Economia e politica nei rapporti con Belgrado

Economia e politica nei rapporti con Belgrado Economia e politica nei rapporti con Belgrado Una mossa di Londra per la Tripolitania ritenuta probabile a Palazzo Chigi Roma, 1 agosto. In assenza di Sforza e in attesa dell'arrivo a Roma del ministro Martino scarse notizie siamo riusciti a raccogliere sulla questione del rapporti fra l'Italia e la Jugoslavia. Subito dopo l'annuncio del colloquio fra Tito e il nostro rappresentante a Belgrado siamo andati alla ricerca di ogni possibile interpretazione : i comunicati della Tanjung sono stati esaminati riga per riga e si sono colte con enorme soddisfazione le frasi che accennavano al concetto di relazioni di buon vicinato tra i due paesi. Si è cercato, cioè, di stabilire se l'incontro • potesse venire considerato la premessa di una intesa politica, oltre che economica, e, In altri termini, se la ripresa delle trattative commerciali — che è considerata come sicura — dovesse coincidere con negoziati per la questione di Trieste. Ma il portavoce di Palazzo Chigi è stato estremamente riservato su questo punto, si è rifiutato di confermare e di smentire le interpretazioni che gli venivano sottoposte, e, in sostanza, non ha dato adito a supposizioni di alcun genere. Significato preciso Una informazione ufficiosa concordata tra Palazzo Chigi e l'agenzia Ansa mette l'accento tuttavia sul lato economico della questione. Ci si richiama alla realtà dell'interesse reciproco che i due Paesi hanno agli scambi, si ripetono notizie conosciutissime come queste: « L'espansione economica italiana aveva ila valle danubiana uno dei principali suol sbocchi » ; oppure : < Il respiro dell'economia italiana sarebbe gravemente danneggiato se anche la Jugoslavia decadesse dal novero dei nostri clienti, perchè, a prescindere da qualsiasi ragione politica e di contiguità territoriale, è innegabile' un alto grado di complementarietà fra l'economia del due Paesi quale raramente si riscontra con altri mercati europei» o ancora: «La mancanza di un accordo commerciale fra l'Italia e la Jugoslavia, mentre nuocerebbe indubbiamente molto a quest'ultima, significherebbe per l'Italia la perdita di uno dei suoi migliori mercati ». Sono concetti noti, ovvi!, la cui ripetizione deve avere, però, un significato preciso, dato 11 momento che si attraversa. O si vuole preparare l'opinione pubblica ad accettare come un beneficio la ripresa delle relazioni commerciali, anche a prescindere da qualsiasi trattativa politica (nella nota ufficiosa non c'è il menomo cenno alla questione di Trieste), o per prudenza si considera che, appunto per favorire la soluzione dei problemi di carattere politico generale, sia opportuno approfondire senza indugi o esitazioni i rapporti di c attere economico. Fin d'ora poi s. annuncia che dalla Jugoslavia arriveranno legno, rame, bauxite, piombo, magnesite, 45 mila tonnellate di mais e altre derrate alimentari, e che l'Italia in Jugoslavia potrà esportare filobus, trams, motori, macchinari elettrici, macchine utensili, tessuti, sughero e agrumi: fatto che è tanto più importante in quanto, si trova ancora nella nota, «determinati Paesi del Medio Oriente oggi per il nostro eccesso di sterline devono forzatamente limitare l'assorbimento dei nostri prodotti ». 11 problema coloniale L'accenno alla politica finanziaria inglese è sintomatico e suona quasi come un nuovo rimprovero rivolto all'Inghilterra, verso la quale In questi ultimi tempi si sono levate in ogni parte, anche dalle tribune più autorevoli, voci di vera recriminazione. De Gasperi al Senato si è lamentato della incomprensione che « specialmente gli inglesi » hanno mostrato nei nostri riguardi, ed è stato notato che questo accento amaro aveva il valore di commento ad un colloquio che lo stesso De Gasperi pochi mi¬ nuti prima aveva avuto con l'ambasciatore Victor Mallet. Costui gli aveva, dunque, portato brutte notizfe sull'atteggiamento del suo governo? Se cosi era c'è da pensare che le proposte italiane per la soluzione del problema colo nialé non erano state accettate a Londra: Londra, cioè, avrebbe respinto il criterio di concedere alle nostre ex-colonie l'Indipendenza. Se la proposta viene respinta, poiché gli Stati del blocco arabo-asiatico non recederanno dalla loro opposizione ad altre forme di compromesso, è chiaro che 11 problema africano non potrà venire risolto neppure nella prossima sessione dell'assemblea deH'O.N.TJ., e, con il probabile mantenimento dello «tatù quo, continueranno a rafforzarsi le posizioni di privilegio dell'Inghilterra. Specialmente per quello che riguarda la Trlpolitania, il proposito inglese di un nuovo colpo del genere di quello già compiuto in Cirenaica è purtroppo da considerare nel novero delle possibilità, se non delle probabilità. Si parla quindi in taluni ambienti di un nostro orientamento verso una forma di mandato collettivo, vecchia proposta che era stata accantonata, ma che potrebbe ritornare in valore se per noi si rivelasse come il male minore. Altro argomento aperto con l'Inghilterra è, come è noto, la questione delle assegnazioni degli aiuti Erp, che appunto si ha timore che ci vengano decurtati., a beneficio dell'Inghilterra: nel Consiglio dei Ministri di domani Tremelloni riferirà sullo stato della questione ed è questo certamente il tema di cui si attende la trattazione con maggiore interesse, data la sua pungente attualità. Il Consiglio si occuperà quindi della riforma fondiaria, le cui linee saranno esposte da Segni, e in base ad esse verrà nominato un comitato di ministri con l'incarico di elaborare il testo definitivo della legge, sulla scorta dei pareri e delle osservazioni che saranno formulati da associazioni ed enti interessati alla questione. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: De Gasperi, Sforza, Tanjung, Victor Mallet