Otto Abetz difende la sua politica in Francia

Otto Abetz difende la sua politica in Francia Otto Abetz difende la sua politica in Francia "Volevo fare un'Europa unita:., sotto la direzione dei tedeschi,, Parigi, 13 luglio. (m.) Seconda udienza del processo Abetz. Abetz ha avuto quasi subito la parola per spiegare un rapporto inviato a Berlino il 30 luglio 1940 sul lavoro politico da compiere in Francia. L'ex-ambasciatore ha affermato che, sapendosi osservato da molti gelosi, dettò un rapporto fittizio a una, segretaria, affinchè, come avvenne infatti, tutti lo conoscessero l'indomani. Ma quel rapporto, secondo lui, diceva proprio il contrario di ciò che egli voleva fare in realtà. H presidente legge il rapporto in cui si diceva che bisognava lasciare ai france-, si le speranze illusorie di una intesa con la Germania, pur facendo della Francia uno Stato subordinato economicamente e finanziariamente ed evitando una sua rinascita militare. Rapporti incoerenti Abetz: — Era un rapporto tecnico e io volevo passare per un " duro ", poiché tutti mi consideravano francofilo. Io volevo oppormi, in realtà, alla politica di Berchtesgaden, con lo stesso programma ma frenando a poco a poco. Volevo la liberazione dei prigionieri, e l'ottenni per un milione di essi; volevo per la Francia una pace senza vincitori, nè vinti, senza cessioni di territorio, opponendomi alle rivendicazioni italiane e al separatismo bretone. Presidente: — Ma il separatismo bretone non è mai esistito. Fu una invenzione tedesca. A tz; — Certi tedeschi ci ricevano, come certi francesi credono al separatismo renano. Presidente: — Avete anche scritto che i sentimenti antisemiti dei francesi erano talmente forti che non occorreva stimolarli. Abetz: — Lo scrissi per evitare l'ingerenza tedesca nella faccenda. Io volevo fare una Europa unita... (abbassando la voce) sotto la direzione della Germania. Il commissario dei Governo, capitano Flicottéaux (un nome simile sarebbe piaciuto a Curteline) non riesce a spiegarsi come Abetz potes se rimanere al suo posto pur essendo in conflitto con Ribbentrop e considerato un uomo senza energia. Abetz: — Avevo la fiducia di Hitler e in un regime autoritario quando 11 capo dello Stato è in disaccordo con il suo ministro è il ministro che salta. L'imputato si spiega, quindi, su altri rapporti che appaiono un po incoerenti, e aggiunge: Abetz: — Le mie idee erano e sono ancora che la nazione francese e la nazione tedesca non possono vivere in pace se non sono alleate, Rispondendo al Presidente secondo cui la Francia ha più da temei e dalla Germania che la Germania dalla Francia. Abetz afferma che lui ve'ava appunto creare una atmosfera di amicizia ed eliminare la paura del vinto verso il vincitore, ma non vi riuscì. Il protocollo di Montoire Abetz: — La parola colla boi-azione era su tutte le lab zioni Unite; ma nessuno lavorava, in realtà, per essa, come oggi nessuno lavora per la pace. La collaborazione avrebbe potuto effettuarsi dopo rincontro di Montoire, fra Pétair. e Hitler; nel protocollo veniva precisato: «La Germania, l'Italia e la Francia sono le nazioni dominanti dell'Europa », per la Francia non era un brutto affare, quattro mesi dopo la sconfitta... In ogni modo, non ha ottenuto tanto la Germania nel 1945. Il presidente ricorda l'appoggio di Abetz a Lavai per tarlo ritornare al potere un anno dopo che ne era stato escluso. Presidente : — Quando Lavai ritornò al potere, Roosevelt inviò un messaggio a Viiih'y per protestare. Abeti: — E perchè Roosevelt aveva un ambasciatore a Vichy? Presidente: — Non vorremo mica discutere ora la politica estera degli americani? Ci fu ancii>> un progetto di Abetz per un'alleanza franco-tedesca, ma si opposero 1 generali e gli ammiragli, 1 quali avevano paura che una volta riarmata la Francia si rivoltasse contro la Germania; Abetz afferma anche di aver evitato un attacco italiano contro la Tunisia. Abetz — Le truppe italiane indietreggiavano in Tripolitania e Mussolini disse a Hitler che era opportuno far passare i blindati dalla Tunisia per non perderli in mare. Hitler mi chiese quale sarebbe stata la reazione dei francesi a una occupazione della Tunisia e io risposi che si sarebbero opposti. Cosi Hitler sconsigliò a Mussolini quella operazione. Finisce qui l'esposizione generica della politica di Abetz verso la Francia e si entra nei particolari, cominciando con una complicata questione circa i diritti o meno del vincitore di preludere la cessione della proprietà degli organismi di propaganda e di diffusione del'a stampa, nonché delle azioni frane si delle miniere jugoslave di Bor. Il processo verrà ripreso venerai. bra, come oggi quella di Na-

Persone citate: Hitler, Mussolini, Ribbentrop, Roosevelt