore: nera la velada, neri 1 pantaloni corti al ginocchio, nere le polpe, nere le scarpe, nero il bicorno in testa e nera la mazzetta nella mano col pomo di un metallo giallo ma già tanto maculato dall' uso che pare ambisca di adeguarsi anch'esso a tutto quel dominante tenebrore. E' una vera uniforme all'antica, non soggetta alla moda, nè corretta dalla stagione, in pratica e fantastica, tra il torero e il beccamorti, di quelle che adornano e -affliggono, che conferiscono a chi le porta autorità morale ma esigono In compenso un fastidio fisico. Perciò incutono rispetto in questa età sbracata. Amelio mi assicura poi — e io gli lascio per non perdere altro tempo, anche questa responsabilità storica visto che ha spalle robuste di marinalo che ha navigato per anni il Mediterraneo e l'Atlantico, prima di fare il sacro piantone a 30 mila lire il mese mi assicura, dicevo, che questa uniforme fu Ideata da Napoleone, da un uomo cioè che, come tutti i dittatori moderni, aveva 11 pallino delle divise e il debole del nero, pur concedendo in occasione di speciali cerimonie, un certo movimento di colori, quando per l'appunto la velada diventa verdolina, i pantaloni rossi e bianche le calze. Ma è in nero, in tenuta ordinarla che io ho visto Amelio combattere la sua battaglia di San Marco, senza una stilla di sudore sulla fronte e senza l'ombra di protervia nella vc- ce, e vincerla all'italiana, avanzando cioè in un punto e arretrando in un'altro, con faccia bonaria e manier.e cortesi, consolando l'avversarlo e respingendo l'alleato che ero io, disposto per malignità a trovare sempre nuove occasioni di guerra. La discriminazione Gli avversari erano i turisti e 1 bagnanti stranieri che ora, dopo molti anni, tornano a superare gli italiani e che tentano di penetrare in San Marco vestiti o meglio svestiti come si trovano: centurie di giovani esploratori francesi coi polpacci impolverati e le camicie madide di sudore e di cognizioni storiche, coorti di svizzeri e di austriaci, con pattuglie di donne occhialute, dal viso risentito e dai piedi in fiamme, in testa cappelli di paglia alla Pancho Villa, a pagoda cinese o a secchiello; argentini che vestono alla tirolese e tirolesi che svestono all'americana, di camiciotti a fiorami fuori dei pantaloni, sbottonati, i sandali slacciati, la camminata come va va, tutta una libertà dalla tirannia del bottone e dell'asola; e qualche indiana fasciata di veli e di garze, come un baco da seta dentro al bozzolo, e gente negra — suonatori cubani, meticci brasiliani, pingui egiziani — di un nero cosi carico che pare debba lasciare il segno sui marmi e sui piccioni. Tutti costoro si infilano nelle calli e nel campielli, sbarcano dal Lido e piombano in piazza dopo avere fatto, visto provato tutto, non gli resta che vedere San Marco. Ed è qui che Amelio, nutrito di caffè-latte e di risi e bisi, è chiamato a contenere l'assalto in forze, a discriminare pazientemente il meno svestito dal seminudo, e lo fa confortandosi con la tolleranza e 11 garbo di chi vuole conciliare il rispetto al luogo sacro coi diritti del turismo, le gonne succinte e le chiome scoperte con la cassetta delle elemosine. Il fatto è che mentre qualche anno fa le cassette à San Marco si riempivano e si vuotavano tre o quattro volte al giorno, adesso questa futile operazione si ripete dieci o dodici volte, e ciò è bene per pagare certi costosi lavori di ripristino che si stanno facendo nella basilica. Ma l'ora critica, il momento delle più sottili discriminazioni scade quando i gondolieri gridano «ariva i greghi» ossia quei turisti di lingua inglese, tanto pregiati che 1 veneziani li hanno ormai sostituiti nella mente ai greci e agli orientali di un tempo remoto, gli ospiti più ricchi della Serenissima. I greghi e le greghe specialmente, con ampia scollatura detta alla Rita Hayworth, il petto e gli ome ri che sbocciano dai lievi corpetti senza spalline, come fiori di carne bruna le giovani e come spampanati cavolfiori le più anziane. E' una moda che ha attaccato fulminea, propagandandosi dalle greghe alle « crucche », cioè alle donne di lingua tedesca, e alle italiane mettendo in difficoltà il buon Amelio, nutrito di caffè-latte e di minestre vegetali, ma deciso a transigere nonostante le segnalazioni che io gli facevo, ripeto, più con l'intenzione di saggiare il suo spirito di equilibrio che non di provocare i suoi rigori moralistici. Stranieri e italiani Del resto questa nudità americana non è conturbante: è un nudo asettico, ginnastico che sfila davanti ai marmi veneziani lasciando nell'aria un pulito odore di saponetta, piuttosto che immagini peccaminose. I veneziani, gente antica e raffinata, l'hanno capito e se lo guardano ammirati ma calmi, quasi nello stesso modo con cui visitano 11 padiglione dell'ERP sulla Riva degli Schiavonl o vedano passarsi davanti sullo schermo del cinema gratuito, i documentari americani che esibiscono belle macchine nude, illustrate dallo speaker con ingenuo entusiasmo. Sono immagini di una pace ben lavata e pulita, odorosa di speranze, che si intonano con le altre offerte dalle « greghe » in liberta. Gli stranieri che in città e al Lido furono, nel luglio 1948, 17.996, sono stati nel luglio appena scorso 33.890 con grande prevalenza dei « greghi » come al tempi d'oro; 10.260 statunitensi, 6816 Inglesi e poi 4390 svizzeri, 3459 francesi, 3056 belgi, 1555 austriaci, 918 scandinavi, 559 argentini, 417 egiziani, 317 brasiliani, 241 canadesi, 228 fra spagnoli e portoghesi, 141 ungheresi e 141 tedeschi, 132 olandesi, 107 polacchi, 81 cecoslovacchi, 65 jugoslavi, 55 romeni, oltre a 1952 di varie nazionalità. Gli ospiti italiani che l'anno passato (sempre nel luglio) furono 25.339 hanno raggiunto la cifra di 26.179. Si viene insomma ristabilendo la proporzione dei tempi anteguerra con gli stranieri, e gli anglosassoni In prima fila, in soprannumero rispetto ai connazionali. Ciò significa che il turismo veneziano è veramente fruttifero, attira moneta preziosa e seguitando così può consentire non solo alla modesta guardia d'onore Amelio Marafante ma alle molte famiglie Marafante di vincere la quotidiana battaglia di mezzogiorno e di migliorare il menù. Giorgio Vecchietti T*7 : D fllii ill

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